Belluno conquista il voto più alto nella pagella verde

di Rossella Cadeo

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11 febbraio 2009

La città che non c’è: così potrebbe intitolarsi il rapporto Ecosistema urbano 2008 che indaga sul quadro ambientale nei 103 comuni capoluogo di provincia attraverso una serie di parametri articolati per aree tematiche. È vero che qualche piccolo miglioramento si intravede e che alcuni centri evidenziano risultati brillanti in singoli campi d’indagine (Brescia nelle fonti energetiche alternative, Bergamo nelle zone a traffico limitato, Isernia per la scarsa quantità di spazzatura, Novara sul fronte del riciclo). Ma è anche vero che non c’è una città in grado di stagliarsi nettamente sopra le altre per qualità ambientale complessiva.

Agli estremi

E così a vincere l’edizione di quest’anno – realizzata da Legambiente e dall’Istituto di Ricerche Ambiente Italia con la collaborazione editoriale del Sole-24 Ore – è Belluno, che al primo posto arriva conquistando posizioni di vertice solo negli ambiti dei rifiuti, dell’aria e dei mezzi pubblici; per il resto, una serie di piazzamenti giusto un po’ migliori rispetto alle altre (ma anche qualche caduta, come il tasso di motorizzazione, l’ozono e le politiche energetiche o la mancata risposta su perdite di rete e depurazione).

Nessuna sorpresa in coda: ancora una realtà del Sud, Ragusa (era Taranto nella scorsa edizione) preceduta da Benevento, Frosinone e Oristano. A penalizzarla sono soprattutto i risultati nelle aree acqua, rifiuti, verde, circolazione (abbastanza sorprendente è il dato relativo agli alti consumi di carburante abbinati alla presenza di un parco auto piuttosto vecchiotto) ma anche la mancanza di notizie su molti indicatori (la città peraltro è 88ª per capacità di risposta dell’ente locale all’indagine di Legambiente).

Il divario

Quanto al complesso della classifica, è evidente la solita forbice territoriale. Nella prima metà si susseguono comuni del Nord e del Centro, interrotti solo sporadicamente da qualche presenza meridionale: per incontrare la prima rappresentante del Sud occorre scendere al 18° posto occupato da una molisana (Campobasso) e poi ancora al 36° (Potenza) o al 41° (Caserta). Addensato invece in fondo alla graduatoria il Mezzogiorno: salendo dal basso, e con l’eccezione di Frosinone (101ª), la sequenza si interrompe al 93° gradino con Latina, quindi con Vercelli (90ª), Alessandria (87ª) e Imperia (84ª). Da notare la buona performance di Lombardia e Toscana: l’una piazza tre città nella top ten (Bergamo e Mantova, seconda e terza, e Pavia, decima), l’altra due (Livorno e Siena, rispettivamente al quarto e al sesto posto). Ma anche il Trentino Alto Adige ne esce più che bene (con Trento settima e Bolzano, vincitrice della scorsa edizione, nona).

Le metropoli

Che nelle piccole o medie città si respiri in genere un’aria migliore lo indica non solo la successione delle vincitrici delle varie edizioni di Ecosistema urbano, ma anche l’insoddisfacente posizionamento delle "metropoli": la migliore è Genova (13ª), avvantaggiata dalla posizione geografica. Nella seconda metà della classifica tutte le altre: Roma (55° posto), Milano (58°), entrambe ben messe però quanto a disponibilità di trasporto pubblico; Torino (74°), che comunque si distingue nell’ambito delle politiche energetiche; Bari (82°), Palermo (89°) e Napoli (91°).

La situazione

Al di là della pagella finale – anche al fine di incoraggiare, nella politica urbana, interventi strutturali significativi e non improntati alla gestione dell’emergenza – può essere utile spulciare le singole tabelle del rapporto (riportate nelle pagine seguenti). Così si scoprirà, per esempio, che in 58 città c’è una situazione critica per il biossido di azoto e in 40 per le polveri sottili; che ci sono 62 auto ogni 100 abitanti; che ogni anno si buttano 618 chili di spazzatura a testa (di cui poco più di un quinto riciclati); che quasi un terzo dell’acqua immessa in rete va persa; che ai viaggi collettivi in tram, autobus o metro si preferiscono gli spostamenti in auto. E che in città il verde è ancora proprio poco: in 42 comuni meno di 5 metri quadri a testa, un terzo di quanto previsto dagli standard urbanistici nazionali.

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