Nei primi quattro mesi del 2008 i dati complessivi del commercio estero italiano mettono in evidenza una crescita delle esportazioni di merci pari all'8,7% nei valori correnti rispetto allo stesso quadrimestre di un anno prima. Nell'ambito dei 27 paesi dell'Unione europea, che incidono per il 60% sul totale dell'interscambio, l'aumento delle nostre vendite è del 5,8% nel corrispondente periodo, mentre con i paesi extra Ue la dinamica dell'export in valore ha toccato l'11,2% nei primi cinque mesi, risultando del tutto in linea a quella delle importazioni (+11,2%), su cui ha pesato la bolletta energetica, gonfiata dal caro petrolio e parzialmente contenuta dall'apprezzamento dell'euro sul dollaro. I conti economici nazionali del primo trimestre 2008 registrano, a loro volta, un limitato recupero delle esportazioni di beni e servizi a prezzi costanti, sia nei confronti del periodo precedente (+1,4%) che dello stesso trimestre del 2007 (+0,7% tendenziale).
La recente revisione dei dati di contabilità nazionale e delle statistiche sul commercio estero, effettuata dall'Istat, indica una crescita delle esportazioni e delle importazioni italiane nell'ultimo decennio molto più pronunciata (circa il triplo per l'export, +38% contro il +13%) di quanto stimato in precedenza, rivelando una sorprendente tenuta della nostra industria sui mercati esteri, che sembra allontanarla dalle prospettive di declino. Nel 2007, in particolare, le esportazioni hanno fatto segnare un aumento in volume del 5%, superiore a quello medio della prima metà del decennio (2001-2005), ma inferiore di circa due punti alla dinamica della domanda mondiale. Le importazioni in volume sono, per contro, aumentate del 4,4%, con un'espansione che si è concentrata, così come per l'export, nei settori delle macchine e apparecchi meccanici, dei prodotti in metallo e dei mezzi di trasporto, dove l'andamento della domanda internazionale è risultato più favorevole. Nei tradizionali comparti del made in Italy - quali tessile-abbigliamento e pelli, cuoio e calzature - la situazione è, invece, più difficile e i segni di affanno sono evidenti.
Tra le aree di destinazione, l'aumento dell'export è stato molto sostenuto verso l'Europa orientale, la Russia, la Turchia, il Medio Oriente e la Cina. Le brillanti performance nei paesi emergenti hanno permesso all'Italia di recuperare quote di mercato sulle esportazioni mondiali, risalendo nel 2007 al 3,6%, con un guadagno di qualche decimo di punto rispetto al minimo del 2005. Deludente è, invece, l'andamento del made in Italy negli Stati Uniti, dove il calo delle vendite non è tuttavia una sorpresa, a causa della stagnazione della domanda americana e del sensibile apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro. La frenata dell'export negli Usa e negli altri tradizionali mercati di sbocco dell'Unione europea non è così preoccupante (la dipendenza dal dollaro, per esempio, si va progressivamente riducendo), ma non deve essere nemmeno sottovalutata, date le dimensioni dei flussi commerciali in queste aree geografiche. Nei nuovi mercati a rapida crescita della domanda, per contro, le esportazioni italiane in settori importanti, come la moda/lusso e la meccanica strumentale, hanno ormai conquistato un netto vantaggio competitivo, che fa da garanzia per un futuro in buona salute.
Ice e Istat in collaborazione
La collaborazione tra Ice e Istat nell'ambito del Sistema statistico nazionale ha dato luogo, per il decimo anno a partire dal 1999, alla presentazione congiunta delle due principali pubblicazioni statistiche sul commercio estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane: L'Italia nell'economia internazionale-Rapporto Ice 2007-2008 e l'Annuario statistico del commercio estero e attività internazionali delle imprese Istat-Ice 2007.
La base informativa così resa disponibile è, quindi, molto ampia e articolata, in grado di meglio soddisfare le esigenze conoscitive degli operatori pubblici e privati. Una più approfondita utilizzazione dei dati sugli scambi con l'estero delle merci e dei servizi e di quelli relativi agli investimenti diretti esteri consente, infatti, un'analisi puntuale del sistema produttivo e commerciale dell'azienda Italia nel contesto dell'integrazione europea e della globalizzazione dei mercati. Il Rapporto e l'Annuario rappresentano, in particolare, il principale strumento di informazione e analisi sul posizionamento competitivo dell'Italia nell'economia internazionale.