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Ivan Basso (Team Csc)

Uno dei grandi favoriti del Giro, visti i recenti risultati e i due podi conquistati al Tour de France.
La volontà, la continuità, l’equilibrio e la concentrazione sono le sue doti principali, unite a notevoli capacità tattiche. Le montagne sono il suo terreno, ma la tenacia e l’allenamento gli hanno fatto compiere grandi progressi anche a cronometro, proprio lì, cioè, dove aveva mostrato i suoi punti deboli. Se riuscisse a gestire al meglio la gara dopo le salite, avrebbe molte chance per tenere la maglia rosa fino a Milano. La sua scelta tattica sarà comunque determinante: Basso può dare il tutto per tutto per vincere la corsa, oppure risparmiare energie per essere competitivo al Tour de France, che è il vero grande obiettivo di questo atleta.

Ivan Basso nasce a Gallarate, in provincia di Varese, il 26 novembre 1977. Trascorre l'infanzia a Cassano Magnago, il paese dove compie gli studi e dove vive tutt’ora con la moglie Micaela e la piccola figlia Domitilla. Inizia a correre in bicicletta nella categoria giovanissimi all’età di 7 anni per una passione, quella del ciclismo, trasmessa dai genitori. Chi gli sta vicino, però, intuisce da subito che il bambino ha la bicicletta nel sangue: a soli nove anni decide di scalare lo Stelvio e l'Aprica. Poi scala anche le varie categorie del ciclismo giovanile: prima esordiente, poi juniores, arrivando al livello di vicecampione del mondo nel 1995.

Passato ai dilettanti, entra a far parte della Zalf-Euromobil-Fior di Castelfranco Veneto, una fucina di giovani talenti del pedale. A Valkenburg, in Olanda, Basso diventa campione del mondo under 23. Le porte del professionismo gli si aprono, anche se Basso decide di correre tra i dilettanti fino a maggio "per gustarmi la maglia – dice - e per riconoscenza verso la Zalf".

Il ciclista varesino debutta come professionista al Giro d'Italia del 2000 con la Riso Scotti Vinavil e viene subito convocato in nazionale, per la quale disputa il mondiale su strada a Verona.
Il 2001 è un anno di cambiamenti per Ivan Basso. Si sposa e cambia squadra passando alla Fassa Bortolo con la quale partecipa per la prima volta al Tour de France. Già nella seconda tappa tenta una fuga con altri quindici uomini, giungendo al traguardo all’ottava posizione. Durante la settima tappa promuove una fuga che comprende anche il francese Laurent Jalabert, ma, a causa della strada in condizioni non buone, Basso scivola in una curva, fratturandosi una clavicola e la mano destra: il suo Tour finisce. Jalabert vincerà la tappa e avrà modo di dichiarare che il più forte tra i corridori in fuga, e che temeva di più, era proprio Ivan Basso.

Ai primi di agosto l’atleta varesino torna in sella pronto ad allontanare la sfortuna, allenandosi anche per migliorare la qualità e l’efficacia della sua pedalata. E proprio nel 2002 Ivan Basso lascia un segno inequivocabile della sua maturazione: il Tour de France viene vinto per il quarto anno consecutivo dal "marziano" Lance Armstrong, ma nel gruppo degli inseguitori chi emerge è proprio il venticinquenne Basso. L’anno successivo Ivan si reca a Boston, al prestigioso Massachussets Institute of Technology, per studiare un nuovo miglioramento della sua posizione in sella per le cronometro. Al Tour de France arriva settimo.

Nel 2004 Basso corre il Tour de France con la danese Csc di Bjarne Rijs. Lance Armstrong è sempre inarrivabile (vince per la sesta volta consecutiva), ma questa volta anche Ivan Basso conosce la gloria del podio, salendo sul terzo gradino con in braccio l’adorata figlioletta Domitilla.
Nel 2005 vince la 17ma e la 18ma tappa del Giro d’Italia. Poi arriva il Tour de France: Lance Armstrong vive e lavora solo per questa gara, che disputa per l’ultima volta (centrando la settima vittoria consecutiva). Basso, però, dimostra un carattere e una condizione eccezionali, riuscendo a salire con ampi meriti sul secondo gradino del podio.


 

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