Chi parte Basso va sano e va lontano |
di Dario Ceccarelli |
Finalmente. Dopo cinque tappe di falsi indizi ci si avvicina alla verità. E la verità, di questo giallo che a Milano diventerà rosa, è che Ivan Basso non solo sta bene, come ha dimostrato guidando alla vittoria la Csc nella cronosquadre, ma che tutto si sta svolgendo secondo i suoi piani. Che sono quelli, riveduti e corretti per una corsa a tappe, della sana saggezza popolare: chi parte piano, va sano e va lontano. Soprattutto se nell’ultima settimana, bisogna scalare tutto l’arco alpino prima di arrivare al traguardo finale. Ma torniamo a valle. Anzi nella Padania, in questi 35 chilometri piatti piatti da Piacenza a Cremona in cui la squadra di Ivan Basso, alla media record di 56, 859, straccia tutti i rivali, vale a dire gli aspiranti alla maglia rosa. E cioè Savoldelli (+39” ), Di Luca (+42”), Bettini (+1,03”), Cunego (+1,04”) e Simoni che becca come nelle previsioni quasi un minuto e mezzo. Una bella scremata. Che in particolare colpisce Paolo Savoldelli, l’unico che sperava di tener testa al varesino. In realtà, la sua Discovery parte malissimo e solo nella seconda parte riesce a contenere il distacco. Nel piccolo terremoto che consegue, Basso in classifica risale al quarto posto, a una decina di secondi dal nuovo leader, l’ucraino Sergej Gontchar, ma davanti a Savoldelli e tutta la compagnia cantante che vuole fargli e scarpe. Distacchi recuperabili, certo, ma intanto Ivan il riflessivo mette fieno in cascina in attesa di dare la seconda mazzata nella cronometro di Pontedera, cinquanta chilometri fatti su misura per lui, cioè senza neanche un cavalcavia. Simoni e Cunego, che già accusano più di un minuto, rischiano di trovarsene altri tre sulla schiena. Meglio quindi che domenica, con l’arrivo in salita della Maielletta, inventino qualche contromossa, altrimenti per loro si mette male. Una prestazione maiuscola quella della squadra di Basso cui risponde, con il posto d’onore, solo la T- Mobile di Jan Ullrich l’unica formazione che con di tre campioni del mondo della specialità (tra i quali Sergei Gonchar la nuova maglia rosa) è attrezzata per queste competizioni. Il treno tedesco, ingolfato alla partenza, prende l’abbrivio negli ultimi chilometri. A tal punto che farebbe il miglior tempo se il quinto del plotoncino, un certo Kessler cui fischieranno le orecchie per un bel pezzo, non restasse indietro quel che basta a far scattare di altri due secondi il fotofinish. Un testa a testa tipo quello elettorale, insomma. E Basso, imitando Prodi, vince per un punto. L’unica differenza, rispetto al duello nelle urne, è che i tedeschi riconoscono subito la vittoria della squadra di Basso. La scuola tedesca è così: il regolamento è sacro. Crucchi, ma sportivi. |
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