 |
L'Italia pesca nei quarti chi gioca peggio: l'Ucraina |
di Lara Vecchio |
Adesso, sotto a chi tocca…e tocca ad uno che conosciamo davvero bene. L’Italia, ai quarti di finale, se la vedrà con Shevchenko e compagni. L’Ucraina infatti liquida, a fatica, la Svizzera dopo i tempi regolamentari, quelli supplementari e i primi calci di rigore di questo mondiale. Se è vero che l’Italia non ha ancora incantato, è altrettanto vero che non l’hanno fatto le due squadre in campo ieri sera che hanno disputato una gara costellata di errori marchiani e caratterizzata da un livello tecnico di basso profilo. Persino i calci di rigori (3 – 0 il finale per gli ucraini) hanno palesato la pochezza delle due formazioni rispetto al livello standard che ci si attende da un ottavo di finale. Una vera e propria sfilata degli orrori da contromanuale del calcio. La casistica c’è tutta. Tutto ciò che non va fatto dal dischetto. Traversa, nervosismo, gambe pesanti. Tensione nervosa alle stelle.
Più Ucraina che Svizzera, comunque, non solo nella sostanza dagli undici metri. Non fosse altro che la maggior freschezza della squadra di Sheva, reduce da un girone di qualificazione che sulla carta risultava più abbordabile.
Svizzeri che si presentano all’appuntamento senza l’infortunato Senderos, che viene sostituito nelle retrovie da Djourou ma per il resto può contare sui suoi effettivi. Una squadra solida in difesa ma poco incisiva in avanti dove viene schierata con un 4 – 4 – 1 –1, con Kuhn che opta per un’unica punta. Blokhin invece rivoluziona la sua formazione e schiera un 3-4-3 nel quale non trova posto Rebrov. Non basta però un reparto offensivo affollato con l’ ex milanista , Voronin e Vorobey .
E proprio dalla testa di Sheva, sugli sviluppi di un calcio di punizione, parte il primo vero pericolo per la porta svizzera. L’ucraino si avventa sul pallone, lo schiaccia e la palla rimbalza sulla traversa.
Reazione speculare con un tiro di Frei che pochi minuti dopo fa tremare il legno sul fronte opposto. Le emozioni forti finiscono qui. Facciamocele bastare.
Il secondo tempo sembra ripartire con una marcia in più ma il cronometro scandisce un lento e regolare calo di condizione. Partita soporifera scossa ancora da Shevchenko, in crescita anche se ancora in una forma approssimativa. Il suo sinistro, che fa fischiare le orecchie al portiere, finisce a lato di un soffio. L’Ucraina ci crede e prova prendere le redini del gioco ma lo fa in maniera sterile e rischiando grosso proprio perché arriva ai tempi supplementari con il fiato corto, al contrario dei suoi avversari che sembrano avere qualcosa da spendere ancora. L’unico spauracchio però è una staffilata di Vogel che Shovkovskyi neutralizza. Milevskyi, buttato nella mischia a pochi minuti dal termine porta una ventata di freschezza ma non basta. Il match si trascina verso i calci di rigore con un grigiore inaspettato. E dagli undici metri le cose non migliorano, anzi, con una coerenza della quale avremmo fatto a meno, i calci dal dischetto sono quanto di più desolante possa offrire il finale di una gara mondiale.
Shevchenko apre la serie negativa e Streller restituisce la cortesia. Segnano Milevskyi e Rebrov, intervallati dall’errore di Barnetta. Cabanas spegne definitivamente la luce e il gol della vittoria è firmato da Gusev.
La Svizzera saluta il mondiale ma lo fa, magra consolazione, senza aver incassato neppure un gol ( esclusi i rigori). L’Ucraina vola ai quarti senza brillare. Proprio come l’Italia. Chissà se per la legge dei grandi numeri, una delle due comincerà a farlo…
27 giugno 2006