Opa su Endesa ben prima dei sei mesi imposti dalla Consob spagnola (Cnmv). Se lo augura, e in qualche modo lo esige, da Londra l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, durante l'incontro con la comunità finanziaria internazionale (ha concluso il discorso in spagnolo) in occasione della presentazione dei risultati di bilancio del 2006. Conti confida che E.On non superi il 50% entro i termini del 3 aprile fissati per l'Opa in corso e, quindi, si ritiri. In più, però, Enel potrebbe agire contro la decisione della Cnmv, alla quale ha già chiesto di tornare sui propri passi. «Presenteremo un ricorso - ha detto l'ad - è un diritto del mercato lanciare l'Opa quando se ne chiude un'altra. Secondo la nostra interpretazione, lo stop di sei mesi fissato dalla Cnmv è relativo non alla presentazione, ma all'autorizzazione dell'Opa. E anche su questo, insieme ad Acciona, chiederemo l'eliminazione del vincolo». Intanto Sepi, holding di Stato spagnola che detiene il 2,95% di Endesa, ha deciso di non aderire all'Opa di E.On, al contrario di quanto fatto dagli altri soci iberici di Caja Madrid, con il 9,9%.
L'operazione su Endesa genererà utili sin dal primo anno, porterà a un incremento dell'utile per azione pari al 25% e non prevederebbe «l'ipotesi di dismettere asset di Endesa». L'Opa sarà condotta senza compromettere il piano di investimenti di Enel, senza modificare il rating A e senza ricorrere ad alcun aumento di capitale. Il manager ha anche spiegato che Enel e Acciona consolideranno Endesa pro quota.
E mentre si prepara la battaglia con i tedeschi a colpi di carte bollate e ricorsi (ma nella nostra iniziativa su Endesa è «tutto perfettamente legale e trasparente», ha messo le mani avanti Conti) la Commissione europea ha deciso di deferire la Spagna alla Corte di giustizia per non avere ritirato le condizioni restrittive imposte all'offerta pubblica lanciata a 40 euro (contro i 41 annunciati per l'eventuale contro-Opa del tandem italo-spagnolo Enel-Acciona) dal gruppo guidato da Wulf Bernotat. Una mano a E.On l'ha data ancora la Cnmv: il suo numero uno, Manuel Conthe, ha dichiarato che l'accordo di "equity swap" Caja Madrid e E.On non viola alcuna normativa.
Quanto al bilancio d'esercizio 2006 è stato chiuso con un utile netto in calo del 22,1% a 3,036 miliardi. Al netto del contributo di Wind e Terna, sottolinea la società guidata dall'ad Fulvio Conti, l'utile del gruppo cresce dell'1,4% rispetto al 2005. Il cda ha deliberato di proporre all'assemblea, convocata il 23 e 25 maggio, un dividendo complessivo 2006 di 0,49 euro (0,20 già pagato in acconto a novembre scorso) contro i 0,44 euro del 2005. «Per il 2007 - ha commentato Conti - ci attendiamo risultati operativi in ulteriore miglioramento rispetto al 2006». Per l'anno appena chiuso Conti ha parlato di risultati «ottimi», che «confermano la validità della nostra strategia di crescita internazionale e di costante miglioramento della gestione operativa e ci incoraggiano a proseguire con determinazione sulla strada intrapresa».
