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Istat: come rimuovere gli ostacoli alla ripresa

di Michele De Gaspari

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28 maggio 2008

Il Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2007

Rapporto annuale
Sintesi
Testo integrale
Dati statistici


Nel 2007 l'economia italiana è cresciuta dell'1,5%, mostrando un significativo rallentamento rispetto all'anno precedente (+1,8%), in cui aveva beneficiato di una forte accelerazione del Pil nel trimestre finale. Nell'ultimo quarto dello scorso anno (-0,4%), invece, il Pil ha fatto registrare una sensibile contrazione, legata al calo nel ritmo di crescita della domanda interna, che ha messo in evidenza un profilo discendente durante il 2007, a causa della decelerazione dei consumi privati e del ristagno degli investimenti in macchinari e attrezzature, bilanciati solo in parte dal contributo delle esportazioni nette. Il risultato complessivo del 2007 è inferiore alle attese, anche se le precedenti stime non sono direttamente confrontabili in seguito alla revisione straordinaria della contabilità nazionale da parte dell'Istat, basata soprattutto sui nuovi indici del commercio estero (volumi e valori medi unitari), ma senza trascurare alcune componenti della domanda nazionale, come gli investimenti e i consumi collettivi.

I consumi delle famiglie, in particolare, sono aumentati dell'1,4%, sostenuti dal buon andamento del mercato del lavoro e dalle agevolazioni fiscali per il rinnovo del parco automobilistico; gli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto sono risultati pressoché stagnanti (+0,2%), in linea con la progressiva discesa nel grado di utilizzo degli impianti. Gli investimenti in costruzioni hanno ancora mostrato una discreta vivacità (+2,2%), ma il rallentamento del settore nel finale dell'anno avrà negative ripercussioni nel 2008. La variazione delle scorte infine, dopo il forte accumulo del 2006, ha fornito un contributo neutrale alla dinamica del Pil.

La crescita del Pil italiano nel 2007 è stata, dunque, inferiore di oltre un punto percentuale a quella media dell'area euro (+1,5% contro +2,6%). Se consideriamo, poi, i quattro maggiori paesi dell'Unione europea vediamo che la Spagna è cresciuta di ben il 3,8%, la Gran Bretagna del 3,0%, la Germania del 2,6% e la Francia dell'1,9%, nonostante la difficile fase congiunturale interna. Il negativo differenziale di sviluppo dell'Italia rispetto agli altri grandi paesi europei non è, tuttavia, una novità e riguarda sia il periodo 2001-2007, sia la seconda metà del decennio 90, una volta esauriti i benefici della cospicua svalutazione della lira, verificatasi nel 1992-95. Questo conferma che la crescita potenziale della nostra economia è da tempo limitata e prevedibilmente lo rimarrà nel prossimo futuro.

Le prospettive dell'economia italiana per il 2008-2009 risentono dell'elevata incertezza che oggi caratterizza l'evoluzione dello scenario internazionale, a cominciare dalle turbolenze dei mercati finanziari, i cui effetti indiretti si aggiungono ai fattori negativi già presenti (esogeni ma non solo), come il forte rialzo nei prezzi energetici e alimentari, l'apprezzamento dell'euro sulle principali valute, la stretta al credito e il costo del denaro. Il dato positivo nel bilancio economico del 2007 è rappresentato dai conti pubblici: l'indebitamento netto (deficit) è sceso all'1,9% del Pil, il livello più basso dal 1999. Il risanamento finanziario senza dubbio c'è stato, ma quasi solo sul lato delle entrate, grazie al notevole recupero di base imponibile, mentre rimangono modesti i risultati sul fronte della spesa primaria (al netto degli interessi), che deve essere contenuta in misura ben più incisiva. La situazione della finanza pubblica ha confermato, nel suo complesso, il miglioramento anche nella prima parte di quest'anno, ma i rischi legati alla mancata crescita possono mettere a repentaglio gli equilibri di bilancio.

Il Rapporto annuale e la situazione del Paese nel 2007

Il Rapporto annuale dell'Istat esamina i grandi cambiamenti strutturali del nostro paese in termini di sistema economico, situazione demografica e mercato del lavoro, con riguardo alle dinamiche più recenti. Esso offre, in altre parole, un aggiornato strumento di conoscenza e di servizio per istituzioni, imprese e cittadini. L'edizione di quest'anno è organizzata in cinque capitoli, arricchiti da tavole statistiche e approfondimenti, che sono dedicati all'analisi della recente congiuntura economica, alla struttura e competitività delle imprese italiane nel contesto internazionale, all'evoluzione dei sistemi territoriali, al mercato del lavoro e condizioni economiche delle famiglie, all'immigrazione tra nuovi flussi e stabilizzazioni.

Il Rapporto dell'Istat, pubblicato com'è ormai consuetudine nella tarda primavera, giunge quest'anno alla sua sedicesima edizione. Differenziandosi dai tradizionali volumi che costituiscono i classici prodotti dell'Istituto, quali l'Annuario statistico italiano, il Rapporto ne rappresenta un'organica sintesi dell'attività di rilevazione e di ricerca, dove i dati sono raccolti, analizzati e interpretati in un insieme di testi, tabelle, approfondimenti. I temi descritti e sviluppati vanno da un'analisi della congiuntura economica nel 2007, della finanza pubblica, del mercato del lavoro, del sistema delle imprese e dell'apparato produttivo, sino alla trattazione dei principali aspetti demografici e sociali, come la previdenza, la sanità, la qualità della vita, il disagio sociale, i rapporti fra cittadini e istituzioni.

Il Rapporto realizza, infatti, una forma d'interazione tra l'attività dell'Istat e gli altri soggetti del sistema statistico nazionale, le università, i centri di ricerca pubblici e privati, in linea con le riforme della statistica ufficiale avviate all'inizio degli anni 90. Tutti i grandi temi dell'economia e della società che sono oggetto di dibattito trovano, dunque, in questo volume una serie di contributi informativi documentati. Si tratta di un grande e complesso lavoro di sintesi, in linguaggio sempre chiaro e accessibile, dello "stato di salute" dell'Italia nell'età dell'euro e nell'Europa allargata.



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