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Ernst Raue (Deutsche Messe): «Una manifestazione al passo coi tempi» |
di Pino Fondati |
Un po’ per l’annosa congiuntura economica negativa, un po’ a causa di bolle varie e gigantismi del passato spesso ingiustificati, il settore delle fiere dell’Ict attraversa un periodo di forte crisi.
Ne sono testimonianza la chiusura di fiere di una certa importanza, e le difficoltà che attraversano altre, come Smau (per la quale comunque l’ultima edizione ha registrato lievi segnali di ripresa). Il Cebit resta e si consolida, a venti anni dalla prima edizione. Da allora il salone si è continuamente rinnovato, assecondando l’evoluzione di un settore che ha connaturati in sé l’innovazione e il cambiamento. Con Ernst Raue, membro della presidenza della Deutsche Messe Ag di Hannover, l’ente organizzatore di Cebit, parliamo di Cebit e non solo.
Qual è lo stato attuale delle fiere del settore Ict?
Considerando le 14 maggiori fiere mondiali dell’Ict, il Cebit, con una superficie espositiva di oltre 310 mila metri quadrati, si colloca nettamente al primo posto. Il numero due del mercato è il Consumer Electronics Show (Ces), che si tiene a Las Vegas. Il Ces non è però un vero e proprio concorrente per il Cebit, perché di fatto essa è dedicata esclusivamente all’elettronica di consumo e perché, a livello di dimensioni, è la metà per numero di espositori e visitatori, nonché per superficie espositiva occupata. Negli Usa sono praticamente sparite quasi tutte le fiere per le tecnologie Ict. Il nostro maggior concorrente era il Comdex, che è fallito, trascinando con sé le 30 succursali nel mondo. In Europa, ha chiuso i battenti anche la fiera Itu “Telecom World”, per cui di fatto il Cebit rimane l’unica fiera internazionale per l’industria delle telecomunicazioni in ambito europeo.
Il successo di una fiera si misura ancora in termini di metri quadrati venduti e di numero di visitatori, o ci sono altri parametri?
La cartina di tornasole del successo di una fiera continua a essere la superficie espositiva occupata e il numero di espositori e visitatori. Autorevoli osservatori, come la rivista economica tedesca “Impulse”, ha confermato che, considerato il numero di visitatori in rapporto al costo della superficie al metro quadrato, il Cebit è di gran lunga il salone dell’Ict più conveniente a livello mondiale.
Qual è il livello di internazionalizzazione del Cebit?
Come dimostra l’edizione 2006, il Cebit diventa sempre più internazionale. Il boom di espositori asiatici registrato negli scorsi anni continua, con 1.800 espositori dell’area dell’Asia/Pacific. L’Europa centrale e dell’Est è rappresentata da 289 aziende, che si appoggiano ancora una volta al salone per intensificare i contatti internazionali; questo nonostante il drastico calo delle sovvenzioni statali per le fiere. L’internazionalizzazione riguarda anche i visitatori: dei 474 mila visitatori dello scorso anno, oltre 128 mila erano di provenienza estera, e di essi ben 32 mila arrivavano dal sud-est asiatico.
Dal punto di vista tecnologico, qual è il punto centrale di questa edizione del Cebit?
Il tema della convergenza; vogliamo dimostrare che le applicazioni crescono di pari passo con le tecnologie. All’insegna dello slogan “Digital Solutions for Work and Life” il Cebit dedicherà ancora più attenzione al tema del Digital Lifestyle come componente della vita digitale. Il Cebit presenta la crescita congiunta delle soluzioni digitali per il lavoro e per il tempo libero: a partire dal software e dai tool per il business alle soluzioni di comunicazione per la casa e per l’ufficio, al digital entertainment. In questo modo, il salone prende atto della crescente convergenza dei mercati, perché la tecnologia dell’informazione e la tecnologia della comunicazione si fondono sempre più con la tecnologia consumer electronics, con la telematica e con la logistica.