Ditte individuali e società di persone possono dormire sonni tranquilli. Gli interessi passivi resteranno pienamente deducibili e questo nonostante la rimodulazione della base imponibile Ires relativamente al nuovo regime di indeducibilità degli oneri finanziari prevista dalla Finanziaria 2008.
Toccare le norme del testo unico nel suo insieme, infatti, non è mai stata operazione semplice e resta sempre un esercizio ad alto rischio. Lo stesso è, almeno in parte, accaduto per le norme del disegno di legge che riscrivono la deducibilità degli interessi passivi introducendo il limite del 30% del risultato operativo.
Anche se dalle disposizioni messe a punto fino a oggi non sembra apparire, salvo ritocchi dell'ultimissima ora, un coordinamento esplicito tra l'articolo 66 del Tuir (che riguarda la determinazione del reddito delle imprese in regime di contabilità semplificata), con il nuovo articolo 96 del Tuir, sulla deducibilità degli interessi passivi per i soggetti Ires, è comunque evidente che da una lettura complessiva delle norme relative al nuovo regime, la deducibilità degli interessi passivi per i più "piccoli" resta garantita. La sola eccezione è data dalla limitazione nei casi in cui siano presenti proventi che non concorrono alla determinazione del reddito.
In questo senso, infatti, va letto l'articolo 61 del Testo unico delle imposte dirette, che - così come è stato ora modificato dal Ddl della Finanziaria 2008 - è da ritenersi la norma "guida" per la disciplina della deducibilità degli interessi passivi da parte dei soggetti Irpef titolari di reddito d'impresa.
Per questi soggetti, inoltre, le nuove disposizioni prevedono, come per i contribuenti Ires, la soppressione del pro rata patrimoniale e della thin capitalization (articoli 62 e 63 del Tuir).
Peraltro, la scelta del Governo, e in particolare dell'amministrazione finanziaria, sembra comunque voler tener conto della diversa struttura finanziaria delle piccole e medie imprese rispetto alle società di capitali, per le quali le fonti di approvvigionamento sono più garantite.
Infine, la scelta di assicurare la deducibilità piena degli oneri finanziari a ditte individuali e società di persone appare coerente con quanto è accaduto in Germania, che nei fatti - come ha sottolineato lo stesso vice ministro all'Economia e alle finanze, Vincenzo Visco - è il modello cui il Governo italiano si è ispirato per la riforma della tassazione delle società. Anche la manovra fiscale tedesca, proprio per andare incontro alle piccole e medie imprese, prevede una franchigia ovvero una soglia al di sotto della quale non trova applicazione l'indeducibilità degli interessi passivi.