In medio stat virtus. La teoria dell'equilibrio di Aristotele sembra stare nel Dna di Belluno. La città non conquista neppure un primo posto nei trenta e più parametri analizzati da Legambiente ma vince la classifica assoluta dell'Ecosistema urbano 2008. Non c'è di che stupirsi: da queste parti sono abituati a badare alla sostanza più che all'apparenza, forse non sono neppure troppo bravi a "vendersi", ma è gente di montagna che nei secoli ha imparato a cogliere dalla natura e dall'ambiente le opportunità più che i vincoli.
Il sindaco Antonio Prade mostra con orgoglio la bici nera con il suo nome esposta nell'ingresso del Municipio e che testimonia una eccellenza nella realizzazione di percorsi ciclabili. Il suo vice e assessore all'ambiente Franco Gidoni snocciola cifre e dati che conosce a memoria. Ma entrambi si affrettano a precisare che non c'è nulla di "eroico" nel comportamento virtuoso di Belluno, c'è solo una attività quotidiana che parte dalla consapevolezza che l'ambiente è la prima risorsa. «Non può essere diversamente – precisa Prade – siamo una piccola città di montagna, la nostra vocazione naturale ci porta verso il turismo, la cultura. Se non ci preoccupassimo dell'ambiente che futuro potremmo avere?».
Così quando un paio d'anni fa si è virato con decisione sulla raccolta differenziata dei rifiuti in molti hanno storto il naso per i nuovi adempimenti e per i costi che salivano, ma in questo breve arco di tempo si è superato il 60% sul totale dei rifiuti prodotti e l'obiettivo è di toccare entro il prossimo anno il 70 per cento. «Ci sono problemi enormi dietro la questione rifiuti - sottolinea Gidoni - costi che potrebbero mettere in crisi importanti settori produttivi ma siamo comunque riusciti a ottenere risultati notevoli pur ispirandoci a una applicazione graduale ed equilibrata del nuovo modello di raccolta».
Nei parametri di Legambiente la voce rifiuti è quella che conquista le posizioni più alte, un secondo e un quarto posto, ma anche l'accoppiata mobilità e aria funziona bene. In tutto il resto del Veneto bastano poche settimane per far superare i giorni limite annuali di sforamento del Pm10, qui lo scorso anno non c'è stato neppure un giorno in cui i valori abbiano superato la soglia d'allarme.
È vero che la città è piccola, poco più di 36mila abitanti, è vero che sta in montagna ed è circondata da boschi e prati, ma è anche vero che il problema dei parcheggi è praticamente inesistente. Da qualche anno ormai ai parcheggi del centro s'è aggiunto quello di Lambioi: poco meno di 900 posti auto giusto sotto la piazza del Duomo, raggiungibile in un paio di minuti con un veloce sistema di scale mobili. In dirittura d'arrivo ci sono altri due park privati centrali per circa 500 automobili e il Comune sta seriamente valutando se bloccare un project financing che pensava di avviare per realizzare una ulteriore area di sosta: l'offerta pare soddisfi già adeguatamente la domanda. Ci si sposta in autobus, con percorsi e mezzi molto flessibili; il Comune ha sposato la causa delle vetture ibride; ma, nonostante il clima, anche la bicicletta è tutt'altro che abbandonata. Lo testimonia il ricorso ai contributi per l'acquisto di bici elettriche di cui il Comune si è fatto tramite attivo, ma lo provano anche i 4,5 chilometri di piste ciclabili già in funzione, con altri tre in arrivo per un investimento ulteriore di oltre un milione di euro.
«Dati e cifre sembrano ridotti – ammette il sindaco – ma vanno rapportati alla nostra dimensione, siamo come un quartiere di una media città. Ma non per questo trascuriamo qualcosa. Sempre in tema di mobilità e qualità dell'aria la realizzazione di 13 rotatorie al posto di altrettanti semafori s'è subito notata».
Vale la pena di ricordare solo un ultimo elemento: il verde. «Rispetto ad altre città abbiamo un problema al contrario - sottolinea Gidoni - bloccare il bosco che entra in città. Più che bloccarlo, evidentemente, lo "addomestichiamo" al servizio dell'ambiente urbano, nella consapevolezza che siamo "la" città del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi».