Non ci sono solo i quasi 3000 morti nell'attentato di sei anni fa. I fumi, le polveri e i gas di Ground Zero hanno intossicato e fatto ammalare infermieri, operai e pompieri che nei mesi dopo la strage si diedero da fare per riportare la situazione alla normalità. Chi viveva o lavorava nella zona del World Trade Center ha respirato a lungo cemento polverizzato, acido idrocloridrico, silicio, amianto, cromo, rame, piombo, diossina, fibra di vetro, mercurio. Sostanze cancerogene che hanno un effetto devastante sull'organismo.
È lo scoppio ritardato dell'11 settembre. I dati degli ospedali e delle organizzazioni mediche parlano di decine di migliaia di persone che si sono rivolti a loro per problemi di salute avuti in seguito al crollo delle torri. Molti hanno accusato disturbi cronici come emicranie, infiammazioni delle vie respiratorie, sinusiti, ipertensione arteriosa , problemi alle ossa, alla pelle, agli organi interni, disturbi della vista. In molti casi questi problemi sono degenerati in cancro. Ci sono poi molti sopravvissuti al crollo delle torri che soffrono di ansia, depressione, insonnia, allucinazioni e perdite di memoria. Le proporzioni del fenomeno parlano di un'emergenza sia sanitaria che sociale.
A differenza da chi è morto nell'attacco al Wtc, le vittime «nascoste» non hanno ricevuto nessun risarcimento dal Governo e molti hanno perso il lavoro per via dei problemi di salute. Per non parlare di chi era sprovvisto di assicurazione medica. Come spesso succede in questi casi, alcune «cassandre» sono rimaste inascoltate.
C'è chi, come Christie Todd Whitman, direttore dell'Agenzia per la protezione ambientale, aveva lanciato l'allarme sull'inquinamento dell'aria. C'è chi come il New York City Fire Department ha sostenuto che molto si sarebbe potuto evitare dando ai pompieri, gli eroi dell'11 settembre, l'equipaggiamento adatto. C'è chi invece si è semplicemente limitato a raccontare la loro storia
