Geri (Zucchetti): “Tornelli e biglietti elettronici, in tre mesi abbiamo reso sicuri gli stadi"
di Gianni Rusconi


La bufera è appena iniziata. L’intervento a gamba tesa del Governo per stroncare sul nascere possibili nuovi episodi di violenza ha messo a nudo le responsabilità di chi, società di calcio e Comuni (rispettivamente gestori e proprietari della maggior parte degli impianti italiani) hanno vivacchiato in questi ultimi 18 mesi sui problemi della sicurezza legati allo sport più popolare del Paese. Il decreto Pisanu nasce nel 2005 e quindi il tempo per correre ai ripari c’era, prima che la tragedia di Catania creasse a cascata sconcerto, imbarazzo e polemiche dentro e fuori il palazzo del pallone. Il verdetto della serrata ministeriale parla infatti da solo: sono solo sette, al momento in cui scriviamo, gli impianti a norma, tra quelli con capienza superiore ai 10mila spettatori, fra le squadre di serie A e B e fra gli illustri esclusi c’è anche quello di San Siro di Milano, dove giocano Inter e Milan, le società più ricche di tutto il movimento calcistico italiano.
Perché lo stadio Olimpico di Roma e quello di Torino, l’Artemio Franchi di Siena, il Tardini di Parma, la Favorita di Palermo, il Sant’Elia di Cagliari e quello di Marassi a Genova rispettano le norme di sicurezza e tutti gli altri no? Solo un problema di risorse finanziarie, di tempi biblici necessari all’installazione di apparati di videosorveglianza, tornelli, sistemi elettronici per controllare gli ingressi a cancelli e collegamenti telematici? Non esattamente.

Controllo degli accessi, il tornello requisito base
Per approfondire la questione degli interventi necessari per essere confermi con i parametri dettati dal decreto Pisanu, il Sole24ore.com ha chiamato a dire la propria Domenico Geri, amministratore delegato di Zucchetti, la società lodigiana che ha installato in quattro dei sette stadi a norma i propri sistemi hardware e software per l’osservanza delle “nuove” regole di sicurezza. «Va innanzitutto rilevato – ha introdotto il discorso Geri – che società e Comuni spesso si sono palleggiate le responsabilità di intervento. Si è perso quindi tempo, sottovalutando la complessità del problema e approfittando delle numerose proroghe e deroghe intervenute dal settembre 2005 a oggi». Lecito quindi capire cosa hanno fatto le società e i Comuni che invece si sono attivate per tempo nel soddisfare regole che, come spesso accade in Italia, sono tornate a essere tali solo dopo che ci è scappato il morto. «Non esiste un pacchetto standard uguale per tutti – ha precisato a dovere Geri – in quanto ogni stadio ha richiesto un progetto diverso. Il pacchetto Zucchetti prevede un sistema software a livello server, ubicato presso la sala operativa degli stadi, che governa il controllo degli accessi, un database che gestisce biglietti e tessere di abbonamento interfacciato con i sistemi di biglietteria di ogni singola società/stadio e componenti hardware ed elettronici integrati nel tornello che regolano l’afflusso degli spettatori. Il fattore più importante è la verifica della titolarità del biglietto di ingresso, il fatto cioè che sia nominativo, che sia valido e non contraffatto, che sia utilizzato una sola volta e per il corretto settore dello stadio. Quando il biglietto, che sia dotato di banda magnetica o codice a barre, viene inserito o strisciato sul tornello a doppia altezza, il sistema confronta in tempo reale le informazioni in archivio e sblocca il tornello solo se tutto risponde ai parametri predefiniti. Allo stadio olimpico di Roma questo sistema ha contribuito in modo decisivo a risolvere problemi di gestione degli afflussi che in passatto avevano generato episodi di violenza».
Chiarito l’aspetto funzionale della questione e quindi il ruolo giocato dall’informatica in questa vicenda arriviamo a due dei punti focali del problema, la questione dei costi e quella dei tempi. A quanto ammonta la spesa necessaria a dotare un impianto dei sistemi di cui sopra? «Dipende – dice Geri - da impianto a impianto e dalla portata delle infrastrutture utilizzate: l’implementazione di hardware e software da parte di Zucchetti, tornelli e altri servizi quindi esclusi, può richiedere un investimento variabile fra i 200mila e gli 800mila euro. Quanto ai tempi, nei cinque stadi in cui abbiamo lavorato (Genova, Roma, Siena, Torino, Messina e Cesena) tutto è stato completato nell’arco di tre mesi al massimo e senza che i nostri committenti disponessero di competenze tecniche particolari. Siamo partiti con questo progetto cinque anni fa, pensando a un sistema affidabile che oltre alla sicurezza delle persone potesse aiutare le società di calcio a sviluppare azioni di marketing efficaci partendo dal fatto di avere una precisa identità dei propri tifosi/clienti». Oggi questo sistema è alla base della riapertura degli stadi.

La corsa ai lavori e il “caso” di San Siro a Milano
Geri ha quindi confermato come ora si sia scatenata la corsa ai ripari. La società lodigiana ha avuto l’incarico per rendere sicuro e a norma lo stadio di Firenze e presto dovrebbe portare a termine anche quelli nell’impianto di Brescia e in quello di Cesena, dove sono previsti anche computer palmari per il controllo degli accessi mobile e, più avanti, l’utilizzo di lettori Rfid per la scansione dei biglietti ai tornelli. Lo stadio di San San Siro, invece, rappresenta per Zucchetti il ricordo di un ricorso pendete indirizzato al Capo dello Stato. I fatti dicono che l’impianto milanese è stato assegnato alla cordata di aziende (fra cui Telecom Italia) che ha vinto la gara il 12 dicembre 2005 e che, ad oggi, ha solo parzialmente portato a termine i lavori di adeguamento per il controllo automatizzato degli accessi. I diretti interessati (fornitori, società e Comune) sono convinti di aver fatto del loro meglio ma ad oggi sappiamo a cosa si è arrivati: San Siro, chissà per quante domeniche, rimarrà chiuso anche se le soluzioni e gli strumenti per tutelare la sicurezza del pubblico esistono e funzionano. Basta solo prenderne atto e farne uso, come hanno fatto in Germania in occasione dei mondiali di calcio 2006, dotando di tornelli e biglietti elettronici tutti gli stadi. Ed è stata una festa. Dentro e fuori il campo da gioco.
8 febbraio 2007