Servizi

Il Sole Mobile

LINK UTILI






1982SPAGNA


Informazioni generali
Sedi: Alicante, Barcellona (due stadi), Bilbao, Elche, Gijon, La Coruña, Madrid (due stadi), Malaga, Oviedo, Saragozza, Siviglia, Valencia, Valladolid, Vigo.
Data: dal 13 giugno all’11 luglio 1982
Squadre partecipanti 24: Algeria, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Camerun, Cecoslovacchia, Cile, El Salvador, Francia, Germania Ovest, Honduras, Inghilterra, Irlanda del Nord, Italia, Jugoslavia, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Polonia, Scozia, Spagna, Ungheria, URSS.
Partite giocate: 52 Gol segnati: 146 Media gol: 2,81 Spettatori: 1.856.277
Capocannoniere: Paolo Rossi (Ita) 6 gol

Storia del torneo
La partita inaugurale del Mondiale riserva subito la prima sorpresa di un'edizione particolarmente ricca di spettacolo ed emozioni. L'Algeria, infatti, sorprende la Germania Ovest (2-1). Il mattatore della gara è Rabat Madjer, che vincerà il Pallone d'Oro d'Africa e nel 1988 va molto vicino ad essere acquistato dall'Inter, che gli preferirà Ramón Díaz per via dei suoi problemi fisici. Madjer porta gli africani in vantaggio al 54' e serve a Belloumi la palla della vittoria dopo l'illusorio pareggio di Rumenigge. Per gli africani, però, la vittoria non basta a qualificarsi: pagano la peggior differenza reti anche a causa di una partita molto "sospetta" tra i tedeschi e gli austriaci nell'ultima giornata del girone. Il gruppo 3 vede la qualificazione del Belgio e dell'Argentina campione in carica. Fatica più del previsto la Spagna, che ha bisogno di un'autorete per battere la Jugoslavia, e che, nell'ultima sfida, viene superate dall'Irlanda del Nord (0-1) ma passa per la miglior differenza reti. Passano a punteggio pieno due grandi del calcio, Inghilterra e Brasile. Gli albionici si mettono dietro la Francia, che passa come seconda, mentre alle spalle del Brasile si qualifica l'Unione Sovietica.
Per l'Italia guidata da Enzo Bearzot, invece, l'inizio di Mondiale è tutto fuorché memorabile. Gli azzurri arrivano in Spagna tra le polemiche per la convocazione di Paolo Rossi, che aveva da poco scontato una squalifica per scommesse clandestine, e l'esclusione di Beccalossi e Pruzzo. Gli azzurri esordiscono con quella che era considerata l'avversaria più temibile del girone, la Polonia di Boniek, Zmuda e Lato: la gara è decisamente brutta, e si chiude con un logico 0-0, punteggio con il quale termina anche l'altra sfida del gruppo tra Perù e Camerun. L’Italia chiude con altri due pareggi, entrambi per 1-1 ma passa come migliore seconda grazie al 5-1 rifilato dalla Polonia al Perù nell’ultimo turno.
Il regolamento prevede che le dodici qualificate siano divise in quattro gironcini da tre con le vincenti che si incontreranno in semifinale. Nel primo si affrontano Polonia, Urss e Belgio, con i polacchi che ipotecano la qualificazione con un 3-0 al Belgio firmato dalla tripletta di Boniek. L'Urss non va oltre l'1-0 contro i belgi, e lo 0-0 nello scontro diretto con la Polonia qualifica questi ultimi per miglior differenza reti. Nel gruppo B la Germania, grazie alla vittoria per 2-1 sulla Spagna mette in riga l'Inghilterra, dall'attacco asfittico (due pari per 0-0 li condannano all'eliminazione). Vita facile per la Francia, che batte di misura l'Austria per 1-0 (decide Giresse), poi schianta 4-1 l'Irlanda del Nord, già fiera di essere arrivata fin lì.
Per l'Italia c'è il gironcino più difficile, l'unico non interamente europeo, con Brasile e Argentina. Bearzot continua per la sua strada e arriva fiducioso alla sfida del Sarrià, lo stadio dell'Espanyol, contro i campioni in carica. Il tecnico piazza Gentile a marcare Maradona, chiudendo così la principale fonte di gioco degli argentini, riuscendo a ottenere la prima vittoria nel mondiale. Tardelli e Conti, a metà ripresa, firmano l’1-2 decisivo, prima dell’inutile rete di Passerella. La squadra di Menotti viene battuta anche dal Brasile, per 3-1: così la sfida del 5 luglio tra Italia e Brasile diventa un vero spareggio, chi vince passa in semifinale. Bearzot conferma la marcatura a uomo, con Collovati su Serginho e Gentile su Zico. Dopo 5' l'Italia passa: cross di Cabrini, testa del redivivo Paolo Rossi e la gioia si mescola all'incredulità per la rete del più contestato degli azzurri, destinato a diventare eroe nazionale. Si capisce subito che sarà una partita di pura sofferenza: al 10' è gia 1-1, con Sócrates che liberato da Zico trafigge Zoff. I brasiliani sottovalutano gli azzurri e al 25' Junior sbaglia un disimpegno sulla proprria trequarti, Rossi ne approfitta e fa 2-1. Nel finale di tempo si fa male Collovati sostituito dal baffuto diciottenne Bergomi. La ripresa è di un'intensità rara, con capovolgimenti di fronte che si susseguono senza sosta. L'Italia, dopo aver corso un paio di pericoli, sembra in grado di controllare quando, al 68', Falcão dal nulla estrae dal cilindro la conclusione del pareggio che rimette tutto in discussione. Ma nessuno aveva fatto i conti con Pablito Rossi: minuto 74, angolo di Antognoni, la difesa respinge corto, Tardelli ci prova dal limite, la palla è destinata sul fondo ma Rossi tocca e fa 3-2. Antognoni infila anche il gol del 4-2 all'87' ma l'arbitro annulla per fuorigioco, inesistente. All'ultimo minuto diventa protagonista Zoff, che salva sulla linea un colpo di testa di Oscar e sigilla la qualificazione alle semifinali.
La prima semifinale mette di fronte l'estro della Francia di Michel Platini e la solidità della Germania. La spunterà, dopo una battaglia epica, la Germania ai calci di rigore per 8-7 (3-3 dopo i supplementari). Nell'altra semifinale, si ritrovano Italia e Polonia. I polacchi, orfani di Boniek, perdono gran parte del loro potenziale e l'Italia si impone per 2-0 senza troppi sforzi con una doppietta del definitivamente rinato Rossi. I polacchi si consoleranno con il terzo posto, ottenuto battendo 3-2 la Francia nella finalina di consolazione, mentre per l'Italia l'unica nota stonata è l'infortunio di Antognoni.

