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Il Punto
Così la Lega ha spinto la società in campagna elettorale
21 marzo 2008
Era facile prevedere che il tema dell'Alitalia, anzi di Alitalia e Malpensa, sarebbe diventato moneta corrente nella campagna elettorale. Ma è anche vero che ci si è arrivati con riluttanza, proprio per la scabrosità dell'argomento. Senza il minimo dubbio Veltroni e il centrosinistra avrebbero preferito lasciarlo a Prodi e PadoaSchioppa, evitando di farsi trascinare in una polemica scomoda.
Ma in fondo anche Berlusconi avrebbe gradito starne fuori. In ultima analisi, se Alitalia è finita nel baratro che conosciamo, la responsabilità è anche del governo di centrodestra che ha guidato il Paese fra il 2001e il 2006. Si poteva fare molto di più per la compagnia aerea, quando le risorse finanziarie non erano ancora ridotte al lumicino come sono oggi. E le stesse difficoltà di sviluppo di Malpensa potevano essere affrontate in una prospettiva diversa.
Comprensibile quindi il lungo silenzio di Berlusconi di fronte all'ipotesi Air France (in un primo tempo gradita a Fini). Ma infine l'ex premier ha cambiato registro e si capisce perché. Non poteva sottrarsi alla pressione della Lega e di tutto quel mondo nordista di Forza Italia a cui nei giorni scorsi hanno dato voce Roberto Formigoni e Letizia Moratti. Interventi decisi, persino drastici: volti a mettere al centro il destino di Malpensa, persino prima della questione Alitalia. Ma da cui si capiva che oggi esiste un nesso fra il futuro della compagnia aerea, come viene delineato dall'accordo con Air France, e il domani dell'aeroporto lombardo.
Malpensa è una parola-chiave che spiega il disagio o almeno i dubbi del Nord, di chi lavora e produce. Era impossibile che in campagna elettorale Berlusconi non registrasse tutto questo e rinunciasse a un'iniziativa a effetto. Il mutismo sarebbe apparso incomprensibile. E così il leader del Popolo delle Libertà ha scoperchiato la pentola. Lo ha fatto in un modo che è apparso un po' estemporaneo: quella citazione dei suoi figli, quel riferirsi a una «cordata italiana» che fino a sera non si è palesata... Non tutto è convincente nel passo berlusconiano, specie dopo la messa a punto di Banca Intesa.
Ma la sostanza politica c'è tutta.Berlusconi ha visto l'intreccio Alitalia-Air FranceMalpensa e ha detto esattamente quello che il suo elettorato si attendeva. E ora si può affermare che la campagna elettorale è giunta al punto di svolta. Se l'ex presidente del Consiglio darà seguito alle sue affermazioni eoffrirà in tempi brevi la prova che esiste davvero un interesse di imprenditori italiani (o anche non italiani) alternativi ai francesi e portatori di un miglior piano indu-striale, il cammino del centrodestra verso il 13 aprile sarà compiuto. Se, viceversa, l'iniziativa dovesse rivelarsi inconsistente, o comunque fuori tempo massimo o solo propagandistica, può darsi che Berlusconi non ne risenta più di tanto sul piano elettorale, ma certo la sua credibilità ne sarebbe scalfita.
Come dire che, in un modo o nell'altro, il nodo di Alitalia e Malpensa è destinato a tenere desta l'attenzione generale in una campagna svogliata e povera di temi. Allo stesso modo scandirà l'avvio della legislatura, specie nell'ipotesi che Berlusconi non abbia parlato a vuoto. Perché è logico presumere che in quel caso si tratterà di creare il terreno adatto per un'operazione industriale e finanziaria di notevole impegno. In cui saranno in gioco rilevanti interessi. E si può immaginare fin d'ora che servirà un consenso ampio, anche in Parlamento. Quello che si definisce un consenso trasversale.
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