Cinquecento emendamenti, quattrocento dell'opposizione ( in buona parte della Lega), attendono oggi nell'aula della Camera il decreto legge tributario collegato alla Finanziaria 2007.
Il Governo, di fronte all'assalto, ribadisce di voler evitare il ricorso alla fiducia,che eliminerebbe gli emendamenti. Ma la valanga di modifiche proposte dalla Cdl è, per il Gabinetto Prodi, un ottimo pretesto per invocare la necessità di troncare il dibattito e arrivare al più presto al voto. Poi toccherà al Senato dove Fernando Rossi, dei comunisti italiani, ha restitutio la tessera di partito e ha annunciato che voterà no alla manovra 2007 azzerando l'esiguo margine di vantaggio per l'Unione.
«La Finanziaria si va affinando, ha detto Romano Prodi, e proprio perché ha una sua completezza ho convocato una riunione per lavorare insieme sulla strategia da seguire».
«Non un vertice, ha precisato Prodi, ma un lavoro comune per arrivare all'approvazione più rapida possibile della Finanziaria». Ovvero, «se ricorrere o no alla fiducia, a seconda del numero di emendamenti». Favorevoli gli alleati, sia che parlino di riqualificare la manovra 2007, come i Ds, sia di riequilibrarla, come l'Udeur, sia di metodo di lavoro, come Rifondazione e Margherita. Sicurezza e Università due dei settori da sostenere.
Quanto al decreto, l'obiettivo è approvarlo alla Camera in settimana. «Per Governo e maggioranza c'è l'impegno a non mettere la fiducia, ha detto Vannino Chiti, ministro per i Rapporti col Parlamento, ma c'è da verificare la disponibilità dell'opposizione: 400 emendamenti non sono pochi». L'autorizzazione alla fiducia sul decreto è stata concessa da tempo dal Consiglio dei ministri.
L'Irpef. L'emendamento di Marina Sereni,Ds e vicecapogruppo dell'Ulivo, «non dispiace » al Governo, ha detto il sottosegretario Alfiero Grandi. Che annuncia per oggi, come «molto probabile», un emendamento dell'Esecutivo. Si tratterebbe di studiare agevolazioni, ad esempio detrazioni, per i contribuenti con oltre 75 anni. Si discute se destinare il vantaggio agli anziani incapienti o estenderlo a tutti. Per coprirlo, si studia un aggravio sui redditi oltre i 150mila À annui, per i quali l'aliquota massima salirebbe dal 43 al 45%. Il gettito, 200 milioni, andrebbe agli over 75. Troppo onerosa, invece, la clausola di salvaguardia per i redditi tra 40 e 45mila À, che costerebbe fino a 1,5 miliardi. «Più ragionevole»,sempre secondo Grandi, qualche sgravio sotto i 40mila €.
L'Iva sulle auto. Il minor gettito (5 miliardi annui) conseguente alla sentenza della Corte europea che ha condannato l'Italia ad applicare la detraibilità al 100% dell'Iva sulle auto aziendali ha costretto il Governo a coprire in bilancio l'onere nella sua ipotesi massima. Se però dovesse essere concordato un livello inferiore di detraibilità, ad esempio il 50%, la copertura che si libererebbe (2,5 miliardi) potrebbe essere oggetto degli appetiti del Parlamento. Di qui la preoccupazione del settore automobilistico, che fa presente come a un minor onere per il bilancio debba corrispondere non l'utilizzo per altre spese delle somme recuperate, ma un alleggerimento delle coperture. I costi della sentenza per l'erario sono stati infatti pareggiati aggravando le imposte dirette a carico degli stessi contribuenti destinatari della maggior detrazione. Come dire: se cala il peso della sentenza, si riduca anche il carico fiscale addossato al settore a fini di compensazione.