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Capire l'economia a Trento
di Piero Fornara
È di nuovo Festival dell'Economia: a Trento già da alcuni giorni lo scoiattolo su fondo arancio saluta chi percorre l'autostrada del Brennero in direzione nord e sud, fa capolino dalle rotatorie dei principali incroci stradali e i "totem" sparsi in tutta la città ricordano il tema della seconda edizione «Capitale umano, capitale sociale». Dopo l'inaugurazione al castello del Buonconsiglio, nel pomeriggio di mercoledì 30 maggio, il primo ospite di riguardo è stato l'economista indiano Partha Dasgupta, docente dell'Università di Cambridge.. Il Festival andrà avanti fino a domenica 3 giugno, quando il presidente del Consiglio Romano Prodi traccerà un bilancio di un anno di Governo con il direttore del «Sole 24 Ore» Ferruccio de Bortoli e gli economisti de «lavoce.info» (ore 12, auditorium S. Chiara). In chiusura (ore 17.30, sempre all'auditorium S. Chiara) parlerà Gary Becker, lo studioso che ha introdotto il concetto di «capitale umano» nella teoria economica (e per questo vinse il Nobel nel 1992). La manifestazione quest'anno è dedicata all'economista Riccardo Faini, scomparso il 20 gennaio scorso, che sarà ricordato all'università di Trento giovedì 31 da Gianni Toniolo. Durante l'inaugurazione al Castello del Buonconsiglio, un ricordo è andato anche all'economista ed ex ministro Beniamino Andreatta, morto dopo una lunga malattia a Bologna il 26 marzo scorso.

Nei cinque giorni del Festival (uno più dell'anno scorso) ci saranno incontri e lezioni con Philippe Aghion (Harvard University), Alberto Bisin (New York University), Daniel Cohen (Ecole Normale Superieure di Parigi), Juan Josè Dolado (Università Carlos III di Madrid), Ester Duflo (Mit), Alan Krueger (Princeton University) e Luigi Zingales (University of Chicago). E poi ancora dibattiti con relatori quali Sergio Romano, Umberto Galimberti, Tullio De Mauro, Stefano Rodotà, Ilvo Diamanti, solo per ricordarne alcuni.

Nella sezione "dialoghi" il tema delle liberalizzazioni vedrà protagonisti venerdì 1° giugno (ore 17.30, Teatro Sociale) il ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani insieme con Mauro D'Ascenzi, Gian Maria Gros-Pietro e Michele Polo; sabato 2 giugno in università (ore 16, aula magna della facoltà di giurisprudenza) il ministro del Lavoro Cesare Damiano discuterà invece di concertazione con Antonio Marzano e Michele Salvati. Sempre sabato, ma alle ore 12 (sala Depero del palazzo della Provincia) nel "gioco delle parti" dibattito fra tecnici e politici coordinato da Marco Panara, con interventi di Luigi Abete, Renato Brunetta, Enrico Letta, Giovanni Majnoni, Nicola Rossi. Per il format "confronti" a cura di Job 24-Il Sole 24 Ore venerdì 1° giugno in università (ore 16, aula magna della facoltà di giurisprudenza) tavola rotonda su "Dieci anni di lavoro flessibile: dalla legge Treu alla legge Biagi", coordinata da Walter Passerini con gli intetrventi di Raffaele Bonanni, Cesare Damiano, Gennaro Delli Santi, Roberto Maroni, Michele Tiraboschi e Tiziano Treu.

Anche quest'anno sono previste iniziative per le famiglie e spettacoli di sera: prima MarcoPaolini il 30 maggio al Teatro Sociale, poi Antonio Albanese il 31 maggio e Maurizio Crozza il 1° giugno, entambi all'auditorium di S. Chiara. Non mancherà infne il "mercatino" per far divertire i bambini con l'economia, sperimentando le regole del mercato barattando giocattoli, giornalini, figurine.

Capitale umano, capitale sociale. «Il futuro economico di una nazione è legato alla sua dotazione di capitale umano e di capitale sociale, molto di più di quanto non sia alle strade e ferrovie e ai macchinari di cui dispone» spiega al «Sole 24 Ore.com» Tito Boeri, docente all'università Bocconi e coordinatore scientifico del Festival. «L'investimento in capitale umano serve a ridurre la povertà e protegge dal rischio di perdere il posto di lavoro, perché ci rende produttivi più a lungo e adattabili a mansioni diverse, quindi anche meno sostituibili con l'ultimo arrivato. Un Paese che ha più capitale umano ha spesso anche più capitale sociale, reti informali di relazioni fra persone che completano le istituzioni, le infrastrutture volte a far funzionare i mercati. Dove vi è più capitale sociale vi può dunque essere meno bisogno dello Stato, il cui intervento può essere molto costoso e inefficiente, per rimediare ai fallimenti del mercato. E la qualità dei servizi offerti dallo Stato, tra cui l'istruzione, può essere migliore».

