Così com'è, la pseudotassa di successione, non piace proprio a nessuno.
Alla fine se n'è accorto anche il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, che, dopo un confronto con i parlamentari dell'Unione, ieri ha offerto la disponibilità del Governo a cambiare rotta.
L'ipotesi che si fa strada, tra i banchi della maggioranza, è quella di ripristinare una vera tassa sui grandi patrimoni e abrogare gli aumenti delle imposte ipocatastali e di registro, introdotti con il decreto legge collegato alla Finanziaria (262/06). Questa la richiesta dei capigruppo dell'Unione, nel corso di un incontro durato oltre tre ore, alla quale hanno partecipato anche i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, all'Economia, Alfiero Grandi,e ai Rapporti con il Parlamento, Giampaolo D'Andrea.
E, messo sotto pressione, Visco ha affermato che il Governo non considera intoccabile la tassazione su successioni e donazioni: «Stiamo ragionando, ci saranno emendamenti sia di maggioranza che di opposizione. Vediamo, non ci sono pregiudiziali ». Il viceministro ha invece liquidato l'ipotesi di alzare la soglia di esenzione ( 250mila euro per la prima casa del deceduto): «La soglia —ha spiegato — è alta e di fatto rende esente il 99% dei contribuenti».
La riunione è stata convocata proprio in vista della presentazione degli emendamenti al decreto fiscale collegato alla Finanziaria (il termine scade oggi a mezzogiorno). Accanto all'imposta di successione mascherata, come la chiamano anche i parlamentari dell'Unione, sono finiti sotto tiro il superbollo per i Suv e le sanzioni per i negozi che "dimenticano" gli scontrini.
«Prodi — ha spiegato la relatrice al decreto, Laura Fincato (Ulivo) — in campagna elettorale parlò di una tassa di successione per i grandi patrimoni, di svariati milioni, e anche Bertinotti disse che non si doveva colpire né la prima né la seconda casa. Abbiamo chiesto al Governo di attenersi a questo principio ». Così i capigruppo dell'Unione hanno suggerito di ispirarsi alla legge approvata dal Centrosinistra due legislature fa, quando la tassa di successione fu lasciata solo sui grandi patrimoni. «Basta aggiornare i dati. Allora — insiste Fincato — si parlava di 350 milioni pro capite, oggi si parlerà di cifre ben diverse». Da rivedere anche le disposizioni antiSuv. Se il superbollo è pensato per colpire i veicoli inquinanti, allora —questa l'obiezione — sarebbe meglio guardare alle emissioni anziché al peso. Magari riconoscendo un'esenzione ai nuclei familiari numerosi. Infine, si invoca un occhio di riguardo per i territori di montagna, dove il Suv può essere un mezzo di lavoro.
Sugli scontrini, il vicecapogruppo dell'Ulivo, Marina Sereni, ricorda che già il ministero dell'Economia ha preannunciato un ripensamento della stretta. Ad esempio la chiusura di due mesi in caso di violazione dell'obbligo di rilascio dello scontrino fiscale potrebbe essere prevista in caso non di una, ma di «reiterate» infrazioni e per un periodo «limitato a 15 giorni».