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Materazzi e Inzaghi, riserve in gol. L'Italia si qualifica agli ottavi |
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Il calcio, ovvero l'imprevedibilità. Dopo una vigilia carica di dubbi, di tensioni, di "gioca non gioca", zeppa di moduli, dalle due punte agli alberi di Natale, tocca a due riserve di lusso, il gregario Materazzi e Pippo Inzaghi, dare all'Italia la sofferta qualificazione agli ottavi.
E' la sorte che tira, pochi minuti dopo l'inizio della gara, un brutto scherzo alla Repubblica Ceka sotto le spoglie di un duro colpo per l'Italia. Dopo un avvio di primo tempo sofferto, con gli azzurri chiusi nella loro area, con un paio di parate decisive di Buffon, Nesta si infortuna. Il vecchio malanno all'inguine rispunta dopo una decina di minuti. Il difensore si tocca ripetutamente la coscia, fa segno che non ce la fa. Lo sostituisce Materazzi, un difensore che a Lippi piace, ma che certo non s'aspettava di essere della partita. E il difensore dell'Inter che combina? C'è un calcio d'angolo, forse i Ceki ancora non si sono accorti che in campo c'è anche lui, il lungagnone, duro come un macigno. Materazzi accorre, un gran balzo e un bellissimo gol alla destra del portiere. Per l'Italia, dopo tanti timori, la partita si mette bene, ancor meglio quando viene espulso per doppia ammonizione Polak. E il gioco? Meglio soprassedere.
Nel secondo tempo l'Italia fatica, a tratti si chiude nella propria area, non sfruttando gli spazi che pure i ceki concedono, costretti a fare gli straordinari per sopperire all'inferiorità numerica. E alla fine, dopo due gol mangiati sotto porta, Inzaghi corona la sua cinquantesima partita con la maglia della nazionale con una rete in contropiede, la ventiduesima della sua carriera, azzurra..
Incassata la vittoria e in attesa di sapere se negli ottavi l'Italia incontrerà l'Australia o la Crazia, è giusto godere di questo passaggio di turno, non proprio scontato, viste le premesse.
Meglio comunque stare lontano dai trionfalismi. L'Italia di Lippi di problemi ne ha, anche se i prossimi avversari non sono certo uno spauracchio. Totti corricchia, ma è lontano parente del giocatore romano di oggi con quello prima dell'infortunio. Tuttavia, essendo che la classe c'è, va bene anche un Totti non al meglio. In mezzo al campo c'è tanta robustezza, ma per ora è solo Pirlo in grado di accendere la luce. Speriamo che il giocatore del Milan tenga. Bene la difesa, ottima, su tutti Buffon, uno dei pochi veri fuoriclasse della spedizione azzurra.
L'Italia si qualifica, com'era nelle attese, evitata l'umiliazione di una cacciata al primo atto. Sorprende, relativamente, l'uscita di scena della Repubblica Ceka, che ha pagato caro la perdita del suo pivot d'area, Koeller. Non sorprende affatto il passaggio del Ghana, che ha battuto gli Usa per 2-1 nell'altro incontro.
E il gioco? Latita e soprattutto è venuto meno proprio nel momento in cui, con la superiorità numerica e il vantaggio, c'erano tutte le premesse per fare bene. Invece sono emersi i limiti di una squadra che non sa imporre il proprio ritmo, non sa tenere palla.
Forse, più saggiamente, occorre prendere atto che l'Italia non è grandissima, che tra gli azzurri non ci sono molti grandi campioni, ma tanti buoni giocatori. Lippi lo sa bene: che sia questa la vera fortuna dell'Italia? Nel calcio i fuoriclasse sono condizione necessaria, ma non sufficiente. Occorre essere una squadra, in forma al momento giusto.
22 giugno 2006