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CREDITO AL CONSUMO |
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Assofin: «Effetto Bce soltanto marginale» |
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L’effetto-Bce sui finanziamenti a rate sarà solo marginale perché l’alto livello di concorrenza pone un freno ai tassi applicati. Lo assicura Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin, l’associazione italiana del credito al consumo e immobiliare che conta 68 operatori iscritti.
Che cosa si aspetta dalla Bce da qui a un anno?
A fine 2006 ci aspettiamo un costo del denaro al massimo al 2,5%. Secondo noi, infatti, dopo la stretta decisa oggi ci sarà solo un nuovo ritocco all’insù dei tassi di un altro quarto di punto.
L’impatto della stretta si farà sentire sul credito al consumo?
Nel credito al consumo le operazioni sono tutte a tasso fisso. Tutte tranne la formula del revolving credit, cioè con carta di credito, che nei primi 9 mesi del 2005 ha rappresentato il 13,3% dei flussi complessivi, con un tasso che può essere modificato in caso di un cambiamento delle condizioni di mercato, quando ad esempio c’è una variazione dei tassi. Si tratta però di operazioni di importo contenuto. La stragrande maggioranza delle operazioni di credito al consumo è invece a tasso fisso, quindi non modificabile. Questo vuol dire che i consumatori che hanno fatto ricorso fino ad oggi al credito al consumo non corrono alcun rischio che aumenti la rata e che diventi non sostenibile.
La questione si pone allora per i nuovi contratti…
Il mercato del credito al consumo è attualmente soggetto a forti tensioni competitive, perché è un mercato vicino alla maturità e nel quale abbiamo verificato nel corso degli ultimi anni che indipendentemente dal rialzo del costo del denaro c’è stata una riduzione media dei tassi applicati ai clienti. Prevediamo che questo continuerà anche nel corso del 2006 e quindi l’effetto dell’aumento, peraltro contenuto dei tassi, si percepirà poco o addirittura non si percepirà perché la pressione competitiva che tende a favorire i consumatori potrà essere superiore agli aumenti che saranno invece indotti dall’aumento del costo del denaro.
Quali sono i tempi tecnici di adeguamento alla decisione della Bce sui tassi al tasso applicato per il credito al consumo?
I tempi tecnici sono contenuti, l’aggiornamento delle tabelle di applicazione può essere questione di pochi giorni, ma ribadisco che la forte concorrenza farà sì che i ritocchi o non ci siano o siano minimi.
Le associazioni dei consumatori vi criticano per gli alti tassi di finanziamento applicati in alcuni casi…
Quello che garantisce il consumatore è la piena trasparenza delle condizioni e la reale concorrenza sul mercato. Queste sono le condizioni a cui tutti dovrebbero tendere. Se io fossi un’associazione di consumatori mi preoccuperei di questo. Le condizioni del 14-18% per alcuni prodotti come ad esempio le carte revolving che sono finanziamenti per importi molto contenuti sono tassi sul mercato fatti da tutti gli operatori. Non si sta sul mercato se non si fanno tassi in termini di Taeg, il tasso annuo effettivo globale, di questa natura perché sono il minimo che consente la copertura dei costi per operazioni di finanziamento di questo importo.
Quali sono le categorie più gettonate per il credito al consumo?
In termini di flussi erogati senz’altro l’auto è ancora il tipo di bene per il quale si fa maggiori ricorso al credito al consumo e ha rappresentato nei primi nove mesi del 2005 il 44,3% dei flussi erogati. Poi ci sono gli altri prestiti finalizzati all’acquisto di motocicli (1,7% a tassi di mercato e 0,5% a tassi promozionali), piuttosto che gli elettrodomestici da cucina e altre categorie più residuali.
Quale di queste categorie subirà il maggiore contraccolpo con il rialzo dei tassi?
Non ritengo che ci sia una categoria più esposta delle altre al rischio di aumento dei tassi. I fenomeni che influiranno di più saranno quelli più competitivi. Ad esempio, per l’acquisto di auto sono diffusissime le offerte promozionali, i tassi zero sono comunque al di sotto delle medie di mercato. Questo fenomeno continuerà verosimilmente anche nel 2006, quindi i tassi applicati spesso risentono di offerte promozionali che servono per vendere più facilmente i beni. Lo stesso vale per l’arredamento, è difficile trovare un divano che non sia venduto a tasso zero. La stessa cosa vale per gli elettrodomestici per i quali ci sono molte offerte promozionali. Tutti questi fenomeni fanno sì che un aumento contenuto di un quarto di punto-mezzo punto verosimilmente non verrà nemmeno percepito in termini di modifica delle condizioni di tasso da parte del consumatore.
Avete iniziative in corso per non raffreddare i consumi già depressi?
Le nostre iniziative vanno in direzione di un consolidamento delle partnership tra intermediari finanziari che erogano credito al consumo e catene commerciali siccome l’obiettivo è quello di soddisfare e fidelizzare il cliente. Ma questo non è legato ai movimenti sui tassi.
Può dare un consiglio al consumatore che sta per fare un acquisto e vuole orientarsi nella galassia del credito al consumo?
Il consumatore deve essere consapevole e confrontare offerte alternative, non accontentarsi mai della prima ma confrontarla con quella del rivenditore, della propria banca, con quella che si può trovare su Internet, verificare quella che in termini di TAEG e in termini di contenuto del servizio, soppesare questi due elementi e stabilire quello che conviene di più. Il consiglio però non cambia se non ci fosse stato un rialzo dei tassi.