Con l'invecchiamento della popolazione sia il capitale umano sia quello sociale diventano sempre più importanti nel determinare il futuro economico di una nazione. «Nonostante tutti questi vantaggi - continua il professor Boeri - gli individui, le famiglie e le imprese investono relativamente poco nel loro capitale umano e in quello dei loro figli o dei loro dipendenti. Fra l'altro, mentre gli economisti hanno studiato a fondo come si forma il capitale umano, sanno molto meno su come si determina il capitale sociale e come si trasmette di generazione in generazione, anche perché come il capitale umano, anche il capitale sociale è una grandezza difficile da misurare. L'economista deve quindi ricorrrere al contributo di storici, psicologi e sociologi».

Il "popolo" del Festival.
Il Festival è promosso dalla Provincia autonoma, dal Comune e dall'Università del capoluogo trentino e organizzato dal «Sole 24 Ore» e dall'editore Laterza, avendo Intesa-San Paolo come partner e Lottomatica e Vodafone quali main sponsor. Per la prima edizione gli organizzatori si erano posti il traguardo delle 20mila presenze, che sono risultate 50mila, una cifra che quest'anno dovrebbe essere sen'zaltro superata (il calcolo comprende i presenti alle varie conferenze e tavole rotonde, non i visitatori unici). Dai 200 giornalisti accreditati nel 2006 siamo passati già al primo giorno del Festival a 250, come pure si dovrebbero superare il milione di contatti web al sito ufficiale della manifestazione dl 2006.

La città di Trento, che non supera i 100mila abitanti, si presenta dunque come una specie di agorà naturale. Il "popolo" del Festival che ha decretato il successo dell'iniziativa l'anno scorso comprende tanti giovani, a cominciare dagli studenti dell'università di Trento (dalla originaria facoltà di sociologia, sorta negli anni 60, dispone oggi di sette facoltà con quasi 15mila iscritti) . Quest'anno a Trento ci saranno più ospiti dall'estero: quasi un terzo dei relatori provengono da altri Paesi; più donne: sia fra i relatori sia fra quanti moderano i vari incontri; una migliore capacità di accoglienza: i luoghi del Festival sono aumentati e ci saranno una decina di maxi-schermi per ovviare ai problemi logistici della prima edizione (tutti gli eventi sono gratuiti). Nei 1.300 posti degli alberghi di Trento e dintorni si va verso il tutto esaurito e anche questo conferma l'aumento dell'intrersse per il Festival.

Qualche mugugno. Il Trentino dispone di un biglietto da visita che mette in primo piano le specificità di un territorio dove si è investito molto in termini di apertura e di internazionalizzazione: con 15 milioni di presenze turistiche l'anno, la provincia si colloca al quinto posto assoluto in Italia. Ai visitatori la città mostra il suo lindo centro storico, da poco più di un decennio tornato ad essere come l'aveva concepito nel Cinquecento il principe-vescovo Bernardo Cles per ospitare il famoso Concilio.

La stampa locale nei giorni scorsi ha però dato notizia anche di qualche voce fuori dal coro. La Cisl trentina per bocca del suo segretario Nicola Ferrante ha annunciato un massiccio volantinaggio contro l'apertura in deroga dei negozi sabato 2 giugno (festa della Repubblica) e domenica 3; Ferrante ha detto di «non essere contrario tout court alla deroga, ma a questo modo di procedere approssimativo e qualunquista» e soprattutto di non condividere la richiesta sulla denominazione di città turistica per Trento e Rovereto, che comporterebbe negozi aperti la domenica e ampliamento degli orari, «come se turismo si identificasse in centro commerciale, senza tutele per i lavoratori».

Il Presidio Permanente «No dal Molin» contro la nuova base Usa di Vicenza ha chiesto un incontro al presidente del Consiglio Romano Prodi per domenica 3 giugno, in occasione della sua presenza a Trento per il festival dell'Economia. Qualche polemica è spuntata anche sull'invito a Gary Becker, conosciuto anche per le sue teorie a favore della pena di morte (sul quotidiano di Trento «L'Adige» sono stati infatti citati alcuni recenti articoli scritti dall'economista americano "sull'utilità deterrente" della pena capitale).

30 maggio 2007

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