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Voilà les italiens, e su Parigi cala il gelo |
di Stefano Biolchini |
PARIGI - E voilà les italiens: sei a quattro. Incredibile anche solo a dirsi per i francesi, la Coppa del Mondo è perduta: sugli Champs-Elysées, luogo culto della grandeur francese, è gelo. Dunque, niente è più come appena poco prima. I caroselli di macchine sono finiti in un attimo, ripiegate le bandiere, stinto dal caldo e dalla rabbia il tricolore dipinto orgogliosamente sui volti, in Place Charles de Gaulle restano basiti anche i moltissimi poliziotti in tenuta antisommossa, mandati in massa da Nicolas Sarkozy per raffreddare gli animi dei casseurs (inebriati per la vittoria che non c’è stata). Fin troppo previdente Sarkozy, uomo di grandi certezze. La Francia è battuta e la sportività non è contemplata fra le caratteristiche della Grandeur. I transalpini hanno combattuto fino alla fine, ma gli orgogliosi parigini, stravolti, non riservano sorrisi. Solo facce lunghe e parecchie bottiglie di troppo. «Hanno vinto loro, ma noi abbiamo dominato l’intera partita» è il refrain, o come direbbero i cugini maligni, il contentino. Place dell’Etoile e gli Champs Elysées imbandierati a festa in vista del 14 luglio si svuotano in breve tempo, mentre la polizia vigila solerte davanti alle prestigiose vetrine degli Champs “murate” in tutta fretta per paura dei tifosi. I caroselli di macchine della vigilia hanno fatto posto allo sciamare veloce verso la linea della metropolitana, che chiude dopo mezzanotte. Il presidente Chirac loda “l’équipe” dei vinti alla tv. La festa sui Campi Elisi è archiviata, ma per i francesi è solo rinviata, a non si sa quando. Eppure i galli si erano fatti sentire, e molto, fino a poco prima. A girare per i gran boulevard erano invece davvero in pochi gli italiani, rintanati nei bistrot dei conterranei aperti fino a tardi. Solo qualche macchina ha mostrato veloce il nostro tricolore; per chi si è avventurato a piedi i non pochi fischi non si sono fatti attendere, insieme agli insulti troppo scontati per essere anche “gratuti”. Poi però i “bleus”, così vicini nei colori delle magliette indossate ai nostri azzurri e così lontani nelle facce lunghe dalla malcelata euforia degli italiani Parigi, hanno perso. E Zidane ha deluso, specialmente il suo popolo di immigrati che a lui guardava come emblema della riscossa possibile. «Allez les bleus, Zidane Zizou» gridavano a squarcia gola i francesi di prima e seconda generazione. Ora fra i parigine delle banlieux è tornata l’amarezza, accantonata solo in vista del sogno spezzato troppo in fretta. La parola d’ordine della mattinata a Parigi era di festeggiare a tutti i costi. Alla Villette si sentono risuonare i petardi, alla Defense si suona e si canta, ma nella Ville Lumière in pochi hanno voglia di far festa. Non si sentono neppure gli italiani chiassosi delle solite gite d’oltralpe. Parigi val sempre bene una messa, ma per stavolta "les italiens" rimpiangono di non essere a casa per la grande festa.
10 luglio 2006