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DENARO A BUON MERCATO, COSA CI ATTENDE |
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Codogno (BoA): l'era degli aumenti è appena cominciata |
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La Bce scommette sulla ripresa: Lorenzo Codogno, capo economista di Bank of America per l’area euro, interpreta così il rialzo dei tassi di interesse deciso dall’Istituto di Francoforte. La mossa apre la strada a nuovi interventi sul costo del denaro che secondo l’economista arriverà al 3,25% alla fine del 2006.
La Bce ha aumentato i tassi di un quarto di punto dopo oltre due anni di nulla di fatto. Seguiranno altri interventi? A quale livello si troverà il costo del denaro a fine 2006?
Con ogni probabilità seguiranno altri interventi se le previsioni dell’Istituto di Francoforte sull’andamento dell’economia saranno confermate. I banchieri centrali si aspettano un rafforzamento della crescita in Europa nel corso nell’anno prossimo. E’ chiaro che al momento il presidente Trichet e la Bce non sono desiderosi di impegnarsi con i mercati finanziari dando segnali in tal senso. Se devo indicare una tempistica ci sarà un nuovo rialzo a marzo e poi la Banca Centrale continuerà su quella strada con aumenti di 25 punti base, portando il tasso di riferimento al 3,25% a fine 2006.
Questi rialzi non potrebbero presentare rischi se si considera lo stato attuale della ripresa?
Chiaramente il rischio c’è. E’ chiaro che Trichet sta facendo una scommessa con le proprie previsioni. Se effettivamente queste si verificheranno, la Bce dimostrerà di aver reagito in maniera preventiva anticipando la ripresa economica. Se invece la ripresa non ci sarà affatto o ci sarà un po’ meno, questa decisione si rivelerà un po’ prematura. I rischi rimangono perché i consumi privati sono ancora fragili in Europa, quindi qualche incognita esiste ancora.
Lei è d’accordo con la linea scelta da Trichet o nutre qualche dubbio?
Il nostro ruolo è quello di prevedere quello che fa la Banca Centrale Europea e non di dire quello che dovrebbe fare. Abbiamo detto prima di altri che ci sarebbe stato un rialzo a dicembre, questo non vuol dire necessariamente che io sia d’accordo. A dire il vero avrei preferito che la Bce avesse atteso un altro trimestre perché effettivamente muovere i tassi in questo momento è ancora un po’ rischioso.
A favore di uno status quo avrebbe giocato anche il livello dell’inflazione core (cioè al netto della componente energetica e agricola) che a ottobre è stata pari all’1,4% mostrando dunque di essere sotto controllo…
Sì, l’inflazione non è ancora salita, ma chiaramente la Bce è preoccupata per la forte crescita monetaria unitamente alla forte crescita del credito alle imprese e alle famiglie in una situazione di domanda interna debole.
Per la prima volta questo rialzo dei tassi è stato annunciato chiaramente dal Presidente Trichet due settimane fa. Secondo lei si tratta di un cambiamento radicale della strategia di comunicazione di Francoforte?
Penso che sia stato un fatto episodico, non era mai accaduto che la Bce annunciasse in anticipo una decisione. Di fatto non penso però che si ripeterà. L’Istituto potrebbe preparare i mercati in anticipo sulle decisioni future, ma non con la certezza e la chiarezza che è stata fatta questa volta, è stato un fatto molto inusuale.
È preoccupato per il possibile impatto della stretta sul debito pubblico italiano?
Aumenta il costo del servizio del debito, questo è chiaro, ma teniamo presente che lo fa in maniera molto graduale nel corso del tempo e non necessariamente i tassi a lungo termine saliranno, anche se penso che in effetti lo faranno. C’è un rischio, ma tutto sommato non drammatico perché viene spalmato in molti anni nel futuro.
I rialzi avranno le stesse ricadute in tutti i Paesi?
In effetti ci saranno un po’ di differenziazioni. Ovviamente è un po’ difficile dire chi sarà maggiormente penalizzato e chi meno. E’ sicuramente vero che saranno in vantaggio i Paesi che hanno attuato le riforme strutturali, ma purtroppo non ce ne sono molti nell’area euro.
Non c’è il rischio che consumatori e investitori possano essere duramente colpiti dal nuovo trend di aumento del costo del denaro?
Direi che potrebbe essere una mossa rischiosa se la ripresa dell’economia non si allargherà ai consumi nei prossimi mesi come penso che la Bce si attenda e come anche noi ci attendiamo. Esiste un rischio su questo versante. Vedremo nei prossimi mesi se la Banca Centrale avrà fatto la scommessa giusta, cioè se l’economia si sta espandendo anche sul fronte dei consumi o se è stato un calcolo sbagliato.
Guardando al settore immobiliare: teme lo scoppio della bolla?
Ovviamente ci sono alcuni rischi. Ma al 3,25% i tassi saranno comunque bassi e tenendo conto anche dei ritardi del meccanismo di trasmissione all’economia del rialzo dei tassi secondo me c’è la possibilità concreta che il mercato dei mutui e delle abitazioni continui ad avere una buona performance nel corso del 2006 e forse solo nel 20007 comincerà a mostrare segni di debolezza.
Passando alla crescita: come vede il Pil dell’Eurozona a fine 2006%? Il peggio è davvero passato?
Secondo noi ci sarà un’accelerazione del Pil dell’1,4% quest’anno e dell’1,9% nel 2006. Questo significa la continuazione della crescita e dell’espansione dell’economia. Niente di particolarmente brillante ma è un ulteriore miglioramento.
Quali sono invece le vostre stime sul Pil italiano?
Prevediamo un +0,2% per il 2005 e un +1,2% per il 2006, mentre per il 2007 dobbiamo ancora finalizzare i dati.
Quale sarà l’impatto del nuovo ciclo di rialzi del costo del denaro sul tasso di cambio euro/dollaro?
In questo momento l’euro si sta indebolendo e questo favorisce la crescita dell’economia dell’area ovviamente sul lato delle esportazioni. Dubito che questo possa continuare e penso che nel 2006 la moneta unica si rafforzerà e questo comporterà un minor contributo alla crescita in Europea da parte del fattore estero e significa che la crescita dovrà avvenire per moto interno e con la forza della domanda interna.
Passando invece oltreoceano: che cosa si aspetta dalla Fed targata Bernanke?
Il nuovo governatore l’ha detto in maniera chiara e molto programmatica che il suo obiettivo primario è quello di dare continuità alla Federal Reserve. E’ chiaro che Bernanke e Greenspan sono due personalità diverse. Bernanke è molto qualificato e ha le idee molto chiare su ciò che intende fare. Un cambiamento me lo aspetto con il passare del tempo, più sulla strategia di politica monetaria che sull’andamento dei tassi vero e proprio.
Negli Usa il costo del denaro salirà ancora?
Sì, ci aspettiamo tre nuovi rialzi, uno a dicembre, un altro a fine gennaio e l’ultimo a marzo per arrivare al 4,75%, poi ci sarà un periodo di stabilità.
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