Intel chiude il terzo trimestre con un aumento di utili e fatturato sotto la forte spinta della domanda di microprocessori su tutte le linee di prodotti.

Gli utili sono cresciuti a 2 miliardi di dollari (o 32 centesimi per azione), contro gli 1,91 miliardi di dollari (o 30 centesimi per azione) relativi all’anno precedente. L’utile, chiarisce la società californiana, è il risultato della chiusura di un contenzioso su un brevetto (equivalente a 2 centesimi per azione), del positivo andamento delle vendite di chip per computer (anche grazie all’avvio dell’anno scolastico) e delle tasse pagate per il rientro di risorse generaste da attività estere.
Il fatturato è aumentato del 18% a 9,96 miliardi di dollari, dagli 8,47 dell’anno precedente. Non tenendo conto degli oneri straordinari, il risultato è il linea con le attese degli analisti, che si aspettavano utili pari a 33 centesimi per azione e un fatturato pari a 9,92 miliardi di dollari.
Il colosso di Santa Clara, primo produttore al mondo di microprocessori, ha reso noto, inoltre, di aver mancato l’obiettivo dei 10 miliardi di ricavi per avere sottostimato nel trimestre la domanda di chip e di semiconduttori, trovandosi poi nell’impossibilità di soddisfare tutte le richieste.
Per il trimestre in corso, Intel conta di superare per la prima volta quota 10 miliardi di fatturato per arrivare fino a 10,2 – 10,8 miliardi. Le attese degli analisti sono per 10,7 miliardi.
Il titolo di Intel, dopo la diffusioni dei risultati superiori alle attese, ha perso a Wall Street ha perso quasi il 3%, toccando quota 23,12 dollari.