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In libreria: euroconvinti ed euroscettici
a cura di Piero Fornara


Bino Olivi, Roberto Santaniello,
«Storia dell’integrazione europea»,
pagg. 347, il Mulino, € 19,00

I successi e i passi falsi dell’Europa ricostruiti in modo rigoroso e fedele da Bino Olivi, già portavoce della Commissione europea da 1961 al 1978 e da Roberto Santaniello, attuale direttore della Rappresentanza Ue di Milano. Il libro prende avvio dalla celebre Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, che propose la messa in comune delle risorse di carbone e acciaio francesi e tedesche e che porterà l’anno dopo all’istituzione della Ceca, firmata a Parigi dai sei Paesi della “piccola Europa”: Francia, Germania Ovest, Italia e Benelux. Dopo il fallimento del progetto di una Comunità europea di difesa (Ced) nel 1954, perché il possibile riarmo tedesco faceva ancora paura ai francesi, il 25 marzo 1957 a Roma si riprese la via dell’integrazione economica con la firma dei Trattati Cee ed Euratom (Comunità europea dell’energia atomica). L’Europa, uscita dalla terribile esperienza di due guerre mondiali combattute in larga parte sul suo territorio, ritorna da protagonista della scena politica mondiale. Un percorso non facile, un progetto più volte dato per fallito e tuttavia sempre ripreso e rilanciato, che oggi ci offre la realtà di una Unione di 27 Paesi. Quando il 29 maggio 2005 la Francia respinge per referendum la Costituzione europea (seguita pochi giorni dopo dall'Olanda) finisce un’epoca, perché la Comunità era stata un’invenzione della Francia, che favorì il superamento della Guerra fredda, passando per il Trattato di amicizia e cooperazione firmato a Parigi il 22 gennaio 1963 tra il generale de Gaulle e il cancelliere tedesco Adenauer. Adesso l’Europa dovrà ripartire da Berlino.


Achille Albonetti,
«L’Italia, la politica estera e l’unità dell’Europa»
(prefazione di Sergio Romano),
pagg. 215, Edizioni Lavoro, € 12,50

La fine del XX secolo e l’inizio del XXI; l’ampliamento della Nato da 19 a 27 Stati membri; l’allargamento dell’Unione europea da 15 a 25 Paesi; la firma del Trattato costituzionale; la divisione dell’Europa manifestata nella recente guerra in Iraq, le sfide che l’Europa è chiamata ad affrontare nei prossimi decenni. Dopo aver esaminato la politica interna ed estera del nostro Paese, dall’Unità ai giorni nostri, ampio spazio viene dato ai rapporti con gli Stati Uniti, sia dell’Italia che dell’Europa. A tali problematiche si accompagnano alcune considerazioni relative alla questione energetica, strategica per il nostro futuro. Achille Albonetti è stato consigliere economico della Rappresentanza italiana presso l’Oece (oggi Ocse)i; direttore di Gabinetto del vice presidente della Commissione europea; governatore per l’Italia dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell'Onu a Vienna; presidente della Total italiana e dell’Unione petrolifera.


Alberto Alesina
, Francesco Giavazzi,
«Goodbye Europa»,
pagg. 215, Rizzoli, € 18,00

Dal libero mercato all’immigrazione, dal sistema giudiziario al lavoro: le strategie per arrestare il declino europeo. Il provocatorio manifesto di due autorevoli economisti, Alberto Alesina, docente di Political Economics all’università di Harvard e Francesco Giavazzi, che insegna economia politica all’università Bocconi di Milano. «La lezione più importante che gli Stati Uniti possono impartire all’Europa è la convinzione che le persone rispondono agli incentivi e che nella maggior parte dei casi i mercati funzionano». Da oltre un decennio, mentre gli Stati Uniti producono ricchezza, sviluppo e innovazione, l’Europa attraversa una fase di stagnazione economica. Quali le cause? Alberto Alesina e Francesco Giavazzi scrivono che l'Europa ha bisogno di maggior concorrenza, non di aumentare le infrastrutture pubbliche. Non bastano iniziative pro crescita, come l’Agenda di Lisbona; le nostra università hanno bisogno di più mercato, non di più denaro; le aziende europee hanno bisogno di meno tasse, di un mercato del lavoro meno regolato e di mercati dei prodotti che funzionino meglio, non di sussidi e protezioni. L’Europa deve anche prepararsi a gestire società multietniche, un tema di fronte al quale gli europei sono impreparati e che potrebbe divenire esplosivo. Questo non significa che l’Europa debba semplicemente adottare in toto il modello americano: vi sono aspetti del welfare europeo che sono efficienti e debbono essere preservati. «Se si vuole evitare il declino - ammoniscono gli autori - il cambiamento è indispensabile. Oggi si può ancora scegliere. Tra dieci anni questa opzione potrebbe essere preclusa».

Alessia Mosca (a cura di),
«Europa senza prospettive?»
pagg. 308, Arel-Il Mulino, € 22,00

Quali sono le prospettive dell'Europa? L'Unione europea ha un futuro, o le difficoltà degli ultimi anni non lasciano spazio per un suo rilancio? Dopo il fallimento dei referendum francese e olandese, il tormentato accordo sul bilancio Ue 2007-2013 ha segnato un altro snodo fondamentale del processo di integrazione, in grado di incidere in modo significativo sulle stesse prospettive politiche dell'Unione. La quantità e l'allocazione delle risorse sulle quali Commissione, Parlamento e Consiglio hanno raggiunto l'accordo individuano infatti le priorità comunitarie dei prossimi anni e ermettono una riflessione che va oltre i tecnicismi delle cifre. Ecco dunque la domanda fondamentale alla quale questo volume tenta di dare una risposta: queste prospettive finanziarie sono in grado di dare vere prospettive all'Europa o, viceversa, sono la spia di un'Europa senza prospettive? Alessia Mosca è ricercatrice in scienza della politica presso l'università di Firenze e all'ufficio studi dell'Arel (Agenzia di ricerche e legislazione) a Roma. Le conclusioni del volume sono di Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Prodi.

Società geografica italiana,
«Europa - Un territorio per l'Unione»,
Rapporto annuale 2006,
pagg. 184, € 30,00

Il 1° gennaio 2007 il confine orientale dell’Unione europea ha raggiunto il Mar Nero. L’ammissione di Bulgaria e Romania ha determinato una crescita territoriale di circa 350mila chilometri quadrati e un incremento di popolazione che ha portato l’Unione, con 27 Paesi membri, molto vicina ai 500 milioni di abitanti. Ma quali sono i risvolti geopolitici e geoeconomici dell’allargamento a Est? La Società geografica italiana presenta il suo Rapporto annuale come osservatorio sulle prospettive e le opportunità offerte dall’ampliamento, con un inedito "focus" sui nuovi Paesi ammessi dal 2007. La ricerca pone l’accento sull’esigenza del rafforzamento di uno spazio comune, che rappresenti il substrato geografico di un’esplicita e consensuale unità politica. In oltre 180 pagine di grande formato, corredate di tabelle, cartine e schede di approfondimento, l’istituto di Villa Celimontana interpreta aspetti economici e prospettive politiche in un’analisi comparativa che riserva largo spazio alla realtà italiana. Sullo sfondo, la ricostruzione storica del processo di unificazione alla vigilia del cinquantenario del Trattato di Roma (1957) e gli effetti prodotti dalle diverse tappe dell’allargamento in termini di significative relazioni multilaterali.

9 marzo 2007



 
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