La favola moderna di Ai Weiwei | |
Cosa ci fanno 1001 cinesi che non parlano una parola d'inglese (né tanto meno spagnolo o croato) mai usciti fuori dai confini della Repubblica Popolare in giro per Kassel? L'opera d'arte! «Fairytale» è la discussa e molto costosa performance (3 milioni di euro circa) proposta dall'eclettico artista, curatore e designer Ai Weiwei che ha portato nella cittadina tedesca in cinque tranche la Cina più vera, quella dei suoi abitanti: lavoratori, studenti, musicisti. Ha costruito per loro un dormitorio in una fabbrica in disuso e una scultura fatta di porte antiche (che è andata distrutta pochi giorni dopo l'inaugurazione a causa di un temporale). Un paradigma situazionale per favorire lo scambio con l'Occidente, con l'idea che solo nel confronto tra culture diverse è possibile la crescita di un popolo. Le tracce dei cinesi sono presenti negli oggetti sparsi per Kassel: 1001 sedie della dinastia Quing recuperate e restaurate dall'artista, le tazze e altri piccoli impercettibili segni di una presenza che fu. Il progetto si chiama Fairytale in omaggio ai Fratelli Grimm che dal 1812 al 1815 produssero proprio nella cittadina tedesca la quantità maggiore di fiabe. Il visionario Weiwei racconta la sua fiaba cinese dell'individualità recuperata. L'arte libera: sono gli individui e non le istituzioni a rendere possibile il cambiamento. E solo l'apertura dei confini e il mix tra tradizioni e innovazioni diverse può essere un trampolino verso il progresso. L'arte per Ai Weiwei è un «gioco d'intelligenza», sperimentare nuove forme espressive, come ha dichiarato in diverse occasioni, «muoversi liberamente tra passato e presente, tra risorse culturali storiche ed attuali». E a Kassel a muoversi è proprio la Cina. |
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