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Berlino europea val bene una festa | ||
di Beda Romano |
BERLINO – La capitale della Germania darà probabilmente il meglio di sè questo fine settimana, quando il 50mo anniversario dell’Unione Europea verrà celebrato in pompa magna in una Berlino monumentale, moderna e cosmopolita, nonostante i suoi molti problemi economici e sociali.
Il programma delle celebrazioni messo a punto dal Governo federale è costato circa 1,7 milioni di euro. Prevede concerti all’aperto, musei gratuiti anche di notte (la città ne conta 128), fuochi d’artificio, esibizioni di musica nazionale in 35 discoteche della città, cibo a volontà, non solo tedesco ma proveniente anche dagli altri 26 Paesi dell’Unione. Si esibiranno tra gli altri i cantanti rock Joe Cocker e Gianna Nannini, ma anche gli artisti di Outlandish, un improbabile gruppo danese cattolico-musulmano o la banda rumena Mahal Rai, tutti riuniti intorno alla Porta di Brandeburgo.
La notte dei 128 musei (gratuiti). Per molti tedeschi Berlino è ancora una città «lontana»: lontana geograficamente, «a Oriente» diceva l’ex cancelliere renano Konrad Adenauer, ma anche lontana nelle tradizioni e nelle abitudini, segnata da troppo «Witz» (spirito) e troppo poca «Gemütlichkeit» (accoglienza). Ma proprio il suo naturale cosmopolitismo ne fa per certi versi la città più internazionale della Germania, ormai un centro europeo della cultura: ben 400 sono le gallerie d’arte (il calcolo è stato fatto dall'Associazione berlinese del settore), il doppio rispetto a 10 anni fa. L’ex capitale tedesca dell’arte, Colonia, ne ha appena cento.
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Due immagini di Berlino 2007: l'altare di Pergamo (sopra a sinistra) e Potsdamer Platz (a destra) |
Berlino è «Povera, ma sexy» ha detto il suo ministro-presidente Klaus Wowereit, riferendosi ai 61 miliardi di euro di debito accumulati negli ultimi 15 anni, vale a dire dai tempi dell’unificazione, per ristrutturare monumenti, inaugurare musei, aiutare il tessuto economico. I 50 anni dell'Europa saranno per Berlino l’occasione di dimenticare i suoi tanti problemi a iniziare da una disoccupazione che colpisce il 18% della popolazione attiva e che ancora non le permette di vincere la sfida con Parigi o Londra.
L’obiettivo di Angela Merkel è doppio: il cancelliere non vuole soltanto presentare al mondo ancora una volta il volto moderno e amichevole della Germania, così come già fece in occasione dei campionati mondiali di calcio dell’anno scorso.Probabilmente, il Governo federale vuole anche tentare di risvegliare l’europeismo tedesco, che in questi anni ha subito un evidente calo, complice un’unificazione che nel Paese ha ridato voce al sentimento nazionale. Tanto più che un recente sondaggio pubblicato dal settimanale «Der Spiegel» rivelava che il 65% degli interpellati si sente tedesco e solo il 28% europeo.
22 marzo 2007
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