30 novembre 2006 |
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Paracadute per i Comuni |
Il dissesto del Comune di Taranto arriva in Finanziaria. Secondo fonti bene informate, tecnici del ministero dell'Economia, dell'Interno e della presidenza del Consiglio, in coordinamento con il ministero per gli Affari Regionali, stanno predisponendo un emendamento ad hoc per assicurare che le delegazioni di pagamento, lo strumento di garanzia con cui gli enti locali accedono ai finanziamenti bancari,saranno escluse in futuro dalle competenze della Commissione di liquidazione.Quindi non entreranno nel dissesto.
La norma,che non necessiterebbe di alcuna copertura, darà una interpretazione autentica dell'articolo 255 della decreto legislativo n. 267 del 2000 (il Testo Unico degli Enti locali).
L'obiettivo, fin troppo evidente, è quello di dare un segnale ai mercati, dopo la decisione di due giorni fa dell'agenzia di rating Fitch di declassare dalla "CC" a "C" il comune pugliese. Evitare, insomma, un potenziale effetto domino, fatto di declassamenti e conseguente stretta sui crediti bancari agli enti locali con rating più vicino alla soglia che separa la classe "investimento" dalla classe "speculativa".
Il declassamento dei titoli di debito di Taranto a spazzatura (si veda il Sole24Ore di ieri) è scattato dopo la scadenza, il 22 novembre, di una cedola di 8 milioni di euro su un prestito obbligazionario di 254 milioni tutto in capo alla Banca Opi (Gruppo Bancario San Paolo Imi). Per il rimborso di quella cedola resta un breve periodo di garanzia, mentre il 31 dicembre scade un'altra cedola (da 7,5 milioni) su un prestito da 70 milioni erogato dalla Cassa depositi e prestiti. Che cosa è accaduto? In un primo momento l'organo di liquidazione aveva confermato a Fitch che i fondi messi da parte con le delegazioni di pagamento sarebbero serviti per onorare la rata del Boc. Poi,invece, è stato deciso di dare la priorità al personale comunale e pagare lo stipendio di ottobre. Una mossa letta come conferma della mancanza diliquidità e del rischio concreto che le cedole non rimborsate a Banca Opi finiscano nella massa passiva del dissesto; con possibilità di rimborso a riparto negli anni a venire.
Il fallimento evocato da Visco
L'emendamento da inserire alla legge Finanziaria, che potrebbe essere presentato in Senato nelle prossime ore, va in senso contrario alle dichiarazioni fatte qualche settimana fa a New York dal viceministro dell'Economia Vincenzo Visco, che aveva auspicato la possibilità, anche per l'Italia, di poter aprire la procedura fallimentare per gli enti locali in dissesto finanziario. Una prospettiva — secondo il ragionamento di Visco— che indurrebbe gli istituti di credito a una maggiore cautela nel ricorso ai sofisticati strumenti dei derivati finanziari per offrire risorse agli enti locali sulla base della garanzia delle delegazioni di pagamento. Con l'emendamento Taranto e l'esclusione di questa garanzia dal dissesto, le banche e i mercati verrebbero invece rassicurati. Mentre proprio per il Comune di Taranto il problema resterebbe aperto, visto che una norma interpretativa difficilmente può avere valore retroattivo.
Secondo l'osservatorio sui rating degli enti locali di DexiaCrediop, attualmente sono 37 le amministrazioni comunali che vantano una valutazione sul merito del debito da parte di Moody's, Standard Poor's o Fitch; 24 le province(proprio ieri è stata confermata la A+ di S&P's alla Provincia di Roma); e 19 regioni, oltre alle province autonome di Trento e Bolzano.
Quattro i comuni con un rating "sulla soglia", tra la categoria " investimento"e la "speculativa", vale a dire la "BBB+" di Fitch. Sitratta di Jesi,Orvieto, Roseto degli Abruzzi e Napoli. Ma se per le prime tre amministrazioni gli equilibri di bilancio sono molto lontani dal caso tarantino, il Comune di Napoli, alle prese con la compilazione del bilancio preventivo 2007, desta qualche preoccupazione. Ildissesto più significativo degli ultimi anni, accadde nel 1993, fu proprio dichiarato a Napoli.
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