La nuova tassa sarebbe legata ai servizi che l'ente locale gestisce
Nessuna reintroduzione dell'Ici da parte del Governo, ma piuttosto l'introduzione di una «service tax» legata ai servizi che gli enti locali gestiscono e offrono al cittadino. Non si ritornerà, dunque, all'Ici, ha ribadito il ministro per la Semplificazione, normativa, Roberto Calderoli, nel corso dell'audizione sul federalismo demaniale dinanzi alla Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, presieduta da Enrico La Loggia. «Intendo ribadire ancora ufficialmente e definitivamente - ha detto Calderoli - che nessuno intende reintrodurre l'Ici. Il nostro obiettivo non è solo l'autonomia impositiva ma anche la semplificazione di numero delle entrate, tributarie e non, degli enti locali. La nostra idea è quella di arrivare a una unificazione, una così detta service tax legata ai servizi che l'ente locale gestisce e offre al cittadino e in questo senso stiamo facendo un lavoro di sfoltimento. Non si può infatti semplificare a livello statale e lasciare una serie infinita e non sempre classificate di entrate a livello di ente locale».
L'alleanza con Fini non è in discussione. Il ministro della Semplificazione normativa, poi, non crede che le tensioni nel Pdl abbiano messo fine all'alleanza con Gianfranco Fini. «Non c'è nulla in discussione del genere. Credo ci sia un po' di assestamento rispetto alla riunione di giovedì, ma mi sembra si stia andando nella direzione giusta».
Nessun rischio per la coesione sociale. C'è stata da sempre la volontà di affrontare la questione del federalismo, ha detto Calderoli, «in termini di garanzia della coesione sociale». Il provvedimento sul federalismo demaniale, ha detto il ministro, ha avuto una condivisione a tutti e tre i livelli di governo ottenendo un parere favorevole anche se condizionato, un coinvolgimento non solo dal punto di vista degli enti locali e delle Regioni ma anche in senso geografico, avendo raggiunto in tutte le occasioni l'unanimità delle votazioni».
Codice delle autonomie e riforme costituzionali di pari passo al federalismo. «Il federalismo fiscale da solo non basta - ha sottolineato Calderoli - funziona se si fanno insieme il codice delle autonomie e le riforme costituzionali». Per quanto riguarda le riforme costituzionali Calderoli ha sottolineato che esiste già una condivisione su temi come la fine del bicameralismo perfetto e della riduzione del numero dei parlamentari. Calderoli si è detto favorevole a un'ipotesi di «bicameralismo paritario e specializzato» nel senso che «non ci sono camere di serie A e di serie B, ma i due rami del Parlamento svolgono compiti diversi». Secondo Calderoli, si deve pensare anche a un rivisitazione degli articoli 117 e 116 della Carta. Il ministro sottolinea che «la possibilità che alcune regioni possano avere ulteriori competenze rispetto ad altre è condivisibile, ma così come è conformato oggi no». (N.Co.)