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Azienda Italia: corre il fisco, ma frena la crescita

di Michele De Gaspari

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2 ottobre 2007

Relazione previsionale e programmatica per il 2008
Nota di aggiornamento al Dpef 2008-2011


Pil +1,5% e deficit pubblico al 2,2% con una manovra complessiva di bilancio da 18,5 miliardi di euro: sono i dati salienti dello scenario macroeconomico della Relazione previsionale e programmatica per il 2008 e della Legge finanziaria, insieme ai temi e alle linee guida del documento governativo. Crescita del Pil pari all'1,9% e deficit al 2,4% rappresentano, a loro volta, l'eredità del 2007, che vede peggiorare moderatamente il quadro di sviluppo già delineato nel Dpef di giugno, mentre per i conti pubblici il buon andamento delle entrate fiscali dovrebbe avere un impatto positivo sui risultati del prossimo anno. Debito e avanzo primario si collocheranno, rispettivamente, al 103,5% e al 2,6% del Pil nel 2008, a fronte del 105,0% e del 2,5% stimati per quest'anno. Anche per queste voci si registra un lieve ritocco peggiorativo nei confronti del Dpef. La Finanziaria 2008 avrà, in particolare, un effetto neutro sul disavanzo tendenziale, con redistribuzione delle poste di bilancio tra spese e maggiore gettito tributario. Agli 11 miliardi indicati nella Finanziaria si aggiungono altri 7,5 miliardi dell'annesso decreto legge, che comprende una serie di misure di spesa (infrastrutture) e riduzioni di imposte (Ires, Irap e Ici), in parte anticipate al 2007. Le previsioni sulle variabili di base della manovra - Pil e deficit - appaiono tuttavia molto fragili, con rischi al ribasso alla luce delle cattive notizie sull'economia reale, insieme ai crescenti timori di una recessione negli Usa e di un'ulteriore svalutazione del dollaro. Ne conseguirebbero nuovi effetti di frenata per produzione, redditi e gettito fiscale nello scenario interno.

I più recenti dati sull'andamento dell'economia italiana ed europea mostrano un evidente deterioramento del quadro congiunturale a partire dal secondo trimestre 2007, mentre ancora non è chiaro in quale misura peserà sulla crescita nei prossimi trimestri la crisi dei mercati finanziari internazionali, innescata dalle insolvenze sui mutui "subprime" negli Stati Uniti. Gli effetti negativi comportano una conseguente revisione al ribasso delle stime di crescita del Pil, già definite nel Dpef 2008-2011 dello scorso giugno. Tutto dipenderà dall'evoluzione del ciclo economico, dall'impatto della crisi finanziaria sull'economia reale e dall'andamento del Pil nella seconda parte del 2007. L'aumento del Pil scenderebbe, infatti, quest'anno dal 2,0% all'1,9%, per assestarsi all'1,5% nel 2008, accentuando il ritocco verso il basso di alcuni decimi di punto. Ciò non dovrebbe, peraltro, determinare un aggiustamento negativo degli obiettivi di finanza pubblica, con il deficit rivisto al 2,4% del Pil nell'anno in corso (dal precedente 2,5%), grazie al nuovo surplus di entrate fiscali nel frattempo accertate (e alla redistribuzione del "tesoretto" sotto forma di spesa); il prossimo anno, poi, esso rimarrebbe a quota 2,2% del Pil, a ulteriore conferma dell'obiettivo indicato dal Dpef.

Manovra leggera (ma non troppo), più spese e tasse

La revisione del quadro macroeconomico non sembra richiedere, per ora, specifiche misure compensative sul fronte dei conti pubblici, al fine di evitare una possibile procedura di disavanzo eccessivo (a tutt'oggi avviata) in sede di Unione europea, dopo che è stata superata la soglia del 3% nel rapporto deficit/Pil. Le ultime scelte di politica economica, a partire dal Dpef, hanno preoccupato non poco le istituzioni internazionali - dalla Commissione Ue alla Bce, al Fondo monetario e all'Ocse - per non parlare della Banca d'Italia, come risulta dall'audizione parlamentare di luglio del governatore Draghi. Tutti gli osservatori hanno, infatti, rilevato che gran parte della correzione del deficit (e del conseguente rientro del debito) è stata trasferita sul triennio 2009-2011, nella seconda metà della legislatura, mentre si sarebbe dovuto agire subito, intervenendo con decisione sulle spese, data la ripresa congiunturale allora in atto. Per non compromettere il risanamento avviato, la dinamica della spesa pubblica deve essere riportata sotto controllo, accelerando il più possibile la discesa del debito in rapporto al Pil, che negli scorsi due anni aveva ricominciato pericolosamente a crescere.

La manovra di bilancio della Legge finanziaria 2008 prevede un saldo contabile pari a zero, in un contesto di invarianza della pressione fiscale. La correzione dei conti ammonta, tuttavia, a circa 11 miliardi (più altri 7,5 miliardi dell'annesso decreto legge), che corrispondono alle spese "inderogabili" da finanziare indicate nel Dpef e nel decreto di giugno, tra cui la copertura del rinnovo contrattuale del pubblico impiego e i fondi necessari per Anas, Ferrovie e altre infrastrutture. La spesa, nel frattempo, continua a correre: è cresciuta a due cifre nella prima metà del 2007, anche a causa di componenti straordinarie pregresse, toccando il 46% del Pil al netto degli interessi sul debito, senza dare segno di un'inversione di tendenza. Il calo dell'onere per interessi in particolare - sceso negli ultimi cinque anni sotto il 5% del Pil - non è stato utilizzato per consolidare l'avviato risanamento, ma per aumentare le altre spese. L'accelerazione delle entrate fiscali rispetto agli obiettivi programmatici, in atto dall'inizio del 2006, ha poi parzialmente compensato la crescita fuori controllo della spesa. Grazie all'avanzo del trimestre estivo, il deficit di cassa (fabbisogno del settore statale) si è ancora ridotto nei primi tre quarti del 2007, assestandosi a 30 miliardi a fronte dei 44,4 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. Il dato rilevante, ai fini del Patto di stabilità europeo, è però rappresentato dal deficit cosiddetto di competenza, l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, il cui valore assoluto resta sensibilmente più elevato.


Relazione previsionale, Dpef e Finanziaria

La Relazione previsionale e programmatica per il 2008, approvata dal Governo e presentata al Parlamento dal ministro dell'Economia e delle Finanze, è il documento annuale che contiene il quadro macroeconomico di riferimento per la Legge finanziaria e l'eventuale manovra correttiva sui conti pubblici. Negli ultimi anni, peraltro, alla correzione del deficit di bilancio si è aggiunta la funzione di promuovere lo sviluppo, la competitività e anche la redistribuzione del reddito. Insieme all'analisi di preconsuntivo dell'economia italiana per l'anno in corso (2007), il testo del documento governativo comprende le previsioni macroeconomiche degli aggregati dell'economia reale e della finanza pubblica per l'anno successivo (2008) e per il medio termine (2009-2011).

La Relazione aggiorna e amplia, in altre parole, il Documento di programmazione economico-finanziaria dello scorso giugno alla luce dell'evoluzione della congiuntura e delle più recenti prospettive, facendo da supporto analitico sia della Finanziaria che della politica di bilancio a medio termine. Insieme alla Relazione previsionale il ministero dell'Economia diffonde, inoltre, la Nota di aggiornamento al Dpef 2008-2011, che comprende le nuove stime alla base della manovra correttiva sui conti pubblici, così come previsto dalla Legge finanziaria.

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