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Bersani: «Le liberalizzazioni sono la riscossa del civismo, lo dico da figlio di benzinai»
di Piero Fornara

Le liberalizzazioni messe in campo dal Governo Prodi sono «la riscossa del civismo» perché tengono conto del «diritto di cittadinanza di tutti gli italiani». Il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani interviene al Festival dell'Economia di Trento, venerdì 1° giugno pomeriggio, mentre rimbalzano da Roma le notizie d'agenzia sull'improvvisa convocazione del Consiglio del ministri per il caso Visco-Speciale. Introdotto da Massimo Mucchetti, Bersani partecipa a una tavola rotonda con Mauro D'Ascenzi, Gian Maria Gros Pietro e Michele Polo: la sede è il restaurato Teatro Sociale, un'istituzione della Trento ottocentesca situata nell'antico quartiere artigianale del "Sass" (per il Festival l'ingresso è gratuito e sia in platea che nei tre piani di palchi si registra il tutto-esaurito, con gente rimasta anche fuori).

«Liberalizzare - spiega Bersani - vuole dire stare dalla parte del consumatore, sviluppare gli investimenti, avere anche clausole sociali, dare un tono all'economia. Ma aggiungo anche che se intendiamo questo termine con un concetto un po' più esteso, questo può far capire anche altro». Infatti, continua, il termine «può farci ricordare che il cittadino deve essere trattato bene, che ai giovani non si può impedire di fare il mestiere che sanno fare, che se vogliamo pagare meno tasse bisogna che tutti le paghino, che la Pubblica amministrazione deve semplificarsi perché è un servizio al cittadino. Se queste politiche creano qualche scomodità, ma promettono anche qualcosa per il futuro, dobbiamo assolutamente perseguirle». A chi gli domanda se «liberalizzare sia di sinistra» Bersani risponde: «Liberalizzare vuol dire mettere delle regole al mercato, con uguali diritti, senza rendite monopolistiche. Se io consento che un giovane possa aprire una propria attività senza dover andare a chiedere troppi permessi o senza doversi chiedere se conosce qualcuno, io non faccio solo un'operazione di libertà ma di giustizia (sono già nate 1.200 parafarmacie, 2.400 panetterie senza obbligo di licenza). Resto dunque convinto che liberalizzare è di sinistra».

Non ci sono solo i tassisti e i benzinai, che con le loro proteste "plateali" disturbano i cittadini. A protestare contro il pacchetto sulle liberalizzazioni - ha voluto far notare Bersani - ci sono anche tutta una serie di altre categorie professionali che, seppur più silenziose, hanno una diverse possibilità di resistenza e le impiegano tutte. «Colpiscono molto queste cose dei tassisti e dei benzinai, so che sono cose dure - ha dichiarato - però ci sono categorie che per farsi sentire hanno bisogno purtroppo di disturbare i cittadini, ma ci sono categorie per cui basta infilare una parolina in una norma: le resistenze al cambiamento però sono le stesse».

Rc Auto: le modifiche chieste dall'Antitrust. Nel settore della responsabilità civile automobilistica a tre mesi dall'introduzione dell'indennizzo diretto sono già liquidati il 40% degli incidenti, entro 30 giorni e senza contenzioso (e presto dovremmo arrivare al 60%). L'allarme lanciato dall'Antitrust, secondo cui alcune modifiche introdotte dalla commissione della Camera al disegno di legge sulle liberalizzazioni rischiano di aumentare i costi per l'Rc Auto, «è sicuramente utile, ma il Parlamento ha già cominciato a provvedere a questo problema» ha poi dichiarato il ministro Pierluigi Bersani, nel corso di una conferenza stampa in margine al Festival dell'Economia di Trento. «La prossima settimana ci sarà una discussione in Parlamento sulla base di una decisione già presa dal relatore e ci sarà una correzione».

La decisione dei gestori delle pompe di benzina di ridurre le giornate di sciopero da tre a due dopo l'incontro con la Commissione di garanzia «è un fatto positivo», anche se la protesta «non tiene conto» del tentativo del Governo di «andare incontro alla preoccupazione qualche volta fondata dei benzinai». Il ministro ha aggiunto: «Non vogliamo la desertificazione di certe aree del Paese per quel che riguarda l'approvvigionamento degli utenti, così come non vogliamo la dequalificazione del settore. Abbiamo messo degli elementi di arricchimento delle nostre norme. Non sono bastate a convincere i benzinai, ma penso che poco a poco le cose si risolveranno. Le riforme devono andare avanti, ma non sono contro nessuno».

La normativa per i taxi. La norma riferita ai tassisti «esce completamente intonsa dall'accordo di giovedì 31 maggio» ha precisato ancora Bersani, sottolineando che una legge «che ha 60 articoli non si può approfondire nel merito. Abbiamo fatto una "lenzuolata" per il tutto». Continuare a dire «che il Governo fa marcia avanti e marcia indietro, senza mai andare al merito mi pare abbastanza curioso». Per il ministro bisogna che «nel nostro Paese si accetti l'idea del cambiamento senza drammatizzare tutto in modo così parossistico. Per questo abbiamo cercato con le "lenzuolate" di creare un po' di tifoseria intorno alla liberalizzazione. Ci vuole una mentalità collettiva e cerchiamo tutti quanti di accettare il cambiamento, lasciando che le decisioni vengano prese. È l'appello che mi sento di fare». Bersani ha infine chiuso l'argomento con una battuta, ricordando di essere «figlio di benzinai. La cosa mi turba un po'. È il conflitto di interessi alla rovescia».

1 giugno 2007

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