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Montezemolo: «Ridurre la spesa senza nuove tasse»; D'Alema: «Troppe diseguaglianze»
di Piero Fornara

SANTA MARGHERITA LIGURE – «Il taglio del cuneo contributivo non può essere selettivo: la selezione è un compito che vogliamo lasciare al mercato»: era atteso l’imprimatur del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo a chiusura della “due giorni” dei Giovani Imprenditori. Il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, nell’intervista dell’8 giugno sul «Sole 24 Ore», aveva parlato di taglio “selettivo” del costo del lavoro e, nella prima giornata del convegno, era già arrivata a Santa Margherita una puntualizzazione di Emma Marcegaglia, vice presidente di Confindustria, che in un primo tempo era sembrata dello stesso parere di Padoa-Schioppa e poi ha spiegato che non era così. «La richiesta delle imprese – ha ribadito Montezemolo – è una riduzione generalizzata e consistente: non si tratta di un incentivo da dare ai più bravi e da negare a chi è più in difficoltà, ma risponde all’esigenza di ripristinare condizioni complessive di competitività del sistema Italia più vicine a quelle dei Paesi nostri concorrenti».

Per Massimo D'Alema, intervenuto al convegno dei Giovani Imprenditori nel ruolo più di vice presidente del Consiglio, che non di ministro degli Esteri, il taglio del cuneo fiscale deve invece «sostenere le imprese che sono “al fronte” e non tutte le imprese italiane sono al fronte»; infatti «la selettività – ha spiegato – non è discrezionalità politica» ed è possibile rimodulare il sostegno selettivo del cuneo fiscale, sulla falsariga di quello che avviene con il credito d'imposta. La pressione fiscale, ha aggiunto, andrebbe rimodulata «colpendo là dove si è accumulata la ricchezza prodotta dalla rendita a scapito, spesso, di lavoro e imprese», anzi in questa battaglia, «lavoro e imprese dovrebbero essere alleate».D’Alema si è anche detto d’accordo con quanto affermato dal ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che sul taglio del cuneo fiscale e sulla ripartizione delle risorse che ne verranno «una quota della riduzione debba andare alle imprese e una quota alle retribuzioni: sarà poi la concertazione a fissare l'asticella». Sulla definizione di taglio “selettivo”, sempre Damiano ha spiegato che a suo parere essa «dovrebbe essere indirizzata a sostegno del lavoro a tempo indeterminato», mentre «non bisogna diminuire il costo del lavoro flessibile» e «i contributi su lavoro a progetto devono essere leggermente aumentati».

Dopo avere esortato il Governo e la politica a non lasciarsi sfuggire le opportunità di crescita che vengono dalla congiuntura internazionale, Montezemolo ha chiesto «decisioni chiare e solo dopo anche di consenso, perché la ripresa c'è, non perdiamola». Ritornando alla questione dei conti pubblici, ha spiegato che «l'equilibrio finanziario è un valore irrinunciabile: va perseguito riducendo la spesa pubblica con interventi strutturali e non aumentando la pressione fiscale; questo vale per la manovra correttiva e per l'impostazione del Dpef e poi della Legge Finanziaria».

Prima di lui, D'Alema rivolto alla platea dei Giovani di Confindustria, non aveva usato giri di parole per dire che l'Italia «è un Paese avvolto da una rete di privilegi, dove c'è pochissima uguaglianza, dove non è premiato il merito e dove in questi anni sono cresciute le differenze». E ancora: «Non usciamo da un'età dell'oro di crescita, che ora rischia di essere bloccata da una dittatura statalista», ma «ci dovrà essere una diversa modulazione della pressione fiscale, colpendo là dove si è accumulata la ricchezza prodotta dalla rendita a scapito, spesso, di lavoratori e imprese (che anzi dovrebbero essere assieme in questa battaglia)».

Passando al tema dell’imminente consultazione referendaria sulla Costituzione, Montezemolo ha puntualizzato che Confindustria si fa carico di lanciare alle forze politiche di maggioranza e minoranza (preferendo questo termine a quello di “opposizione”) la proposta di «assumere oggi, qualunque sia l'esito del referendum, l'impegno formale e trasparente ad avviare subito dopo il 25-26 giugno un processo condiviso di revisione costituzionale». Anche D'Alema è entrato in argomento: «Dal centro-destra molti dicono di votare sì al referendum, perché anche in caso di vittoria il giorno dopo sarebbero pronti a ridiscutere le riforme costituzionali. Ma se tanto dobbiamo cambiarle, perché votare sì?». E rivolgendosi alla platea ha aggiunto: «Vi propongo di calcolare quanto la riforma del centro-destra costa alle imprese; fate uno studio sui suoi effetti per le vostre aziende».

Sia Montezemolo che D’Alema hanno chiuso i loro interventi augurandosi che il referendum chiuda finalmente un capitolo della storia politica italiana. «È da quando sono diventato presidente di Confindustria nel 2004 – ha detto il primo – che siamo praticamente in campagna elettorale, mentre l'Italia ha uno straordinario bisogno di lasciarsi alle spalle una stagione politica troppo lunga e logorante». E D’Alema di concerto: «Basta con la litigiosità permanente: è il momento di rimboccarsi le maniche e dimostrare di essere classe dirigente». E dalla platea dei Giovani di Confindustria sono arrivati gli applausi anche per lui.

10 giugno 2006




 

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