Le lacrime di Axel Merckx, figlio d'arte sfortunato |
di Dario Ceccarelli |
Ecco una bella sorpresa.. Tutti si aspettano che salti fuori Danilo di Luca. O che finalmente vinca una tappa Paolo Bettini, il grillo parlante, ma poco sgusciante di questo Giro d’Italia. Invece, dal cappello a cilindro della decima tappa, 187 chilometri tra boschi e colline del Gargano, salta fuori Franco Pellizotti, uno scalatore della Liquigas che, quando vuole, va fortissimo anche in questi ottovolanti di mezza collina. Pellizzotti, un friulano di 28 anni dotato anche di un ottimo spunto in volata, non solo vince la tappa, dopo una lunga fuga condotta insieme a una ventina di audaci, ma recupera in classifica generale un sacco di posizioni portandosi al quarto posto a circa due minuti da sua maestà Ivan Basso, che dall’alto del suo trono guarda con sussiego tutte queste formichine che brulicano sotto di lui. Per Ivan il Terribile, infatti, queste scaramucce sono come la manna. Le squadre, rivali, come la Lampre di Damiano Cunego, per non restare tagliate fuori, lavorano anche per lui. Ivan, che è un sovrano educato, ringrazia e ripiega con cura la maglia rosa nella valigia. La vita gli sorride. Domani infatti, dopo il giorno di riposo, arriva la cronometro di Pontedera. Cinquanta chilometri piatti come un biliardo che faranno molto male ai rivali di Basso. L’unico che può limitare i danni, forse, è Savoldelli. Ma per gli altri, Simoni e Cunego in primis, saranno dolori. Che altro dire? Detto di Pellizotti, che riporta in alto le azioni della Liquigas in attesa che si svegli il talentuoso Di Luca, ribadiamo che Paolo Bettini, ma non è una novità, butta via un’altra occasione. Questa tappa era cucita su misura per lui. A parte che, passando da San Giovanni Rotondo, magari poteva sperare nell’intercessione di Padre Pio, ma poi questi continui saliscendi sono pane per i suoi denti. Ma il Grillo parlante, vero abbonato al piazzamento (2 secondi posti, un terzo e un quarto) tiene a freno i suoi compagni di squadra, forse stanchi di pedalare per niente. E così nulla: l'ennesima occasione buttata via. Stesso discorso per Davide Rebellin, un altro Godot che in tappe come questa dovrebbe fare fuoco e fiamme. Invece non accende neppure uno zolfanello. Infine, ricordiamo con rispetto le lacrime del povero Axel Merckx, figlio di cotanto padre , che viene ripreso a poche centinaia di metri dal traguardo dallo scatenato Pellizotti. Destino crudele, quello del coraggioso Axel. Forse gli Dei del ciclismo, per una sorta di crudele contrappasso, riprendono a lui tutto quello che avevano dato al terribile Eddy. Che le colpe dei padri non …. 16 maggio 2006 |
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