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2 febbraio 2006 |
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Shell, utili record (+30%) nonostante KatrinaAl.An. |
ExxonMobil non ne ha risentito affatto, moltiplicando gli utili a dismisura e stabilendo un nuovo record al punto da essere la società numero uno negli Stati Uniti e nel pianeta; l'anglo-olandese Royal Dutch Shell sì: la terza compagnia petrolifera del mondo e quinta per capitalizzazione al mondo (230 miliardi di dollari, alle spalle di Exxon, General Electric, Microsoft, Bp e Citigroup) attribuisce alla stagione degli uragani della scorsa estate nel Golfo del Messico il calo di produzione, seppure nel limite delle previsioni, e un abbattimento dei profitti pari al 4 per cento nel quarto trimestre 2005.
L'utile netto di Shell è sceso così a 4,4 miliardi di dollari (contro gli oltre 10 di ExxonMobil) dai 4,6 miliardi dell'anno precedente anche se poi, a ben vedere, l'anno nella sua interezza non è stato proprio da buttare, anzi, ha messo in bacheca un altro record da oil company: 25,3 miliardi di utili (36 quelli di ExxonMobil) contro 18,5 del 2004 (+37%), tenendo conto dell'impennata di prezzo del barile, che sull'emergenza Katrina in Louisiana ha toccato per la prima volta quota 70 dollari, e dell'aumento dei margini di raffinazione.
In ogni caso, gli utili aggiustati per tener conto delle modifiche contabili sul valore delle azioni hanno offerto, nel trimestre, una performance leggermente migliore, in crescita del 3% a 5,395 miliardi di dollari e in linea con le previsioni.
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