Servizi

Il Sole Mobile

LINK UTILI






1930URUGUAY


Informazioni generali
Sede: Montevideo (Tre stadi: Pocitos, Parque Central, Il Centenario)
Periodo: Dal 19 al 30 Luglio 1930
Nazionali partecipanti 13: Argentina, Belgio, Bolivia, Brasile, Cile, Stati Uniti, Francia, Messico, Paraguay, Perù, Romania, Uruguay e Jugoslavia.
Incontri disputati: 18; Reti realizzate: 70; Media reti per incontro: 3.89
Totale spettatori: 547.308
Classifica marcatori: Guillermo Stabile (Argentina) 8 reti, Jose Pedro Cea (Uruguay) 5, Guillermo Subiabre (Cile) 4

Storia del torneo
Le tredici partecipanti alla fase finale furono suddivise in quattro gruppi, in ognuno dei quali la vincitrice si sarebbe qualificata direttamente alle semifinali. Uruguay ed Argentina, rispettivamente vincitrice e finalista delle olimpiadi di Amsterdam 1928, erano le principali indiziate per la conquista del titolo mondiale e dimostrarono l’affidabilità di tale pronostico vincendo e dominando i rispettivi gironi. Agli uomini della Celeste fu sufficiente sconfiggere Romania (4-0) e Perù (1-0) per accedere al turno successivo. L’Argentina, invece, guadagnò il nullaosta per le semifinali vincendo tutti gli incontri del proprio girone, realizzando ben dieci reti e subendone soltanto 4.
Jugoslavia e Stati Uniti pur avendo conquistato il passaggio del turno a vele spiegate (l’una e l’altra vittoriose in tutte le gare dei rispettivi raggruppamenti) salutarono il mondiale ad un passo dall’ultimo atto, rimediando oltre che una figuraccia a tutti gli effetti anche due batoste, una a testa, dai toni tennistici: due sconfitte identiche nel risultato, 6-1, e nella sostanza, arrestare, cioè, la corsa al titolo all’altezza delle semifinali. La Francia, sebbene fosse fuori dai giochi sin dalle battute iniziali, riuscì a scrivere una pagina importante della storia dei mondiali: Lucien Laurent, una delle tante star della rappresentativa francese, siglò la prima rete in assoluto della massima competizione calcistica mondiale nella vittoria, per 4-1, conquistata ai danni del Messico.
Bert Patenaude, degli U.S.A. , detiene la paternità di un record prestigioso: a lui va ascritto il merito di esser stato il primo calciatore a realizzare una tripletta mondiale, siglata nella gara contro il Paraguay. Nei 18 incontri di Uruguay 1930 furono realizzate 70 marcature, con una media di 3.89 reti per gara. Ma i tempi di un calcio fatto di incontri ad alto tasso realizzativo sono ormai alle nostre spalle, così come lontano è il calcio d’allora, quello espresso in Uruguay nel 1930 e sostanzialmente ispirato ad un solo principio: non importa quanti gol s’incassano, la cosa importante è segnarne almeno uno in più degli avversari.

La finale
La finale della prima edizione dei mondiali fu disputata il 30 Luglio del 1930 allo Stadio del Centenario di Montevideo di fronte a 80.000 spettatori. Spettò a Jan Langenus, di nazionalità belga, l’onore di essere il primo arbitro a dirigere una finale della rassegna mondiale. L’Uruguay passò in vantaggio dodici minuti dopo il fischio d’inizio per effetto della rete siglata da Dorado, ma l’Argentina, in rimonta, chiuse il primo tempo sul 2-1 in proprio favore grazie alle marcature realizzate da Peucelle al 20’ e Guillermo Stábile al 38’.
Le cronache dell’epoca raccontano di una gara vibrante che non deluse affatto le attese ed affrontata a viso aperto da entrambe le contendenti, scese in campo adottando la stessa disposizione tattica: cinque attaccanti ciascuno e tanto, tantissimo, spettacolo per gli 80.000 del Centenario.
Nella ripresa l’Uruguay ritrova grinta, determinazione e soprattutto la valvola attraverso cui sfogare sugli avversari un’indubbia superiorità tecnica. Le reti di Cea al 58’, di Iriarte al 68’ e di Castro all’ 89’ firmano la disfatta argentina (4-2 il risultato finale) e sbarrano la strada alla possibile reazione degli uomini capitanati da Stábile: l’Uruguay è campione del Mondo.

