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Il Punto
Perché Prodi preferisce l'asse Ségolène Bayrou (e lo dice)
24 aprile 2007
Colpisce che Romano Prodi, e prima di lui Giuliano Amato, si siano affrettati a suggerire a Segolène Royal di stringere un'alleanza elettorale con il centrista Bayrou. È la linea di Michel Rocard, l'autorevole esponente del socialismo francese. Ma Rocard aveva proposto che l'intesa fosse stipulata in anticipo rispetto al primo turno. Ora egli stesso afferma che potrebbe essere tardi, per cui si dice «piuttosto preoccupato». L'aspetto singolare è che il presidente del Consiglio è stato l'unico leader delle nazioni occidentali a prendere posizione in forma così esplicita a favore di uno dei due contendenti francesi. Prodi ha addirittura espresso la «speranza» che l'accordo sia risolutivo per la vittoria della Royal. Nelle stesse ore il dipartimento di Stato americano rifiutava ogni commento al risultato elettorale di Parigi. Ma anche in Italia il ministro degli Esteri si guardava bene dal prendere parte nella sfida a due. D'Alema si limitava a rallegrarsi per«l'europeismo» messo in mostra da entrambi i candidati, mentre lo sconfitto Le Pen era il campione del «no» alla Costituzione dell'Unione.
In questo modo la Farnesina si dispone a interloquire domani sia con Sarkozy sia con la Royal, pur essendo chiaro che le simpatie del ministro come uomo di partito vanno alla candidata socialista. I«suggerimenti»di Prodi,così poco rituali, tradiscono invece un'inquietudine di fondo. Il premier lascia capire di temere l'apparente svolta a destra della Francia di Sarkozy. Svolta che finirebbe per riflettersi sulla politica europea, investendo prima o poi gli altri partner. Un Governo RoyalBayrou sarebbe viceversa una garanzia di continuità. Sarebbe l'europeismo dell'asse francotedesco, ben collaudato nel tempo, a cui Prodi ha sempre offerto il suo sostegno, in linea con la tradizione italiana. Sarkozy invece costituirebbe un'incognita. La natura del suo europeismo non è del tutto decifrabile. Per certi aspetti lo si può considerare vicino alle tesi di un Tony Blair, favorevole a un«Trattato snello e stringato» in luogo della prolissa Costituzione già bocciata da Francia e Olanda. Inoltre non è detto che con il dinamico Sarkozy la politica verso la Germania (e l'Italia) sarebbe la stessa seguita da Chirac. Anzi, se il candidato gollista si sente con il cuore vicino a Blair,sono possibili alcune sorprese. Tutto questo spiega la diffidenza di Prodi. E fa comprendere perchè il presidente del Consiglio non ha esitato a esternare i suoi desideri, a differenza del più controllato D'Alema. Ma c'è forse almeno un'altra ragione.Più legata agli affari di casa nostra.Auspicare l'alleanza Royal Bayrou significa ricomporre le due metà della mela in cui si è diviso il costituendo partito democratico: con i diessini sostenitori della socialista e la Margherita a favore del centrista liberaldemocratico. Sono le due facce del controsinistra moderato e oggi riunito di cui il presidente del Consiglio è stato appena confermato leader. Al contrario, Sarkozy appare come il candidato di Berlusconi e di Fini. Che questo non sia del tutto vero, conta poco. È più importante la percezione. E Prodi non vuol vedere un amico del centrodestra italiano installato al potere appena al di là delle Alpi. Nemmeno se il presidente gollista fosse «temperato»dai voti centristi,come si augura Casini. Prodi preferisce restare nella cornice consolidata della politica europea.In attesa dell'Ulivo mondiale, almeno un centrosinistra su scala continentale.


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