Non sarà il manager più amato della Germania, ma i risultati continuano a dargli ragione.
Josef Ackermann, 57 anni, Ceo di Deutsche Bank, ha avuto ieri motivo di essere più che soddisfatto per i risultati ottenuti nel terzo trimestre dal primo gruppo bancario tedesco — il migliore utile netto trimestrale mai registrato— grazie soprattutto all'investment banking.
Criticato per aver annunciato in febbraio esuberi a fronte di una forte crescita dei profitti, guardato con sospetto per non aver voluto, almeno finora, giocare il ruolo di grande consolidatore del mercato bancario nazionale, Ackermann sta dimostrando con i numeri che Deutsche è una banca d'investimento sempre più redditizia, sempre più internazionale e forse sempre meno tedesca. L'utile netto è salito del 46% a 991 milioni, ma ancora più consistente è stato il balzo dell'utile lordo (+ 87%) a 1,88 miliardi, generato per circa due terzi dalla divisione corporate e investment banking: « Questi risultati ci permettono di guardare con fiducia al resto del 2005 e di proseguire con successo nel 2006 » , ha detto Ackermann. Di questo passo Deutsche Bank dovrebbe senz'altro centrare l'obiettivo più importante fissato dal Ceo l'anno scorso, quello di un Roe prima delle tasse — ed esclusi eventuali costi di ristrutturazione e proventi da cessioni di partecipazioni — del 25% rispetto al 16%. Nel trimestre il return on equity è stato di oltre il 26% mentre nei primi nove mesi si è attestato al 27 per cento.
Come detto, gran parte della crescita si deve all'investment banking e in particolare alle attività di trading e vendita titoli nonché a quella di advisor in fusioni e acquisizioni: i ricavi da commissioni in M A sono cresciuti del 25% nel periodo a 571 milioni. Si sta rivelando vincente la riorganizzazione varata circa un anno fa e con la quale Ackermann mise a capo della divisione Cib ( Corporate and investment banking) Anshu Jain e Michael Cohrs, responsabili rispettivamente di vendite e trading titoli e sottoscrizioni ed M A.
Quanto al consumer banking, Deutsche ha dato la netta impressione di voler puntare soprattutto sui mercati emergenti in Asia ed Europa dell'Est. Aveva partecipato alla privatizzazione della Banca Commerciale Romena ( dove non è entrata nella shortlist finale) e di recente ha acquisito il 9,9% della cinese Huaxia Bank e riaperto le attività di banca al consumo in India, Paese che sta vivendo un vero e proprio boom del credito.
Nel trimestre Deutsche Bank ha riacquistato azioni proprie in quantità inferiore rispetto al passato ( 2,5 milioni di azioni contro una media recente di 11,4 milioni): alcuni analisti ritengono che sia un segnale importante, probabilmente in vista di un'acquisizione importante. Il trimestre trainato ancora dalla divisione di investment banking