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Tremonti all'attacco del Governo: «Liberalizzate solo le tasse»

di Piero Fornara

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7 ottobre 2006

CAPRI - Dopo i botta e risposta a distanza sulla Finanziaria affidati alle pagine dei giornali, la seconda giornata del convegno d’autunno dei Giovani Imprenditori a Capri, sabato 7 ottobre, vede sfilare l’uno dopo l’altro sul palco della sala congressi dell’hotel Quisisana il vicepresidente di Forza Italia ed ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, l’attuale titolare del dicastero di Via XX settembre Tommaso Padoa-Schioppa e il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.

Davanti a una platea sostanzialmente delusa dalla Finanziaria uscita da Palazzo Chigi,
Tremonti è partito subito all’attacco dicendo che «stare all’opposizione è molto confortevole» per lui, «ma non per il Paese»; se dipendesse da lui non ci sarebbe da cambiare solo la manovra, ma anche il Governo. Gli applausi ripetuti dei Giovani Imprenditori hanno dato subito la percezione del gradimento degli ascoltatori. Intervistato da Bruno Vespa, l’ex ministro dell’Economia di Berlusconi non ha resistito anche alla tentazione di farsi una domanda da solo, chiedendo al suo interlocutore: «Poi parliamo anche di Tfr?».

Su questo tema Tremonti ha esordito così: «Ho sentito un illustre signore in Parlamento (il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, ndr) dire che il Tfr non è delle imprese, ma dei lavoratori. Bene il Tfr non è neanche dello Stato». Più in generale, secondo l'ex titolare di Via XX Settembre, l'unica "vera" norma della Finanziaria «è la liberalizzazione delle tasse, perché d’ora in avanti ogni ente territoriale potrà emettere nuovi tributi».

Nel decreto Visco-Bersani, che Tremonti considera l'inizio della Finanziaria, «non ci sono liberalizzazioni ma spirito di regolamentazione. Ed è inaccettabile la quantità crescente di demenziale regolamentazione introdotta in economia». La politica fiscale del Governo e i provvedimenti anti evasione «replicano il mago Otelma del quale vedo la fisionomia nel presidente del Consiglio», ha aggiunto sorridendo.

«Ho un'impazienza politica, dopo aver ascoltato l'intervento di Tremonti. Di chiedergli: ma voi dove eravate negli ultimi cinque anni?». Così il ministro per i Rapporti Comunitari Emma Bonino ha risposto al vice presidente di Forza Italia, che già seduto in platea cercava di replicare. La Bonino ha ribattuto con ironia: «Non è lei professore l'unico Solone della politica italiana - ha detto - ci sono altre signorine che hanno la capacità di capire».

Ancora sul Tfr il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha ribattuto che «è di proprietà, seppur in modo differito, dei lavoratori. Non è né delle imprese né dello Stato. E su questo non c'è discussione». Il leader sindacale ha chiesto alle parti di «mettersi attorno a un tavolo» per discutere di questo tema. Il Governo, secondo Epifani, dovrà comunque dare risposte alle esigenze delle piccole e medie imprese in termini di accesso al credito.

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