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Prodi contestato per la base Usa di Vicenza: «Così si fa un danno all'Italia»
di Piero Fornara
TRENTO - Domenica con il botto al Festival dell'Economia di Trento: Romano Prodi aveva iniziato a parlare da pochi minuti, quando nell'affollatissimo auditorium Santa Chiara hanno fatto irruzione una ventina di "No-Dal Molin" che protestavano per l'ampliamento della base Usa di Vicenza e avevano già rumorosamente contestato il presidente del Consiglio al momento suo arrivo (in tutto i manifestanti erano un centinaio). Slogan, fischi e urla. Prodi ha interrotto il suo intervento e il moderatore del dibattito, il direttore del «Sole 24 Ore» Ferruccio de Bortoli, ha consentito a una contestatrice di salire brevemente sul palco per esporre le ragioni della protesta.
La rappresentante del movimento "No-Dal Molin", Cinzia Bottene – dopo aver dato la mano al presidente del Consiglio, su opportuno invito del moderatore de Bortoli – ha detto che da un anno a Vicenza si sta lottando perché non venga costruita una base militare vicina al centro storico, a 15 metri dalle case e a 1.400 metri dalla Basilica Palladiana. «È una vergogna – ha proseguito – che la città non venga sentita dal Governo. Non c'è stato neanche permesso un referendum». La donna ha contestato la decisione di allargare la base Usa di Vicenza, affermando che sarebbe anche in contrasto con il programma dell'Unione; con voce emozionata, si è quindi rivolta direttamente a Prodi dicendogli di averlo votato alle ultime elezioni, ma di essere oggi profondamente delusa. Il presidente del Consiglio, che era rimasto impassibile durante l'intervento della donna, è quindi tornato a parlare riprendendo il discorso dal punto in cui lo aveva interrotto in seguito alle proteste, senza rispondere esplicitamente alle contestazioni. Prodi ha comunque concluso il suo intervento tra gli applausi della platea esclamando: «Queste contrapposizioni che vengono fatte da un giorno all'altro distruggono il Paese».
Sull'ampliamento della base aerea americana a Vicenza, «il Governo ha già preso una decisione» ha quindi precisato il presidente del Consiglio, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo le contestazioni del movimento "No-Dal Molin": «La decisione politica è presa e ora il discorso riguarda soprattutto e solo l'aspetto urbanistico, sul quale anche le autorità locali sono chiamate ad avere un ruolo. Ma dal punto di vista del Paese, lo ripeto – ha concluso – la decisione è stata presa, ed è una decisione che noi manteniamo». Prodi ha quindi lasciato in auto l'auditorium di Santa Chiara a Trento, protetto da un cordone di poliziotti e carabinieri a far da scudo di fronte ai manifestanti che avevano bloccato il cancello d'uscita stendendosi per terra. Dopo gli spintoni, alla fine, ci sono stati anche tre feriti: il comandante della Digos, un funzionario di Polizia e un dimostrante.

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