Ivan il Terribile non perdona e fa suo anche il traguardo del monte Bondone al termine di un’azione straripante consumata nei 17 chilometri della salita finale. Il leader incontrastato del Giro vince in maglia rosa una tappa dall’alto valore simbolico, esattamente cinquant’anni dopo la mitica impresa del grande Charly Gaul. Certo, le condizioni ambientali sono molto diverse da allora, come diverso è lo stile del leggendario scalatore rispetto a quello del dominatore della corsa 2006. La forza di Basso, che non si alza mai sui pedali, corre in maniera estremamente continua e regolare, spingendo con grinta e potenza quando gli avversari non hanno nemmeno tempo di rifiatare, sta anche in una notevole capacità tattica e nella competitività della sua squadra (la Csc), oltre ad una voglia di vincere che lo sospinge ad ogni tappa in cui ci sia da battagliare con qualche avversario diretto. È il caso del duello di oggi con Simoni, il padrone di casa, vinto senza difficoltà dal fenomeno di Varese, che stacca tutti e se ne va a tagliare il nastro del traguardo. Simoni a dire il vero, ci mette il cuore e l’anima: non vuole sfigurare davanti ai suoi tifosi e si gioca le ultimissime possibilità di insidiare ancora il campione di Cassano Magnano. Si alza sui pedali, soffre e combatte, e arriva secondo a 1’27’’ da Basso, dopo essere stato accompagnato fino alla salita da un ottimo Leonardo Piepoli (giunto terzo). Josè Gutierrez Cataluna, secondo in classifica generale, si conferma la rivelazione di questo Giro, tenendo duro anche in una salita da brivido come quella odierna e andando a sprintare sul finale con Piepoli, a circa 1’41’’ dalla maglia rosa. Degli altri rivali diretti di Basso si perdono completamente le tracce sulla salita: Damiano Cunego e Danilo Di Luca non sono in grado, già dalle prime pendenze, di mettersi di traverso a re Ivan, mentre Paolo Savoldelli – che non è propriamente uno scalatore – ha il difficile compito di difendersi e di perdere il meno tempo possibile dalla vetta.
La cronaca della 16esima tappa (173 chilometri a partire da Rovato) vede scattare al 34esimo chilometro il colombiano Rubiano Chavez della Ceramica Panaria-Navigare, che procede solitario in una fuga che lo porta a passare al Gran premio della Montagna di Lodrino con 2’43’’ di vantaggio sul gruppo. Il compagno di squadra Baliani intanto prova a inseguirlo, ma viene ripreso dopo lo scollinamento. Rubiano continua a guadagnare terreno sul plotone, che al centesimo chilometro accusa oltre quattro minuti e mezzo di ritardo. Ad Arco di Trento il vantaggio del colombiano comincia ad assottigliarsi, con la Csc di Ivan Basso a tirare il gruppo. Ai piedi della salita del Monte Bondone il fuggitivo viene ripreso, e il plotone inizia compatto l'ascesa ai 1650 metri della vetta. Il gruppo si assottiglia fin dai primi chilometri del pendio, e a 15 chilometri dall’arrivo cominciano a dettare legge Basso, Simoni e Gutierrez Cataluna, mentre restano attardati Cunego, Franco Pellizzotti e Savoldelli. A meno di dieci chilometri dall’arrivo scatta Gilberto Simoni, ma Basso resta alla sua ruota, con Gutierrez e Piepoli leggermente attardati. Ma non c’è storia: re Ivan prende il volo e si avvia a vincere la sua terza tappa in questo Giro 2006, considerando la splendida vittoria della Maielletta e la cronosquadre.
In classifica generale , dietro Basso, Gutierrez e Paolo Savoldelli (distanziato a più di nove minuti), balza in quarta posizione “Gibo” Simoni, a 9’34’’. Domani sarà la volta del tappone dolomitico da Termeno a Plan de Corones, 133 chilometri, con una salita finale lunga 18 chilometri, di pendenza media del 7,5% che però si conclude al 24 per cento. A complicare ulteriormente le cose, il tratto di cinque chilometri di strada sterrata, che renderanno in un certo senso unica, anche nella fatica, questa frazione di gara.
23 maggio 2006
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