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22 febbraio 2007

Cinque domande (tecniche) a Visco

di Mauro Meazza

In questa fase di incertezza politica, può sembrare irrispettoso voler parlare di questioni ordinarie come le addizionali Irpef. Tuttavia, potendosi a buon diritto iscrivere la materia tra gli «affari correnti» e considerando che le imposte continuano per la loro strada anche quando il Governo va in crisi, ci permettiamo di rivolgere cinque domande al viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco. Senza intenti polemici, ma per proseguire uno sforzo di comprensione e miglioramento dei nuovi meccanismi avviato su queste pagine; sforzo che, proprio ieri, ha trovato molta eco nel question time in aula e nel dibattito in Commissione (si veda a pag. 31).

1. La progressività. Nella nota diffusa martedì dall'ufficio stampa dell'Economia, è stato ribadito che l'aliquota dell'addizionale comunale è unica, per evitare complicazioni. Ma alcuni Comuni hanno ugualmente deciso di modulare il prelievo su più percentuali e più scaglioni, convinti di essere nel giusto. È possibile chiarire in modo definitivo i confini di legge dell'addizionale comunale?

2. La progressività, per categorie.
I Comuni possono concedere esenzioni mirate secondo il tipo di reddito (lavoro dipendente, lavoro autonomo eccetera)?
trascina tutto l'imponibile a una percentuale piùalta. Anche altre Regioni seguono questo approccio. È legittimo?Il Governo può intervenire per uniformare le modalità di calcolo?

3. La famiglia. Il peso delle addizionali comunali sui contribuenti con familiari a carico può essere alleggerito dai sindaci? In realtà,i pochi Comuni che hanno deciso quote di esenzione si sono fermati intorno ai livelli di incapienza, senza tener conto dei carichi di famiglia.

4. La semplificazione. L'addizionale regionale può essere modulata su aliquote e scaglioni, ma non tutte le Regioni fanno i calcoli allo stesso modo. In Liguria, ad esempio, il passaggio a un livello superiore di reddito

5. La semplificazione, ancora.
Non è il caso di mettere in discussione, in questo momento, le tracce federaliste del sistema fiscale. Ma forse si può individuare qualche meccanismo unificante. Ad esempio: i Comuni potrebbero uniformarsi agli stessi scaglioni di reddito decisi dalla Regione in cui si trovano, modulando poi le aliquote. È possibile?



 

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