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Il lungo pomeriggio Azzurro degli eroi di Berlino |
Gianluigi Torchiani |
Una Roma stracolma di entusiasmo ha accolto il ritorno degli azzurri campioni del mondo. L'aereo della nazionale, partito da Dusseldorf alle 16.55 (con tanto di scalette rivestite di tricolore), era atterrato alle 18.36 a Pratica di Mare, accolto dall'esibizione delle Frecce tricolori. Il pullman della nazionale si è poi diretto verso la capitale, ed è arrivato a Palazzo Chigi verso le 20.54, circondato da migliaia di tifosi in delirio. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha consegnato a tutti gli atleti azzurri una medaglia celebrativa, e ha elogiato l’impresa sportiva degli azzurri: «Grazie per aver ridato al calcio, attraversato da una tempesta senza pari, la dignità che merita, e grazie per aver dato all'Italia, un paese che tende troppo spesso a dividersi, un'occasione straordinaria di unità, per abbracciarsi e condividere lo stesso sentimento, la stessa appartenenza» ha detto il premier. L’etichetta è poi passata completamente in secondo piano, gli azzurri hanno cantato il famoso tormentone dei mondiali “Po- po” insieme ai ministri e la gente radunata nel cortile di Palazzo Chigi li ha letteralmente assaltati. Gli azzurri sono poi ripartiti verso il Circo Massimo, e hanno impiegato ben 57 minuti a raggiungere il palco, distante poco più di due chilometri da piazza Colonna. Qui gli atleti sono stati accolti prima con l’inno di Mameli e poi al suono “We are the Champions”, e sono stati presentati uno per uno agli oltre cinquecentomila del Circo Massimo. Tra i più scatenati Alessandro Del Piero, a torso nudo e con la medaglia al collo, e Francesco Totti, accolto da una vera e propria ovazione di pubblico. Gli azzurri si sono passati di mano in mano la coppa e hanno lasciato il palco improvvisando un trenino sulle note di “Azzurro, azzurro” di Celentano. Poco prima era stato letto il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Di più e di meglio, non potevate fare. Ve ne sono grato, come lo sono tutti gli italiani».
11 luglio 2006