La finale
L'11 luglio, al Bernabeu, va di scena la finalissima e per l'occasione arriva anche il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. L'Italia si presenta con un inedito 5-3-2 con Oriali a sostituire Antognoni. La viglia è attraversata da una piccola polemica sull'arbitro, il brasiliano Coelho, che secondo alcuni è stato visto piangere per l'eliminazione del Brasile; ma tutto rientra presto. Si fa male subito Graziani, sostituito da Altobelli; le difese rocciose hanno decisamente la meglio, con Stielike a guidare i teutonici e Bergomi a francobollare Rumenigge. Minuto 24: Briegel atterra Conti in area, è rigore. Il rigorista è Antognoni, ma non c'è, nè Rossi nè Altobelli se la sentono e dal dischetto va così Cabrini, ma mette fuori. L'Italia è nello sconforto, la Germania sulle gambe per la semifinale thrilling non ha la forza per approfittarne. Bergomi e Gentile chiudono il primo tempo un po' acciaccati ma restano al loro posto. La ripresa è tutta un'altra musica. Minuto 57': Tardelli batte una punizione aprendo per Gentile, lo juventino crossa dalla destra trovando la deviazione di testa di "Pablito" Rossi, che diventa capocannoniere del Mondiale con 6 reti. I tedeschi reagiscono e Zoff è bravo su colpo di testa di Hrubesch. Al 69' arriva il gol che ha fatto storia: scambio ripetuto in area tra Bergomi e Scirea, appoggio al limite per Tardelli, rasoterra micidiale che fa 2-0 e per Tardelli inizia una corsa gioiosa che lo porta dritto dritto nella storia. Esulta anche Pertini in tribuna. All'80' arriva il gol che sigilla la vittoria: fuga di Conti, appoggio per Altobelli che controlla di destro e di sinistro appoggia alle spalle di Schumacher. Il labiale di Pertini è eloquente:"Non ci riprendono più", e infatti il gol di Breitner è inutile ai fini della sostanza. Senza nemmeno un minuto di recupero, Coelho fischia la fine: campioni del mondo, campioni del mondo, e tre volte campioni del mondo...

