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8 dicembre 2006

Studi di settore con più garanzie

di Jean Marie Del Bo e Marco Mobili
I punti dell'intesa tra Fisco e autonomi


È in dirittura di arrivo il nuovo protocollo d'intesa tra lavoratori autonomi e Governo in materia di Fisco e sviluppo. Con l'obiettivo di rivedere le regole che i rappresentanti delle associazioni di categoria di artigiani e commercianti sottoscrissero dieci anni fa, alla vigilia dell'entrata in vigore degli studi di settore. Il tavolo non comprende i professionisti che non parteciparono alla stesura del patto del '96.
Questa volta, però, l'accordo sembra avere orizzonti più ampi. Infatti, anche se il tavolo tecnico costituito nel settembre scorso porterà alla sigla nei prossimi giornidi un protocollo d'accordo unitario, i lavori si sono indirizzati su due fronti.
Il primo traguardo è strettamente fiscale. Il Governo e le categorie puntano a rivedere le modalità di applicazione degli studi di settore, in un contesto volto a migliorare il rapporto Fiscocontribuenti e al cui impulso hanno contribuito gli uomini del del vice ministro dell'Economia, Vincenzo Visco. L'altrofronte —più economico — ha visto come promotore il ministro per lo Sviluppo, Pierluigi Bersani: l'obiettivo, in questo caso, è proseguire senza ulteriori scossoni o traumi da parte delle categorie il discorso di liberalizzazioni e rilancio che era stato avviato a luglio scorso con la manovra d'estate (Dl 223/06). Con l'obiettivo di arrivare a raddoppiare la scommessa: l'emersione di base imponibile potrà servire non solo da innesco per la diminuzione delle aliquote ma anche da base per favorire lo sviluppo.
Ora si è giunti alla stretta finale. Il testo del protocollo è blindatissimo: nessuno dei partecipanti al tavolo vuole mandare in fumo il lavoro degli ultimi tre mesi.Si tratta di limare alcune sfumature, come il problema della valenza fiscale dello scontrino e della ricevuta con la piena operatività dell'invio online all'amministrazione dei corrispettivi.
E che ormai sia questione di dettagli si evince sia nelle dichiarazioni rilasciate dal ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, in occasione dell'apertura del Motorshow di Bologna secondo cui l'intesa con gli autonomi potrebbe essere sottoscritta già per la prossima settimana, sia nel fatto che la stretta sugli studi di settore voluta dal Governo in Finanziaria è stata modificata (si veda «Il Sole24 Ore»di ieri).
Tra i principali punti della parte fiscale del protocollo d'intesa tra commercianti, artigiani e Governo spiccano proprio le maggiori garanzie offerte dall'amministrazione a chi si allinea alle risultanze di Gerico. Una sorta di protezione per chi è di fatto congruo e coerente. In sostanza, anche secondo quanto approvato due giorni fa in commissione Bilancio del Senato con un emendamento alla Finanziaria, è stata limitata la possibilità per i contribuenti soggetti a studio "virtuosi" di subire ulteriori accertamenti induttivi diversi da quelli basati sugli studi. In particolare, questa possibilità è ammessa solo se i maggiori ricavi accertati siano superiori al 40% del dichiarato o a 50mila euro.
E anche quando si superi questa soglia, il protocollo prevede che per disattendere l'applicazione degli studi l'agenzia delle Entrate motivi puntualmente le ragioni.
Dal tavolo tecnico è giunta anche l'indicazione che, comunque sia, l'attività di accertamento verrà orientata in prima battuta verso chi dichiara ricavi inferiori ai minimi indicati dagli studi.
Altro punto di forza dell'accordo, fortemente voluto dalle categorie e sul quale per altro ebbero modo di scontrarsi anche con il passato Governo e in particolare con il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, sta nell'impossibilità per il Fisco di procedere ad adeguamenti automatici degli studi. Secondo il protocollo e l'emendamento approvato saranno individuati meccanismi che,sulla base didati reperiti annualmente, consentano agli studi di cogliere le situazioni di crisi e quelle di espansione. La revisione potrà tener conto della contabilità nazionale.
Particolare attenzione sarà posta dall'amministrazione finanziaria anche alla territorialità degli studi, forse il vero tallone di Achille del meccanismo di gestione di ricavi e compensi. L'obiettivo è arrivare ad avere risultati degli studi sempre più aderenti alle singole realtà territoriali.



 

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