Utile record nel 2005 per il Santander Central Hispano: la banca spagnola ha chiuso l'anno con profitti in rialzo del 72% a 6,22 miliardi di euro grazie alla crescita in Spagna e America Latina e alla vendita di alcuni asset, come la quota in Royal Bank of Scotland.

del 72%. I risultati includono per la prima volta la britannica Abbey National, acquisita nel 2004 per 13 miliardi, che ha contribuito ai conti 2005 con 811 milioni. E le buone notizie sono arrivate anche per i soci: la performance, la migliore nei 149 anni di storia dell'istituto, consente un aumento del dividendo del 25% a 0,4165 euro per azione, con un monte-cedole complessivo di 2,6 miliardi pari al 50% dell'utile ordinario. Nel solo quarto trimestre Sch è tornata all'utile con 2,34 miliardi di euro di attivo, pari a 37 euro ad azione, contro i 60 milioni di perdita di un anno prima (a causa principalmente dei benefici legati a una serie di prepensionamenti), mentre il fatturato è stato pari a 5,3 miliardi di euro. Oltre alla forte crescita dei finanziamenti in Spagna e in America Latina (dove l'istituto spagnolo controlla la Serfin, terza banca messicana, la brasiliana Banespa e ha attività dal Cile a Porto Rico), ai buoni risultati del Santander ha contribuito anche la vendita della Royal Bank of Scotland per 2,44 miliardi di dollari.

In un momento di forte consolidamento nel settore bancario in Europa, Sch punta a «studiare opportunità di crescita tramite acquisizioni che creino valore a medio lungo termine», ha detto il numero uno Emilio Botin. Guardando invece all'Italia, non cambia la strategia nei confronti di San Paolo Imi, dove la banca spagnola detiene una quota del 7,7%, almeno fino alla scadenza del patto di sindacato nel 2007: «Ci metteremo d'accordo parleremo con gli altri
azionisti e decideremo la nostra strategia», ha spiegato Botin che ha anche espresso soddisfazione per l'arrivo di Mario Draghi in Bankitalia.