JP Morgan Chase chiude il 2005 con una nuova solida performance ma paga lo scotto dell'introduzione della nuova legge sulla bancarotta personale e il rallentamento delle attività di compravendita.

Il terzo gruppo bancario degli Stati Uniti ha riportato per il periodo ottobre dicembre utili netti per 2,7 miliardi di dollari, il 60% in più rispetto agli 1,7 miliardi di dollari di un anno fa. Al netto delle voci straordinarie, gli utili operativi sono stati pari a 2,6 miliardi di dollari o 73 cents ad azione, un cent meglio delle attese degli analisti. Il fatturato invece è stato di 13,68 miliardi di dollari, il 6% in più rispetto a dodici mesi prima ma al di sotto delle attese di Wall Street. Per l'intero 2005, JP Morgan Chase ha guadagnato 8,48 miliardi di dollari o 2,38 dollari ad azione su un fatturato di 54,53 miliardi, in netto rialzo rispetto ai profitti per 4,47 miliardi e ai ricavi per 43,1 miliardi del 2004.
« In generale le nostre divisioni hanno registrato prestazioni soddisfacenti nel quarto trimestre — ha detto l'a. d. James Dimon — eccezion fatta per le attività di trading che hanno deluso » . Dopo essere cresciute lungo tutto l'arco del 2005, le attività di compravendita sul fisso hanno infatti registrato una flessione del fatturato del 28% rispetto a un anno fa e addirittura del 55% rispetto a un terzo trimestre da record. Secondo i vertici della banca, la deludente performance è da addebitare a un cattivo posizionamento sui tassi di interesse negli Stati Uniti e sul mercato delle commodities. Jp Morgan ha anche risentito del picco di ricorsi alla bancarotta registrato prima dell'entrata in vigore il 17 ottobre della nuova legge che ha reso più difficile la cancellazione dei debiti. Oltre mezzo milione di americani ha fatto domanda di bancarotta nella settimana precedente il 17 ottobre e le perdite per crediti divenuti inesigibili per JP Morgan sono state pari a 650 milioni di dollari. La nuova legge fallimentare dovrebbe invece far sentire i suoi benefici già nei primi sei mesi del 2006, periodo per il quale la banca si aspetta risparmi per 500 milioni di dollari. Il gruppo newyorkese vede un altro ostacolo sul percorso: nella seconda metà del 2006 diventerà esecutiva una nuova regola che prevede l'aumento dei pagamenti minimi mensili per i possessori di carte di credito. Il nuovo regolamento mira a evitare che gli americani incorranno in troppi debiti ma le banche temono che la conseguenza sarà quella di un aumento dei default sui pagamenti e in definitiva di nuovi ricorsi alla bancarotta. Secondo Dimon, il costo della nuova regola per JP Morgan potrebbe essere di 300 milioni entro l'inizio del 2007.