Speciali in evidenza
Speciale Smau
Speciale ambiente
Speciale scuola
Speciale Auto
Un anno di rincari
Speciale mutui
Voli low cost
Speciale ETF
Studi di settore
Risparmio energetico
Auto & fisco
Navigatori GPS
Musica Mp3
Guida alle facoltà
Come risparmiare
XV Legislatura
shopping 24

Servizi

Il Sole Mobile

Servizi Ricerca

Norme e Tributi

ARCHIVIO »

24 febbraio 2007

Le risposte di Visco: «Sulle addizionali Comuni autonomi»

di Vincenzo Visco *

Proprio per contribuire allo «sforzo di comprensione» avviato dal Sole24 Ore, cerco di fornire qualche risposta alle domande contenute nell'articolo di Mauro Meazza del 22 febbraio.

1. Il federalismo fiscale può piacere o no,ma se c'è e non si limita a trasferimenti di risorse dal centro implica inevitabilmente il sovrapporsi di prelievi statali,regionali e locali su medesime basi imponibili. Ciò complica inevitabilmente la vita ai contribuenti, ai professionisti, alle amministrazioni. Si tratta quindi di limitare al massimo tali complicazioni.

2. Per inveterata abitudine, in materia tributaria (ma non solo) tutti tendono ad attribuire al governo centrale ogni responsabilità, come se avesse tutti i poteri. Così non è, e la vicenda delle variazioni delle aliquote in sede locale lo dimostra chiaramente: essa è il frutto di autonome decisioni dei sindaci e delle giunte che, a livello di opinione pubblica, vengono intese come se fossero responsabilità del governo centrale.

3. Il federalismo implica autonomia e responsabilità. Autonomia vuol dire discrezionalità (limitata) di variare le imposte.Responsabilità vuol dire obbligo di mantenere i bilanci in pareggio per non gravare sull'indebitamento e sul debito del Paese. Per questa ragione il Governo ha riscritto il Patto di stabilità interno, sostituendo i vincoli sulla spesa (im)posti dagli esecutivi Berlusconi con limiti al saldo netto. Ossia, ha lasciato coerentemente con il dettato costituzionale all'autonomia dei Comuni, delle Province e, in via sperimentale, di alcune Regioni la scelta sul mix di politiche di bilancio da attuare (minori spese o maggiori imposte). Sarebbe dunque auspicabile che i sindaci, anche sollecitati dalla stampa e dall'opinione pubblica, dessero vita — ove possibile — a programmi di contenimento e riduzione delle spese, e solo in caso di necessità intervenissero sulle entrate. E quando ciò avviene la responsabilità non può essere attribuita ad altri (Governo centrale). Né si può negare la necessità di un aggiustamento; a meno che non si preferisca la crescita di debiti sommersi che è stata, negli ultimi anni, pratica abituale. Del resto, sulla base dei dati disponibili oggi, solo circa 1000 Comuni su 8mila hanno aumentato le aliquote.

4. Principio fondamentale del federalismo fiscale (principio "tecnico") è quello secondo cui il sistema va costruito in modo da garantire l'assoluta non interferenza delle decisioni fiscali di un livello di governo rispetto alle decisioni e ai gettiti di un altro livello di governo.Questa è la ragione per cui l'Irap fu resa indeducibile dall'Irpeg (ineccepibile se il tributo è regionale, discutibile se il prelievo viene considerato erariale). La necessità di evitare interferenze e ripercussioni tra i diversi livelli di decisione in materia fiscale è anche il motivo per cui la previsione di estendere in sede locale le deduzioni per carichi familiari previste a livello centrale fu esclusa (non a caso, credo) da Tremonti (1° modulo), e introdotta da Siniscalco (2° modulo), sicuramente in modo errato: ogni loro variazione, infatti, ha impatto sul gettito (e sull'autonomia) di soggetti diversi da quelli che la decidono.

5. La riforma dell'Irpef introdotta con la Finanziaria risponde alle esigenze tecniche esposte: ogni sindaco è responsabile di quello che fa, così come lo è il Governo centrale. Per motivi di semplicità, la progressività è prevista "per detrazione" e non mediante la possibilità di variare le aliquote. Altrimenti il rischio evidente è che il federalismo porti alla ingestibilità del sistema.

6. L'abbattimento dell'imponibile previsto (deduzione dell'imponibile) può essere graduato dai Comuni per gli stessi motivi e secondo gli stessi criteri previsti per le detrazioni d'imposta in sede di Irpef nazionale: limiti di reddito, costi di produzione del reddito, carichi di famiglia, ecc. È ovvio che previsioni stravaganti o arbitrarie andrebbero evitate. La polemica sollevata a proposito degli effetti della riforma Irpef sulla famiglia (a causa dell'eliminazione delle deduzioni) è quindi totalmente infondata sia tecnicamente che per i suoi presunti (e non veri) effetti redistributivi negativi; se si va a verificare il prelievo complessivo si scopre che questo cala in modo evidente al crescere dei carichi familiari anche dopo l'applicazione delle addizionali.

7. La logica adottata oggi per i Comuni è la stessa prevista per le Regioni dal Dlgs 15/12/1997 n. 446. La variazione discrezionale di aliquote e scaglioni non dovrebbe essere possibile, mentre più razionale appare un'addizionale unica per tutti i livelli di reddito, con abbattimenti di imponibile modulati come indicato al punto 6. Purtroppo la Corte costituzionale è stata di diverso avviso: dal mio punto di vista si trattò di un errore tecnico (piuttosto grave): il federalismo infatti non può portare alla balcanizzazione del sistema tributario;

8. È bene che Stato, Comuni, Province e Regioni collaborino tra loro per evitare di creare situazioni a macchia di leopardo, ingestibili, costose e poco comprensibili dai contribuenti. I principi di coordinamento e monitoraggio della finanza pubblica ai diversi livelli di Governo, saranno oggetto della delega sul federalismo fiscale in preparazione con la piena collaborazione di Regioni ed enti locali. In ogni caso è bene evitare di continuare a ragionare come se il sistema tributario fosse uno solo: esso, di fatto, sta diventando "uno e trino" (o plurimo).

* Viceministro dell'Economia



 

Suggerimenti

>Info quotazioni

A richiesta, via sms, la quotazione istantanea e in tempo reale del titolo che ti interessa

>Flash news

Scarica il programma gratuito, e ricevi sul tuo desktop le ultimissime notizie di economia e finanza

News

Borsa
-

Cerca quotazione