Avrebbe tranquillamente potuto giocare in difesa, puntando sulla sua abilità a cronometro e risparmiando le forze per l’ultima, decisiva settimana tutta in salita. Invece lo spunto vincente c’è stato, e Ivan Basso, da par suo, comincia a mettere le mani sul Giro d’Italia. Certo, le tappe sono ancora molte, e c’è modo, per i principali inseguitori, di rifarsi. In ogni caso, alla prima salita veramente competitiva il campione varesino fa sapere a tutti che è in forma e che vuole davvero centrare questo 89esimo Giro, prima di combattere sulle strade del Tour de France. Ecco la Maielletta, 1300 metri di altezza, undici chilometri di salita fino al Passo Lanciano: qui si può ammirare la prima vera sfida tra i candidati ad indossare la maglia rosa fino a Milano. Una tappa di 171 chilometri da Civitanova Marche, una buona parte da correre lungo il litorale adriatico, per poi giungere nell’entroterra abruzzese e attaccare gli Appennini. Una fuga di oltre 100 chilometri, su strade scivolose e bagnate dalla pioggia, viene stoppata dalle parti di Manoppello, proprio il paese da cui prende il via l’ultima salita della gara, quella del monte delle Cesane. Attesissimo Danilo Di Luca, il corridore abruzzese che queste salite conosce molto bene; importante verificare la condizione di Damiano Cunego e di Gilberto Simoni, in vista della classifica generale e delle tappe dolomitiche; Paolo Savoldelli, fin qui ottimo in tute le gare, ha il compito di difendersi al meglio, e di non perdere tempo prezioso nei confronti dei rivali. La conduzione della gara di Ivan Basso è semplicemente perfetta: prima di tutto può contare sul compagno Sastre, che fa più volte l’andatura in salita, e poi mai una sbavatura, un momento di difficoltà e stanchezza. Basso è concentrato, la pedalata è regolare, le forze ci sono: insomma, la gara è sottocontrollo. Gilberto Simoni si fa aiutare da Daniele Piepoli, Cunego corre a ruota e non cede neanche un metro. La scrematura dei corridori si fa sempre più consistente, a mano a mano che si sale. Paolo Savoldelli capisce di non essere sintonizzato sul passo dei migliori e decide di lasciare il gruppetto dei dieci di testa e di proseguire con il suo passo e con un rapporto più agile. Anche Danilo Di Luca comincia a perdere terreno, segno che la piccola crisi di sabato non è stata una eccezione. Grazie alla sua forza di carattere e al calore dei suoi tifosi, però, tiene duro e non cede alla stanchezza. Le pendenze sono all’ 8-9 per cento. La fiammata finale arriva da Damiano Cunego, che a quattro chilometri dal traguardo tenta lo scatto. La sua progressione, però, non fa altro che sollecitare la rincorsa di Basso, che, lasciato Sastre, parte per riprendere il rivale e domarne la fuga. Il ciclista varesino a questo punto prende in mano la corsa, dimostrando grande condizione e notevole grinta. Cunego può solo inseguire con qualche difficoltà: nello scatto ha chiesto molto alle gambe ed è affaticato. Simoni non riesce a tenere l’andatura dei rivali, Savoldelli è ormai staccato di molto. Basso va a vincere il primo arrivo in salita, applauditissimo dai tifosi che forse avrebbero preferito festeggiare Di Luca, e indossa per la prima volta la maglia rosa in questa edizione del Giro d’Italia. Damiano Cunego, distanziato di 30 secondi, va a sprintare sul traguardo con Josè Gutierrez della Phonak, conquistando la seconda posizione nella tappa. Gilberto Simoni arriva in cima a 1’15’’ da Basso, mentre Danilo Di Luca e il sudamericano Josè Rujano tagliano il traguardo a 1’30’’. Distanziato di 2’20’’ il Falco Paolo Savoldelli. La nuova maglia rosa, Ivan basso, ha ora, in classifica generale, 1'34" su Josè Gutierrez e 1'48" su Damiano Cunego. Savoldelli è a 2'35", l’ucraino Honchar, a 2'43". Danilo Di Luca è distanziato di 2'48", mentre Simoni sconta 3'20" dalla vetta. Per la giornata di lunedì non sono previste significative variazioni in classifica: la tappa sarà la più breve della corsa, 127 chilometri da Francavilla al Mare a Termoli, dedicata ai velocisti.
14 maggio 2006 |