Tabellino
URUGUAY (4): Ballestrero; Mascheroni, Nasazzi; Andrade, Fernández, Gestido; Dorado, Scarone, Castro, Cea, Iriarte
ARGENTINA (2): Botasso; Della Torre, Paternoster; J.Evaristo, Monti, Arico Suárez; Peucelle, Varallo, Stábile, Ferriera, M. Evaristo
Reti: 12’ Dorado (U); 20’ Peucelle (A); 38’ Stábile (A); 58’ Cea (U); 68’ Iriarte (U); 89’ Castro (U)
Stadio: Centenario di Montevideo
Spettatori: 80.000
Arbitro: Jan Langenus (Belgio)

Miglior marcatore: Guillermo Stábile
Il 25enne Guillermo Stábile venne celebrato come il segreto meglio nascosto e custodito dell’Argentina e sebbene non fosse tra i titolari nella prima gara disputata ai mondiali dalla sua nazionale, quella contro la Francia, riuscì a parteciparvi entrando in sostituzione dell’infortunato Roberto Charro e sembrava quasi che quel posto in squadra l’avesse guadagnato per meriti propri piuttosto che per disgrazia altrui. Infatti aiutò i suoi a sconfiggere i transalpini per 6-3, siglò, poi, una doppietta contro il Cile (3-1) ed infine trafisse anche la rete degli Stati Uniti nella semifinale vinta dall’Argentina con uno squillante 6-1.
Vinse la classifica marcatori dopo aver siglato, nei quattro incontri disputati dall’Argentina, ben 8 reti, di cui una nella finale persa contro l’Uruguay. A 34 anni appende le scarpette al chiodo ed assume la direzione tecnica della nazionale per due decenni, nel corso dei quali proietta l’ Argentina sul tetto del Sud America conquistando per sei volte la Coppa America. Alla luce del contributo, calcistico s’intende, offerto da Stábile alla sua nazionale, ci si chiede: cosa sarebbe successo se Guillermo d’Argentina avesse vissuto e guardato dalla panchina tutto il mondiale del 1930? Difficile dirlo, difficile, per certi versi impossibile, che qualcuno possa, un giorno, rispondere a questo interrogativo.

La rivelazione: Cile
Ci fosse stata un’Argentina in tono minore e magari un torneo con ben altro tipo di formula, magari meno iniqua di quella adottata, il Cile avrebbe percorso, in Uruguay, molta più strada di quella realmente attraversata e che ha visto la formazione sudamericana interrompere la sua marcia al primo turno eliminatorio.
La nazionale cilena vinse, con pieno merito, i primi due incontri del proprio raggruppamento, sconfiggendo, nell’ordine, il Messico, per 3-0, e la Francia, per 1-0, sfoderando, tra l’altro, prestazioni più che convincenti. Ma la sfida decisiva contro l’Argentina, quella che per intenderci valeva la qualificazione alle semifinali, vide la Roja soccombere per 3-1 ed un’intera nazione salutare anzitempo la rassegna mondiale.
Siamo tuttavia certi del fatto che con una formula diversa da quella scelta dagli organizzatori di Uruguay 1930, il Cile sarebbe avanzato spedito al secondo turno, quello di semifinale, senza eccessive sofferenze. E’ pur vero però che i cileni si sono dimostrati incapaci, sul campo, di fronteggiare ed arginare al meglio lo strapotere tecnico e fisico palesato dalla nazionale argentina.

