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Cannavaro immenso trascina la truppa del condottiero Lippi
di Lara Vecchio


BUFFON 7,5
Zidane gli rovina il record. Per tutta risposta il portierone compie sul colpo di testa del francese l’intervento più strepitoso del suo mondiale. Ne basta uno, determinante e spettacolare per ribadire che lui è il più grande numero uno del mondo e quindi può anche permettersi di stare a guardare mentre i francesi si affannano invano dal dischetto.

ZAMBROTTA 6,5
Si aspettava di trovare un’autostrada libera nel confronto con Abidal che invece non regala nulla. Il fiato lo ha sprecato tutto per contenere le incursioni di Malouda che non è certo stato il più accomodante dei francesi. Il cartellino giallo rimediato per un intervento ruvido a inizio partita lo condiziona nel resto della gara ma la sua condizione atletica è perfetta e gli consente di fare la differenza

CANNAVARO 9,5
Nessuno più di lui meritava di alzare per primo la Coppa al cielo. Ha l’opzione ‘autoricarica’ incorporata. Ad ogni giocata fa il pieno di adrenalina che scarica su quella successiva. Spazzare e giocare d’anticipo non gli basta più: ruba la palla, la difende e si mette persino a impostare. Ancora un’ora contro i francesi e ci avrebbe riportato a casa la Gioconda

MATERAZZI 8

Come Penelope disfa e tesse la tela. Procura il rigore che ci fa tremare fermando Malouda senza cattiveria. Poi ci restituisce la chiave dello scrigno dei sogni . Il suo caratteraccio stavolta ci fa gioco. Vero che il gesto di Zidane non ha scusanti, ma chissà che deve avergli detto per far scattare la molla della follia… Perfetto dal dischetto.

GROSSO 7
Ribery, a tratti, gli fa vedere i sorci verdi e sarebbe facile cadere nella tentazione di assestargli qualche calcione (che gli avremmo perdonato per inesperienza). Ma lui, che ancora stenta a credere di stare sull’album delle figurine, non ha nessuna intenzione di macchiare la sua favola tedesca. Così si regala e ci regala un lieto fine. La sua impeccabile esecuzione fa saltare i tappi nelle case dell’Italia intera.

CAMORANESI 5,5
E’poco incisivo pur avendo molte occasioni per mettersi in mostra ma chi aspetta palloni da lui si rassegna ad andarseli a cercare. Prova a fare la sua parte puntando su un lavoro di quantità ma le pile gli si scaricano in fretta.

DEL PIERO 6
L’impiego part time invece di stimolarlo lo costringe a buttarsi su ogni palla possibile a scapito della qualità delle giocate. Si vede la voglia di giocarsi la sua ultima occasione e fa tutto bene finchè non deve saltare l’uomo. Lì si ferma e sottoscrive le perplessità di Lippi.

GATTUSO 8
Fedele al suo clichet , si porta casa la Coppa con le gambe, i polmoni, le unghie e i denti. I tempi del miglior attore non protagonista sono finiti. E’sempre più autorevole e persino più tecnico. I suoi raddoppi sono preziosi quanto i gol di un bomber di razza. E’riuscito a fare in modo che non si possa fare a meno di lui

PIRLO 8
Approda alla finale già stremato da un mondiale che gli ha succhiato l’anima ma corre, resiste, prova a inventare fino alla fine. Estrae dal cilindro una punizione che avrebbe meritato ben altro esito. Si assume la responsabilità di aprire le danze dagli undici metri e fa capire a Berthez come butta la serata.

PERROTTA 6,5
Idem come sopra. Arriva in finale con la spia fissa della riserva ma quando la macchina si ferma ha ancora la generosità di scendere a spingere. In certi momenti sembra avere il dono dell’ubiquità e gli avversari se lo ritrovano in ogni zona del campo come una zanzara fastidiosa che rende insopportabile una notte d’estate. Di più non gli si poteva chiedere.

IAQUINTA 5
Lippi lo invita al gran ballo certo di poter contare sulla freschezza e sulla sua duttilità tattica. Ma ovunque lo sposti sullo scacchiere non riesce a calarsi nella parte. E sul pallone arriva sempre con un attimo di ritardo.

TOTTI 5
La sua indiscutibile classe è stata il ricatto morale di questo mondiale. Due rigori in meno e saremmo qui a definirlo una zavorra che ci siamo trascinati dietro solo per stima. Per fortuna il senno di poi non è una scienza esatta. Certo è che lo abbiamo atteso invano. E rischiando grosso.
DE ROSSI 6
Si butta nella mischia nel momento migliore dei francesi. Serve un filtro che possa ulteriormente infittire le maglie del centrocampo. Dopo la vacanza forzata, però, ci si aspettava una maggior lucidità nello smistamento della palla e un apporto più sostanzioso anche in fase d’inventiva.

TONI 6,5
La sfortuna gli strappa di mano la penna con la quale stava per apporre la firma sull’atto finale. Il maledetto legno respinge al mittente la sua incornata. Il suo lavoro però è utilissimo per sfiancare Thuram e Gallas.

Lippi 8,5
Chissà quanto se la ride riascoltando le intercettazioni di Moggi e Giraudo che ne parlano come di “uno che non combinerà mai niente”. Marcello raccoglie i frutti dopo aver formato un gruppo straordinario, e soprattutto si espone al rischio della pubblica gogna richiamando in panchina Totti non appena scoperto che neppure questa sarebbe stata la sua serata. Il coraggio di fare un passo indietro e solo dei grandi condottieri.



Gallas 6,5
Tiene a bada Toni che però gliela fa sudare, insieme a Thuram. Ha esperienza e classe da vendere e non sfigura nel confronto con la difesa italiana.

Makelele 6,5
Se Totti non vede la palla è anche merito della sua fisicità debordante. Il dramma è che, in alcuni momenti lo sovrasta anche con la tecnica.

Malouda 7
Bravo a procurarsi il rigore con Materazzi che casca nel tranello. Poi si diletta a giocare con Zambrotta come il gatto col topo, costringendolo soesso ad arretrare.

Zidane 4
Eravamo pronti, sportivamente, qualsiasi fosse l’esito finale, a tributargli una standing ovation col cuore in mano. Per le emozioni che ci ha dato in Italia e per quelle che ci ha regalato in questo mondiale. Invece inebetiti, come se la testata l’avesse rifilata a noi, l’abbiamo visto sfilare con il volto scuro di fianco alla coppa del mondo, godendo per quella punizione sacrosanta e crudele al tempo stesso

Henry 7
I primi segnali di crampi sono stati una boccata di ossigeno per gli italiani. Persino la granitica difesa azzurra è sembrata sul punto di capitolare di fronte a tanto talento…tra i migliori dei suoi.

Trezeguet 5
L’incubo di Rotterdam si è manifestato per un attimo al momento del suo ingresso in campo. Ma subito dopo, oltre a sparire dai radar, ha fatto da tappo per gli inserimenti dei compagni.




 

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