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Argentina in testa, Italia ultima tra le grandi |
di Mattia Losi |
Argentina, Brasile, Germania, Inghilterra, Olanda e, ovviamente per noi italiani, Italia.
Se queste, a detta di tutti, sono le sei pretendenti al titolo di Campione del mondo, la seconda partita eliminatoria ci obbliga a riscrivere totalmente la classifica di merito provvisorio. E l’Italia, in pole position dopo il primo turno, si ritrova ultima grazie alla bruttissima esibizione contro gli Usa.
Nettamente in testa, adesso, c’è l’Argentina: con gente come Riquelme, Mascherano, Tevez, Messi, Crespo e Saviola è l’unica a rivaleggiare, per qualità dei singoli, con il Brasile. Il 6-0 contro la Serbia Montenegro (che contro l’Olanda aveva perso solo 1-0) ci dice che si tratta di una nazionale in forma: risultati di questa portata, a un mondiale, sono comunque difficili da ottenere. Il vero rischio, per gli eredi di Maradona, è adesso il possibile incrocio con la Germania nei quarti di finale.
La nazionale di casa, pur senza convincere, ha infatti vinto anche la seconda partita contro una Polonia ridotta in dieci da un’espulsione per doppia ammonizione (la seconda molto, ma molto generosa). Se teniamo conto che i tedeschi, in casa, non perdono nemmeno quando giocano a briscola, è facile capire che saranno comunque un osso duro.
Non può godere del vantaggio di giocare in casa l’Inghilterra, ma l’arbitro comunque non vede un chiaro fallo di Crouch in occasione del primo gol, che sblocca a pochi minuti dalla fine il risultato contro Trinidad&Tobago. Finora due esibizioni mediocri, che sembrerebbero preludere all’ennesimo mondiale di medio cabotaggio.
L’Olanda esibisce un gioco spumeggiante e, contro la Costa d’Avorio, regala agli appassionati la partita finora più spettacolare del torneo. La solita Olanda, si potrebbe dire, bella ma non in grado di tenere fino alla fine di un torneo lungo e faticoso. Vedremo se sarà così anche questa volta.
Male, per quanto riguarda il gioco espresso, il Brasile: che ancora una volta è sembrato contratto e incapace di esprimere il vero potenziale dei suoi campioni, con l’eccezione di Kakà: Ronaldo è irriconoscibile, Ronaldinho è lontano dal giocatore che conosciamo, Roberto Carlos e Cafù sono spesso in affanno. La squadra, contro un’Australia peraltro irriducibile, è apparsa lontana da una forma accettabile e Dida ha rischiato di capitolare più di una volta. Però, nonostante le note negative, il Brasile ha vinto 2-0: resta il timore di quello che potrebbe fare se ritrovasse gioco e condizione. Forse sarebbe meglio incontrarlo negli ottavi, in questo stato di forma, piuttosto che in un’ipotetica finale.
Malissimo, invece, l’Italia. Ma come non era il caso di illudersi dopo la vittoria sul Ghana, non bisogna deprimersi adesso. Come ho già scritto prima dell’inizio dei mondiali abbiamo una squadra con molti buoni giocatori e pochi campioni, ma per livello qualitativo medio siamo inferiori a Brasile e Argentina. Con le altre, più o meno, ce la giochiamo. Lippi sta quindi puntando sull’unica via possibile per vincere il mondiale: arrivare al massimo della forma fisica a partire dai quarti di finale, per sfruttare la combinazione tra un buon gruppo e il vantaggio di una condizione atletica superiore. Per adesso siamo in condizioni appena accettabili e infatti contro gli Usa, che correvano come forsennati, l’abbiamo vista poco (per inciso ricordo però che gli Usa sono al quinto posto nella classifica Fifa, l’Italia è solo 13esima).
Battendo la Repubblica Ceca (seconda nella classifica Fifa, guai a pensare a una passeggiata) Lippi avrebbe davanti un tabellone molto favorevole, con il possibile incrocio con Australia (negli ottavi), e una tra Francia, Corea, Ucraina, Arabia Saudita o Tunisia nei quarti: roba da metterci la firma. Avremmo poi, probabilmente, una semifinale contro la vincente di Germania-Argentina: e chi passerà sarà stanco perché non sarà reduce da una passeggiata. Questa la scommessa di Lippi e la nostra speranza, come italiani, anche se al momento siamo ancora indietro.
Nessun commento, invece, su De Rossi: gesto (una gomitata vigliacca), reazione in campo (proteste con l’arbitro dopo l’espusione) e dichiarazioni nel dopo partita («non ho fatto apposta, salto sempre così») dimostrano che il cervello non era collegato. Assolutamente stonato anche l’atteggiamento dei commentatori, che in qualche modo hanno cercato di giustificare il nostro giocatore. C’è voluto un campione del mondo (Tardelli) per censurare chiaramente De Rossi, anche nel botta e risposta in collegamento televisivo del dopo partita.
Da valutare infine Spagna e Portogallo: alcuni lettori, prima del mondiale, mi hanno scritto che Deco e Cristiano Ronaldo sono due mediocri giocatori ampiamente sopravvalutati, e che Figo è finito e non corre più. La risposta l’ha data il campo.
ml@ilsole24ore.com
19 giugno 2006