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Ivan il Terribile, dominatore senza rivali
di Dario Ceccarelli
Mentre ci si trasferisce verso le Dolomiti, lasciando a Brescia per un giorno spazio ai velocisti, la domanda che frulla in testa a tutti è sempre la stessa: ma Ivan Basso, leader sempre più indiscusso del Giro, è proprio imbattibile?
La domanda è mal posta. D’imbattibile in assoluto non c’è nessuno. Perfino Eddy Merckx qualche volta ha perso. Non parliamo di Miguel Indurain che vinceva i Tour e i Giri senza mai conquistare una tappa. Quindi lasciamo perdere i grandi paragoni storici, visto che oltre tutto Basso, in carriera, può vantare solo degli ottimi piazzamenti al Tour de France (un settimo, un terzo e un secondo posto).
Invece, una cosa è chiara. Che qui, adesso, in questo Giro, Basso non ha rivali. A cronometro li ha bolliti come cotechini (Ullrich a parte, ma il tedesco è in vacanza). Idem sulle montagne (Maielletta e La Thuile). A questo punto ha ragione Simoni quando dice che per fermare Ivan ci vuole una pistola. Oppure un virus intestinale, una peste bubbonica, un terremoto, una guerra nucleare…. Insomma, bisogna entrare in un altro campo, quello delle calamità naturali perché, altrimenti, Ivan il Terribile continuerà a dar legnate a tutti.
Viene da ridere quando qualcuno dice: attenzione, ora vengono le Grandi Montagne! Occhio, ora si scatena una rumba infernale!
Ma quale rumba! Quando la strada s’impenna, gli avversari di Basso si afflosciano come sacchi vuoti. Di Luca, finito nella Fossa della Marianne della classifica, dice che "lui è fatto per le corse a tappe". Figurarsi per il resto, viene da dire. Damiano Cunego, il piccolo principe del 2004, ogni tanto ci prova. Ma fa tenerezza. Lo stuzzica. Come quando una mosca pizzica un elefante. Pussa via! Un colpetto di proboscide e il grande Ivan prosegue la sua marcia maestosa. "Non lo ferma più nessuno" spiega Damiano sperando di potersi prendere almeno qualche briciola nei prossimi giorni. Paolo Savoldelli, afflitto dall’allergia ai pollini , in salita è lento. Poi recupera in discesa rischiando di rompersi il collo. Ma non è una minaccia per la maglia rosa. Come il buon Wladimir Belli, generoso fin che volete, ma ripescato dal prepensionamento dopo anni di onorato mestiere.
Finora, a parte lo spagnolo Gutierrez, El Bufalo, primo tra i secondi, che tutti snobbano e che invece non ha mai perso un colpo, l’unico su cui resta un bel punto di domanda è Gilberto Simoni. Ma solo per quello che ha fatto in passato. Al momento il trentino non lascia il segno. E’ contento quando non perde, il vecchio Gibo, ma da qui a recuperare otto minuti….
In attesa, allora, della giostra delle montagne, limitiamoci a rallegrarci per quanto finora Basso ci ha offerto. E prendiamo atto, comunque vada a finire, che in casa abbiamo un nuovo campione che ha uno splendido curriculum per garantirci alcuni anni di grande spettacolo. Infatti la sua popolarità sta crescendo sempre più. Basso ha 28 ani. La stessa età in cui venne fuori Miguel Indurain, per esempio. Poi Ivan non è un fuoco d’artificio. Per anni, quando i suoi amici andavano a Ibiza in discoteca, ha fatto il ragazzo di bottega al Tour de France, crescendo master dopo master ai corsi di Lance Armstrong, docente assai esigente e cattivo come tutti i docenti che si rispettano. Tecnicamente, Basso l’avete visto: forte dappertutto. Forse non è un mago in discesa, ma in discesa va forte chi fa di necessità virtù come Savoldelli. Infine, e non è poco, Basso non corre una corsa all’anno come Armstrong o Ullrich, che viene al Giro per dimagrire. No, Ivan è un corridore vecchio stampo, anche se chiama i figli Santiago e Domitilia, che si presenta al Giro e al Tour per vincerli entrambi. Finora non c’è riuscito, anche perché c’era l’Americano. Però Armstrong è andato in pensione, e subito dietro c’è il nostro Ivan Basso, geometra, da Cassano Magnago in provincia di Varese.

21 maggio 2006

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