Tabellino
ITALIA (3) Zoff; Gentile, Scirea, Collovati, Bergomi; Cabrini, Oriali, Tardelli, Conti; Graziani (8' Altobelli, 88' Causio), Rossi
GERMANIA OVEST (1) : Schumacher; Kaltz, Stielike, K.H. Förster, B. Förster; Dremmler, Briegel (63' Hrubesch), Breitner; Littbarski, Fischer, Rummenigge (70' H. Müller)
Reti: 57’Rossi, 69’Tardelli, 81’Altobelli, 83’Breitner
Stadio: Bernabeu di Madrid
Spettatori: 90 mila
Arbitro: Coelho (Brasile)

Miglior marcatore: Paolo Rossi
Paolo “Pablito” Rossi è forse il simbolo della Nazionale italiana ai Mondiali di Spagna: le sue 6 reti, il suo rendimento straordinario gli valgono la conquista del Pallone d’Oro 1982.
Rossi inizia la carriera come ala destra alla Juventus che, dopo tre interventi di rimozione dei menischi, lo gira in prestito al Como. Passa poi al Lanerossi Vicenza, dove Fabbri scopre le sue qualità di attaccante, il suo straordinario senso del gol. Rossi guida il Vicenza alla promozione in A nel 1976-77 e l’anno successivo ad un sorprendente secondo posto in massima serie, dove si laurea capocannoniere con 24 gol. La comproprietà tra Vicenza e Juve non si risolve e si va alle buste, dove il Vicenza ottiene l’intera proprietà del giocatore, acquistando la metà bianconera del cartellino per 2,7 miliardi di lire. Il Vicenza retrocede e Rossi passa al Perugina, nella stagione 1979-80, quando viene coinvolto nello scandalo del calcio-scommese. Viene squalificato per tre anni, ridotti a due in appello. Il ritorno all’attività coincide con i Mondiali di Spagna, Bearzot lo convoca mettendosi contro l’opinione pubblica, ma avrà decisamente ragione.
Rossi, dopo tre stagioni alla Juve (in cui vince una Coppa Campioni, una Coppa Coppe e una Coppa Intercontinentale), passa al Milan prima di chiudere la carriera, a 31 anni, con il Verona.

La rivelazione: Irlanda del Nord
L’Irlanda del Nord ritorna alla fase finale di un Mondiale dopo 34 anni (l’ultima qualificazione risale al 1958) e il tecnico Billy Bingham disegna una squadra ordinata e compatta, schierata secondo un classico 4-4-2. Bingham rifiuta di convocare Best che, seppur in fase calante di carriera, nutriva qualche speranza dopo una buona stagione disputata in Major League con i San Jose Earthquakes. La loro avventura inizia con un pari senza reti con la Jugoslavia prima di un 1-1 contro il modesto El Salvador. L’ultima sfida, decisiva, li vede opposti alla Spagna. Al 2’ della ripresa Arconada non trattiene un tiro e Gerry Armstrong infila un gol che porta i nordirlandesi alla seconda fase, nonostante i furiosi attacchi spagnoli nel finale. La doppietta di Hamilton all’Austria (gara finita 2-2) tiene vive le speranze per la semifinale, ma la Francia, altra avversaria nel secondo gironcino, è troppo forte: finisce 4-1 per i Bleus e il sogno svanisce.
In quella nazionale si mette in luce, Norman Whiteside, che esordisce a 17 anni e 42 giorni, diventando il più giovane giocatore ad aver disputato un mondiale. La sua carriera è legata al Manchester United, con cui ha disputato 273 partite segnando 66 reti. La sua carriera però sarà breve: dopo 13 operazioni al ginocchio, Whiteside si ritira nel 1990, a soli 26 anni.