La partita più bella
Argentina-Messico 6-3
Argentina e Messico si affrontarono alla seconda giornata del raggruppamento A. Stabile e soci impongono fin dai primissimi minuti la legge del più forte. Al 17’ del primo tempo il tabellino dell’incontro è impietoso per i messicani: Argentina 3, Messico 0. Tre reti realizzate nel breve volgere di 9 minuti, dall’ 8 al 17’.
Il Messico però non ci sta e reagisce, sia pure parzialmente. Accorcia le distanze con Rosas, salvo poi dover nuovamente capitolare e chiudere dunque il primo tempo con un passivo pesante: all’intervallo l’Argentina è avanti di quattro reti (5-1).
Nella ripresa gli aztecas tornano in campo con maggiore convinzione, riuscendo per altro a riaprire la gara realizzando due reti (5-3). L’Argentina comincia a tremare. Un passo falso col Messico potrebbe compromettere il buon esito della spedizione in Uruguay. Toccherà a Stábile fissare il risultato sul 6-3 finale e ripristinare la distanza di sicurezza tra la sua Argentina e gli avversari messicani.
Gara emozionante dunque. E non solo per gli spettatori, testimoni a tutti gli effetti di un incontro mozzafiato, ma anche per i due portieri, Bonfiglio (Messico) e Bossio (Argentina), chiamati a neutralizzare, rispettivamente, le battute dal dischetto di Paternoster e Rosa.

La formazione ideale
(2-3-5):
Yaksic (Jugoslavia)
Paternoster (Argentina)
Nasazzi (Uruguay)
Andrade (Uruguay)
Zumelzù (Argentina)
Gestido (Uruguay)
Peucelle (Argentina)
Scarone (Uruguay)
Stábile (Argentina)
Ferriera (Argentina)
Langiller (Francia)


Gli aneddoti
L’Uruguay fu designato come sede per ospitare la prima edizione dei mondiali dopo che la sua rappresentativa nazionale conquistò l’alloro olimpico in quel di Amsterdam (1928), per questa ragione dunque la FIFA decise di concedere al paese sudamericano la possibilità di organizzare un evento di tale levatura.
L’edizione del 1930 non fu preceduta da alcuna partita di qualificazione; l’Uruguay definì la griglia delle formazioni partecipanti mediante la formula dell’invito. Restava tuttavia incerta la presenza delle nazionali del Vecchio Contenente, la cui partecipazione ai mondiali era di fatto ostacolata dall’impossibilità di disporre della liquidità necessaria per affrontare il viaggio in Sud America. La questione fu dipanata dall’intervento della Fifa e del governo uruguaiano, che, in modo congiunto, s’accollarono parte delle spese sostenute dalla rappresentative europee per raggiungere l’Uruguay e garantirono al mondiale la presenza di ben 4 nazionali del Vecchio Continente: Francia, Belgio, Jugoslavia e Romania.
Una singolare curiosità ha caratterizzato la vigilia della finale: Uruguay ed Argentina pretendevano di disputare l’ultimo atto della rassegna mondiale potendo adoperare propri palloni. Quasi come se in campo dovessero scendere due squadre da oratorio, di cui una porta il pallone e l’altra l’arbitro. Ma nella circostanza ci si contendeva il titolo mondiale. E così la FIFA, non potendo disporre come oggi di un pallone ufficiale, preferì adottare la linea ispirata al politically correct. In sostanza si decise di gareggiare un tempo col pallone proposto dagli argentini e la ripresa con quello di Casa Uruguay. Il risultato di questa scelta può voler significare tutto e niente: il primo tempo si concluse sul punteggio di 2-1 per gli argentini; la ripresa fu segnata dalla rimonta dei padroni di casa che si aggiudicarono incontro e titolo mondiale. A voi le conclusioni.
Chiudiamo con una chicca: il programma di Uruguay 1930 non prevedeva l’assegnazione del terzo posto mediante la finale di consolazione. Stando ai si dice la finalina fu comunque disputata e vide la Jugoslavia sconfiggere gli Stati Uniti per 3-1. Jugoslavia terza dunque, sebbene non vi sia alcun documento ufficiale che attesti l’effettivo svolgimento della finale valevole per il gradino più basso del podio.



 

Iniziative ed eventi

-

Cerca quotazione