Per Hp si annunciano nuovi tagli mentre calano gli utili, a causa soprattutto degli oneri della ristutturazione ma anche del crollo dei prezzi nel business dei pc, dove i margini si riducono mese dopo mese e trimestre dopo trimestre.
Il colosso di Palo ha infatti archiviato il quarto trimestre con un brusco calo dei profitti: 416 milioni di dollari, il 62% in meno rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente. Sul risultato pesa l'effetto di oneri di ristrutturazione per 1,1 miliardi. L'utile per azione è di 41 centesimi, che sale a quota 51 centesimi eliminando gli elementi straordinari. Il fatturato è salito del 7,1% a 22,9 miliardi grazie alla forte richiesta di personal computer che però producono pochi utili. L’industria dei pc infatti sta attraversando un periodo difficile e solo poche aziende sono in grado di operare mantenendosi profittabili. Non a caso la rivale Ibm, l’anno scorso ha venduto, ai cinesi di Lenovo, proprio la divisione pc.
Su Hp stanno arrivando nuovi tagli al personale: il numero uno Mark Hurd, che ad aprile ha sostituito la “starlette-ceo” Carly Fiorina, si prepara a tagliare 15.300 posti di lavoro rispetto ai 14.500 previsti a luglio. La mossa consentirà ad Hp di risparmiare due miliardi di dollari all'anno e, forse, di guadagnare quote di mercato rispetto alla concorrente Dell. «Dobbiamo ancora fare molto lavoro - ha spiegato l'amministratore delegato - ma stiamo facendo progressi. I risultati riflettono una crescita solida dei ricavi, un buon controllo di costi e un'espansione solida dei margini nei settori-chiave». La scure dell’ex numero uno di Ncr sta portando dunque Hp a diventare più snella del passato e sembrano molto lontani i tempi della mega-acquisizione di Compaq, rivelatasi un boccone indigesto.
Il fatturato di Personal system group, ovvero la divisione dei pc, è cresciuto del 9% nel quarto trimestre, per un totale di 7,1 miliardi di dollari. Il profitto operativo invece è di soli 200 milioni di dollari (pari al 2,8% del fatturato), poco in termini di sostenibilità del business, ma in deciso aumento rispetto allo scorso anno, quando nel corrispondente esercizio Psg aveva registrato un profitto operativo pari a 77 di dollari milioni, ossia l’1,2 per cento del giro d’affari. Hp, da un lato, sembra essere avviata verso una ripresa di profittabilità in un settore difficile come quello dei pc, ma, dall’altro, con numeri di questo genere non può che confermare i malanni dell’industria del personal, sottoposta a una spinta competitiva eccessiva, che forza i costruttori a ridurre i prezzi a dismisura in una spirale di pressioni al ribasso che impattano su tutta la catena del valore comparto. E così dai produttori di componenti, dai fornitori di schede madri ai produttori di dischi fissi o ottici, soffrono tutti, con l’eccezione di Intel, Amd e Microsoft. Già, perché il prezzo di Windows non cala e neanche quello delle Cpu, e dunque il loro peso sul totale di un pc è sempre più ingombrante - per non dire eccessivo - oltre che incomprimibile rispetto al resto degli elementi hardware e software che costituiscono un personal.
Corrono le stampanti. In ripresa l'It business. La divisione Imaging and Printing, quella dedita alla produzione e vendita di scanner, stampanti e materiali consumabili (le cartucce di inchiostro e di toner) ha espresso un fatturato in rialzo del 4% a 6,8 miliardi di dollari. L’hardware consumer (stampanti e scanner dedicati all’utenza privata) hanno visto calare il fatturato del 4% a fronte di un aumento del numero di unità vendute pari al 6 per cento. Un dato che indica il crollo dei prezzi in atto. Le macchine destinate alle imprese sono cresciute in termini di fatturato del 4 per cento, e di ben il 16% in relazione al numero di esemplari commercializzati. In forte aumento le laser a colori (+41% in unità) e le macchine di fascia alta multifunzione che hanno registrato un progresso dell’83 per cento. In picchiata gli utili operativi che scendono a 896 milioni da 1,1 miliardi dello scorso anno. Ora i profitti si sono attestati al 13,2% del fatturato di Imaging and Printing group, in calo rispetto al valore del 16,6% di un anno fa. Quello delle stampanti e degli inchiostri, generalmente molto costosi, è un business cruciale: nell’ultimo trimestre i beni della voce "supplies" ha visto il giro d’affari crescere del 7% a 3,759 miliardi di dollari e arrivare nell’intero esercizio fiscale a 14 miliardi su un totale di 86,696 miliardi di dollari. In pratica i toner, le cartucce e in misura più limitata le carte speciali valgono per Hp quasi quanto l’intera divisione dell’informatica aziendale (Enterprise storage and servers), che in tutto l’esercizio ha registrato un fatturato di 16,7 miliardi (4,4 nel trimestre +10%) quasi quanto i servizi informatici (15,536 miliardi nell’anno, 3,9 miliardi nel trimestre +6%). L’intera divisione Imaging and Printing nell’anno fiscale ha realizzato 25,155 miliardi di dollari, un giro d’affari secondo solo a quello dei personal (26,741 miliardi) dove però i margini di guadagno sono limati all’osso.
La Hp di Mark Hurd si avvia a un nuovo anno fiscale dipendendo molto dall’informatica di consumo e tantissimo dalle stampanti a getto di inchiostro, le cui cartucce vendute a peso d’oro generano ancora molti utili, mentre la divisione dell’It per le imprese sembra aver recuperato slancio grazie allo storage e ai server realizzati con processori standard. Anzi, la divisione Ess (Enterprise storage and servers) ha registrato un forte sviluppo. I profitti, nel trimestre, sono più che quadruplicati da 100 a 405 milioni di dollari, pari al 9,1% del fatturato che ammonta a 4,5 miliardi di dollari. Un anno fa il rapporto giro d’affari/margine operativo era al 2,5 per cento.