La partita più bella
Germania.Francia 8-7 dcr (3-3 dts)
La prima semifinale mette di fronte l'estro della Francia di Michel Platini e la solidità della Germania. Chiaro il canovaccio tattico, con la Francia che attacca, e la Germania che riparte in contropiede. I primi pericoli però li corre il portiere transalpino Ettori, prima salvato dal palo su punizione di Pierre Littbarski, poi trafitto dallo stesso Littbarski con un morbido pallonetto. I francesi reagiscono con orgoglio e mettono sotto assedio la porta di Schumacher. Al 27' Rocheteau viene atterrato in area e Platini insacca il conseguente rigore rimettendo la gara in parità. A metà ripresa avviene l'episodio più discusso e controverso di quella drammatica partita: al limite dell'area Schumacher si scontra con Patrick Battiston e mentre il francese giace a terra svenuto, il portiere tedesco torna in porta ed esegue esercizi di stretching esasperando i 70 mila di Siviglia, che lo subisseranno di fischi, anche perché l'arbitro olandese Charles Corver non punirà il portiere e non assegnerà neppure il calcio di punizione. La Francia attacca e all'83' Amoros colpisce la traversa a porta vuota. I tempi regolamentari terminano 1-1 e aprono ai supplementari che resteranno impressi per sempre nella mente dei tifosi. Passano 2' dall'inizio dei supplementari e Trésor raccoglie un calcio di punizione beffando Schumacher. Il tecnico tedesco Derwall corre ai ripari: fuori Briegel e dentro Rumenigge. Ma passano 7' e la Francia fa 3-1 con Giresse. La Germania barcolla, ma riesce a non crollare. Klaus Fischer si vede annullare un gol per fuorigioco, ma questo non spegne l'ardore teutonico, riacceso dal gol di Rumenigge poco prima della fine del primo tempo supplementare. Al minuto 108 l'incredibile rimonta si compie: rovesciata di Fischer e il punteggio è di nuovo in parità. Saranno dunque i tiri di rigore a decidere chi raggiungerà la finale. Segnano Giresse, Kaltz, Amoros, Breitener e Rocheteau, poi Stielike si fa ipnotizzare da Ettori e crolla in ginocchio, in lacrime. È il turno di Six, che tradito dal nervosismo, sbaglia. Segnano Littbarski, Platini, Rumenigge, poi Bossis conclude debolmente e Schumacher para. Per la Germania va Horst Hrubesch, autore del gol vittoria due anni prima nella finale europea sul Belgio, che non sbaglia e porta la Mannschaft in finale.

La formazione ideale
Zoff (Ita)
Scirea (Ita)
Stielike (Ger)
Gentile (Ita)
Breitner (Ger)
Zico (Bra)
Falcao (Bra)
Platini (Fra)
Rossi (Ita)
Rumenigge (Ger)
Boniek (Pol)


Gli aneddoti
Il Mondiale del 1982 viene fortemente voluto da re Juan Carlos per rilanciare l’immagine pubblica della Spagna, uscita da appena 5 anni dalla dittatura franchista. Per la prima volta il numero di partecipanti si allarga a 24 squadre. In questa edizione si registra un episodio di sospetta combine. E’ l’ultimo incontro del girone di primo turno, la Germania Ovest affronta lAustria già qualificata.
Al 10' Hrubesch porta la Germania Ovest in vantaggio. Il risultato qualificherebbe entrambe e le squadre danno vita ad una melina uscendo tra i fischi e condannando all’eliminazione l’Algeria.
Una curiosità statistica: in Inghilterra-Francia è stato segnato il gol più veloce della storia dei mondiali. Lo ha realizzato l’inglese Robson dopo 27”. L’Ungheria è stata invece protagonista della vittoria più ampia della storia: 10-1 contro El Salvador. I magiari hanno così battuto il loro record (9-0 alla Corea nel 1954).



 

Iniziative ed eventi

-

Cerca quotazione