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Garate doma il San Pellegrino, Basso si avvicina al trionfo
di Massimo Donaddio

Forcella Staulanza, Fedaia, Pordoi, Passo San Pellegrino: una tappa da brivido, questa terzultima del Giro d’Italia, fatta di 224 chilometri di fatica pura nel cuore delle Dolomiti, come tradizione vuole. Sono 70 i chilometri di salita complessiva, duranti i quali può succedere di tutto e si possono consumare anche pesanti distacchi, soprattutto alla fine di un Giro impegnativo, quando alla maggior parte dei corridori cominciano a scarseggiare le forze. Ivan Basso si conferma ancora una volta assoluto dominatore della gara: prudente, capace di controllare la corsa in maniera “scientifica”, grazie ad una squadra che si distingue giorno per giorno per l’ottimo lavoro svolto, ma soprattutto grazie ad una pedalata sempre fluida, che non accusa mai un minimo cedimento. Il campione varesino è in grado davvero di fare qualunque cosa, in questo stato di forma. L’interesse per la gara odierna si sposta, a questo punto, sulla vittoria di tappa e sulle altre posizioni in classifica generale. Resta ancora da capire la composizione definitiva del podio di Milano. Josè Gutierrez Cataluna, detto il Bufalo, ancora una volta sorprende tutti per la sua condizione: non perde un colpo nei confronti dei rivali e difende a denti stretti il suo secondo posto in classifica, andando a tagliare il traguardo appena dietro la maglia rosa e prima di uno specialista delle salite come Damiano Cunego. Gilberto Simoni ci prova fino alla fine a guadagnare secondi preziosi sugli avversari, ma Basso lo controlla a dovere e Gutierrez lo marca stretto. Anche Paolo Savoldelli, dopo il solito momento di difficoltà in salita, cerca di stringere i denti, tagliando il traguardo un paio di minuti dopo i migliori. La tappa, meritata, va invece al campione spagnolo Juan Manuel Garate, ottimo scalatore, dopo una fuga durata 155 chilometri. Insieme a lui giunge anche Jens Voigt della Csc, che però decide di non sprintare e di lasciare la vittoria allo spagnolo. Una pacca sulle spalle, una stretta di mano e Garate taglia il nastro da solo: Voigt, che non ha mai tirato un solo metro in tutta la gara, onestamente si fa da parte e lascia gli onori al campione iberico.

La gara si caratterizza per l’iniziativa di un gruppo di una ventina di corridori, tra cui Danilo Di Luca, Paolo Bettini e l’americano Bobby Julich della Csc, che transitano al primo Gran premio della Montagna di Forcella Staulanza con cinque minuti di vantaggio sul gruppo della maglia rosa.
Alla seconda scalata del giorno, quella che porta al Passo Fedaia, nel gruppetto di testa restano 14 corridori, con Emauele Sella della Ceramica Panaria-Navigare e Paolo Bettini tra i più attivi. Il distacco dal gruppone è sempre il medesimo, e già si riparte in salita alla volta del mitico Passo Pordoi, secondo terzo Gran premio della montagna di giornata. Lungo la scalata Bettini si fa riprendere, mentre i dodici corridori che restano davanti allungano sul gruppo, che passa a oltre sei minuti di ritardo sulla penultima salita della tappa. Guardando ormai verso il San Pellegrino restano in quattro a giocarsi la vittoria odierna. Sono Valjavec, Voigt, Garate e Vila Errandonea, mentre il gruppo maglia rosa, tirato dalla Saunier Duval di Gilberto Simoni, si fa più vicino, a 3’50’’ di ritardo. Garate guadagna qualche secondo sui compagni di strada, subito seguito a ruota da Voigt: mancano cinque chilometri al traguardo. Nelle retrovie si distingue l’immancabile e generosissimo Leonardo Piepoli, che scatta tra due ali di folla cercando di mettere in difficoltà la maglia rosa a vantaggio del suo capitano Gilberto Simoni. Sulle forti pendenze della salita finale fatica, ma non molla, Gutierrez Cataluna, mentre si ritira Kaiser Jan Ullrich, ufficialmente per problemi alla schiena. Il suo nome è stato toccato dallo scandalo doping che ha scosso il ciclismo spagnolo, anche se lui ha negato assolutamente ogni coinvolgimento.

Sette ore di tappa e un percorso lungo e difficile alla fine rendono sempre più saldo il dominio di Re Ivan Basso sulla corsa rosa, oggi ancora più lieto e felice per la nascita del suo secondogenito, il piccolo Santiago. Domani ultimo tappone dolomitico, che fa esattamente il paio con quello odierno: 212 chilometri passando per il Tonale, la leggendaria cima Coppi (2618 metri) e il Mortirolo (1854 metri). L’ultimo attacco possibile per Simoni - naturalmente per il secondo posto - Gutierrez permettendo.

26 maggio 2006



 

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